Quarto giorno - 3

223 44 41
                                    

«Avete idea di quanto sia importante questo progetto?» La faccia di Anderson fumava dietro la scrivania. Mike sedeva davanti a lui, su una delle due sedie libere.
«Dave» disse, «ormai è a Paul che devi fare riferimento.»
Il suo capo appoggiò le mani sul tavolo. Lo guardò dall'alto al basso, come per scannerizzarlo. «Mi stai prendendo in giro, Mike?»
«No. Ieri all'incontro...»
«Ieri all'incontro tu non c'eri e dopo mezzora che quelli di Phoenix si bevevano le mie cazzate avevo finito le cartucce. Ho dovuto far entrare Paul. E ti dirò, è stato molto più convincente lì che durante il briefing.»
«Mi fa piacere, Dave.»
«Stronzate.» Anderson batté una mano sul tavolo. «Non raccontarmi balle. Piuttosto, faceva piacere a Paul prendersi il tuo scettro.»
Mike non disse nulla.
Dave si alzò. Si mise a studiare la vetrata, le mani giunte dietro la schiena. «Dovete mettere da parte le questioni personali» disse. «Se il progetto affonda, quelli di sopra affonderanno il sedere a me. E a quel punto, indovina a quali culi mi aggrapperò io.»
«I ragazzi di Paul sono in gamba. Filerà tutto liscio.»
«Paul doveva essere qui due ore fa e nessuno l'ha visto. Nessuno sa dov'è, e al cellulare non risponde. Cos'è, la vostra, la staffetta dello stronzo?»
A Mike vennero le vertigini.
«Si parla di lavoro, Cristo» stava dicendo il suo capo. «Le questioni personali, fuori.»
«Continui a dirlo, Dave, ma non so di che parli.»
Anderson si girò. Lo guardò dritto negli occhi. «Allora sei l'unico che non lo sa ancora, qui dentro.»


ScreensaverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora