Prologo

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Copyright © 2016, Josephine-C

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"La Vita non è uno spettacolo muto o in bianco e nero

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"La Vita non è uno spettacolo muto o in bianco e nero.
È un arcobaleno inesauribile di colori, un concerto interminabile di rumori, un caos fantasmagorico di voci e di volti, di creature le cui azioni si intrecciano o si sovrappongono per tessere la catena di eventi che determinano il nostro personale destino."

I raggi del sole filtrarono dalla sua camera, risaltandone i leggeri colori pastello e ridestandola dal dolce sonno in cui era scivolata la sera prima. Si alzò lentamente, essendo in vacanza aveva tutto il tempo per godersi quella splendida mattinata. Dalla finestra si fermò ad ammirare i meravigliosi giardini della tenuta. Non poteva non immortalare un panorama così bello, forse i comuni mortali l'avrebbero semplicemente fotografato, magari con il solito cellulare. Ma non lei, Amèlie preferiva di gran lunga rappresentarlo con le sue matite ed i suoi colori, una passione tramandatale da suo padre. Era stata a lungo via per gli studi, ritrovare gli oggetti ed i luoghi che prima scandivano la sua quotidianità la rasserenava.

Così passò gran parte della mattinata a disegnare, dimenticandosi quasi della colazione che l'attendeva di sotto.
Era così assorta che non si accorse della porta che si aprì, facendo entrare sua madre con un'espressione alquanto contrariata. La donna sapeva benissimo perchè sua figlia era in ritardo, conosceva la sua bambina alla perfezione, come conosceva suo marito e le passioni che li accomunavano. Per questo si preparò a rimproverarla.

-Amèlie tesoro! Ti stiamo aspettando da un bel po', avevamo programmato di passare la mattinata insieme. Non dirmi che ti sei immersa di nuovo nel disegno, dimenticando tutto il resto!- La interruppe sua madre.

Lei fissò intimorita quegli occhi verdi dall'espressione infuriata e subito si formò sul suo volto una smorfia mortificata. Non voleva certo trascurare i suoi genitori! Avevano così poche occasioni per stare insieme...

-Scendo subito! Scusami mamma davvero, era così bella questa mattinata, che dovevo assolutamente farle spazio sul mio album. Insomma è il primo giorno d'estate!- Si scusò.

-Sei proprio uguale a tuo padre!- La donna alzò gli occhi al cielo, cercando di reprimere un sorriso e mostrarsi infuriata. Adorava questo lato di sua figlia, eppure doveva ogni tanto rimetterla in riga e ricordarle che esiste un mondo, oltre i suoi disegni.

Entrambe scesero al piano di sotto, la grande sala da pranzo profumava di dolci, crostata al cioccolato in particolare. Lo stomaco iniziò immediatamente a brontolare, reclamando il cibo che imbandiva riccamente il grande tavolo. Di spalle, su una sedia a capo tavola c'era suo padre, intento a rubare furtivamente qualche fragola.
Lei gli corse incontro e lo abbracciò, dandogli un bacio affettuoso sulla guancia. L'umore dell'uomo migliorò notevolmente, ora che le sue donne erano accanto a lui. Passava tanto tempo a guardarle, a sentirsi immensamente fortunato per ciò che aveva creato.

-Finalmente! Iniziavo a morire di fame!- Le sorrise suo padre, ricambiando l'abbraccio e guardandola con occhi sorridenti ed allegri, di un profondo e vivido azzurro, così simile ai suoi.

-Scusa papà stavo...- Non riuscì a terminare la frase, che lui la finì per primo -disegnando!- Disse, strofinando con le mani la guancia della figlia, per togliere del colore dal viso.

-Si ed in questo siete completamente uguali!- Esclamò la madre, sedendosi accanto a lei.

-Ma i miei ritratti rappresentano solo te amore mio!- Si avvicinò alla moglie, dandole un dolce bacio sulle labbra e togliendole quella espressione imbronciata. Amèlie li fissava sognante tutte le volte. I suoi genitori erano l'esempio lampante del vero amore.

Erano adorabili, non smettevano mai di dimostrare i loro sentimenti. Essere il frutto di un amore così puro la rendeva orgogliosa e speranzosa per il futuro. Magari anche lei un giorno avrebbe incontrato qualcuno a cui donare il suo cuore.

Finalmente iniziarono a gustare tutto ciò che era stato preparato per la colazione, chiacchierarono allegri per la maggior parte del tempo. Era così bello stare insieme, per gli impegni quotidiani era un lusso che non potevano permettersi spesso. Questo era uno dei motivi per cui adorava l'estate.

-Allora, abbiamo scelto un posto dove andare in vacanza?!- Chiese euforica, dopo aver addentato un pezzo della seconda fetta di crostata. Avrebbe rimpianto dopo i chili in eccesso e la prova costume imminente, era troppo golosa per pensare a tutto questo.

-Si, andremo in Spagna. Cosa ne dici?- Domandò suo padre, sapeva benissimo che se non le fosse piaciuto il posto, avrebbe disdetto tutto. Lui cercava sempre di renderla felice, o meglio di viziarla, nonostante il parere contrario di sua madre. Era certamente fortunata ad avere una famiglia tanto perfetta.

-Ma è meraviglioso! Non vedo l'ora papà!- Aveva sempre voluto visitare i luoghi caldi ed allegri della Spagna. Già iniziò a fantasticare sui possibili posti che avrebbero arricchito il suo album da disegno.

-Quando partiremo?!- Ormai nessuno avrebbe potuto fermare il suo entusiasmo.

-Tra due giorni. Inizia a preparare i bagagli piccola- sorrise suo padre con affetto.

Stava già per alzarsi, quando la madre la bloccò. La donna temeva da molto tempo quel momento, ma era arrivato e non poteva tirarsi indietro.

-Aspetta... Prima che tu vada, noi abbiamo una cosa da darti- Amèlie iniziò a preoccuparsi, notando lo sguardo improvvisamente serio dei genitori.

-Cosa? Mi state facendo innervosire con queste facce lunghe- iniziò a giocare nervosamente con una ciocca di capelli. Che abbiano scoperto del vaso rotto subito dopo il suo arrivo? Si domandò impaurita.

-Amore, sei sicura di volergliela dare adesso?- Si intromise suo padre. Qualunque cosa potesse turbare la sua bambina, era fonte di preoccupazione per lui.

-Si... È arrivato il momento- rispose sicura la donna.

Vedendo lo sguardo della moglie, anche lui titubante acconsentì.

-Questa è tua- allungò sul tavolo una busta da lettere, del tutto ingiallita e con un timbro in cera dall'aria molto antica. Sul retro era impresso il suo nome:

"Per Amèlie Deveraux."


**Spazio Autrice**
Ecco il prologo del terzo libro, spero vi piaccia :) avrete certamente notato che ho cambiato i tempi verbali ora al passato ed il tipo di narrazione, è una peculiarità del solo prologo, nel prossimo capitolo tornerà tutto come prima, compresi i protagonisti. Cercherò di aggiornare settimanalmente come sempre, mi scuso in anticipo per eventuali ritardi, ma ormai sapete che lo studio mi impegna sempre moltissimo >.<
Beh che altro dire, diamo inizio ad altre avventure :P
Grazie di cuore a tutti per i bellissimi commenti alla fine del secondo libro, mi avete commossa :*)
A presto JosephineC ❤️

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