Verità nascoste

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"Un giorno la mia bambina saprà,Sophie verrà a sapere la verità su sua madre,sugli orrori che riguardano la sua famiglia,ma per ora,lasciamole vivere la sua età". Con questi pensieri il pover'uomo cercava di mettersi il cuore in pace sebbene il pensiero dell'amata lo tormentasse spesso. Ma ormai non c'era piú,era inutile guardare al passato,doveva pensare a ció che fosse meglio per la sua ragazza. E poi c'era quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio,spaventato ma fortissimo. Paul se ne stava spesso in silenzio,seduto sul divano a leggere,quasi cercasse di controllare le sue pulsioni. La luna piena si avvicinava. Alle volte il ragazzo era tentato di andare dagli zii,che abitavano proprio lì affianco,per lasciarsi andare al suo destino. Ma sapeva che il lupo che voleva nascere in lui era piú forte e voleva sopravvivere. Ormai lo aveva accettato,era un mostro,di quelli che una volta amava uccidere tanto. Solo la sera usciva,nascosto falle ombre della notte,per sfogare tutta la sua rabbia,tutto il suo rancore verso Sophie e la sua razza che ora in qualche modo gli apparteneva. Si domandava come avesse fatto Sebastian a sopportare di essere diventato ció che era.
A meno di due giorni dal fatidico primo plenilunio da lupo mannaro,Paul si trovava seduto al tavolo della cucina,una fame incontenibile,un brivido selvaggio e un'andrenalina in corpo che non si poteva descrivere.
David si era in fondo affezionato ragazzo.
"Vuoi un altro po' di zuppa".
Paul non sorrideva mai,era serio,tetro e chiuso in se stesso.
"Quanti nella tua famiglia sono mannari". Pronunció l'ultima parola tra i denti,come fosse una parolaccia orrenda o una maledizione.
"Solo mia moglie defunta". Rispose l'uomo.
"Non è come credi...".
" Ne abbiamo già parlato,David". Fece Paul.
"Forse le cose stanno davvero come dici tu,forse i lupi mannari non sono in fondo cosí mostruosi come ci hanno insegnato fin da piccoli...".
Paul cercava di essere abbastanza positivo,non avrebbe piú potuto rivedere la sua famiglia ma aveva intenzione di cominciare una nuova via altrove.
"Dovrai trovarti un banco...".
"Non se ne parla,nessuno dovrà mai venirlo a sapere...". Detto questo si alzó bruscamente e se andó a dormire. L'indomani si alzó di buon'ora e aiutó David nelle faccende domestiche e a cucinare. Il padre della lupa trovava che nonostante il ragazzo avesse i suoi problemi,non fosse altro che una vittima di tutta quella situazione. L'indomani sarebbe sorta la luna e la vità di Paul sarebbe mutata letteralmente. Sentiva regolarmente la sua bambina. Or stava bene,con Sebastian,Juan e Anita. Per quanto riguarda Paul aveva intenzione di star lui vicino. Aveva mantenuto la promessa di non proferire parola con nessuno in merito alla sua presenza in casa ed era intenzionato a mantenere la parola. Verso il pomeriggio cominció una pioggia lenta e grigia,l'umore di Paul non era dei migliori ma fu ben accetto a condividere il divano con David per vedere un film. A notte inoltrata si svegliò di soprassalto. Non gli capitava spesso di fare incubi ma si calmó quasi subito sebbene il suo cuore abbia cominciato a battere come un martello. Si rese conto che non era un incubo,era il sogno di un bosco nella notte,due occhi verdi lo fissavano nell'ombra. Aveva preso inizialmente spavento ma poi si era reso conto che erano quelli del cugino Sebastian. Si era comunque svegliato di soprassalto. Il sonno non gli era venuto per un bel po' di ore. Riuscí a recuperare un po' di sonno benché ormai non gli servisse ganchè dormire. I lupi mannari non sono noti per la necessità di un sonno prolungato. E arrivo il giorno di luna piena. Si alzó sempre prestissimo. Ormai la scuola era iniziata ma per lui non ancora. Si domandava come avrebbe fatto Sophie con Sebastian. Ma al momento non era affatto suo. Sempre verso il pomeriggio David lo scortó fino al bosco.
"Stanotte la dovrai passare qui,ragazzo".
"Ti ringrazio David,per tutto quello che hai fatto per me".
L'uomo gli diede una pacca sulla spalla.
"Sii forte Paul,ho visto un ardore in te,sei tu a scegliere chi essere". Le sue parole erano sincere.
"Io sono...".
"Un lupo mannaro vero?. Sai cosa penso?. Non esistono licantropi umani o unicorni,esistono anime e persone,se in cuor tuo sai di provare sentimenti ed emozioni,se ti senti in fondo sempre te stesso,sei ció che vuoi". Quelle perle di saggezza presero il cuore di Paul mentre si allontanava in silenzio verso i boschi.
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La luna piena è potente. Ti riempie di adrenalina e forza. Paul lo sentiva. Il riflesso del plenilunio fu su di lui,su tutto se stesso. E non potè desistere. Un dolore atroce gli percorse il corpo,come se la luna lo stesse punendo,ma non era un castigo,era un dono. Paul si gettò a terra urlando. Le gambe dolevano,le braccia pure,un calore feroce è pulsante di immenso dolore ai denti. Vide le unghie crescere,urló a squarcia gola mentre le ossa gli pareva si spezzassero. Tutto si stava componendo,una rabbia ceca e una forza imponente si impadronirono di lui. E l'urlo si trasmormó in ululato mentre affondava le unghie nel terreno,e il dolore in adrenalina,libertà. Ora capiva. Gli sembrava di aver provato il dolore piú forte della sua vita ma poi si era trasformato in qualcosa di davvero grandioso,un esplosione di colori nella notte,una scarica di pura energia vitale. Ora che non sentiva piú dolore udiva il suo corpo reclamare adrenalina,la luna gli era compagna mentre correva nella notte,finalmente libero.

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