Capitolo 7

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Le orecchie mi fischiano e stringo i pugni talmente forte da farmi male

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Le orecchie mi fischiano e stringo i pugni talmente forte da farmi male. Sento il cuore battermi all'impazzata, ruggisce nel mio petto dalla rabbia e dal tradimento. Fisso quel dipinto a terra accanto a Jess e se potessi lo incenerirei all'istante. La pelle comincia a pizzicarmi, il potere del mio amuleto diviene improvvisamente incontrollabile. Lo sento serpeggiare nelle mie vene e non posso contenerlo, la mente si annebbia. Gli altri si sono avvicinati a noi ed hanno avuto modo di capire perché abbiamo reagito così. Le mie emozioni spingono per uscire fuori, la furia che provo mi sfugge e non posso reprimerla, un fascio di luce rossa fuoriesce dalla pietra al mio collo, incenerendo l'odiosa immagine del ritratto. Mi volto ormai accecata, l'unica cosa a cui riesco a pensare è la vendetta. Stanno per bloccarmi, ma un altro fascio di luce mi avvolge e li spinge ad indietreggiare.

-Amy, devi calmarti, stai perdendo il controllo- Yulya cerca di mantenere un tono di voce tranquillo, ma non riesce a nascondere la sua agitazione. La leggo anche nei volti dei miei amici, di Akim e di David.

-State indietro- sibilo, per poi voltarmi e correre via, la ucciderò. Giuro che la pagherà.

La mia corsa è inarrestabile, non tengo conto delle persone che incontro, di sembrare una pazza inseguita da chissà chi. Come ha potuto?! La porta è chiusa, busso con tutte le mie forze e sto quasi per buttarla a terra con un altro fascio di energia, ma quando sto per farlo si apre.

Lei mi fissa inizialmente allarmata, poi si rasserena guardandomi.

-Sei tu! Credevo fosse scoppiata un'altra guerra da quante volte hai bussato- ride.

Guardarla negli occhi adesso non fa che aumentare la sete di vendetta che provo. Senza che possa nemmeno rendersi conto, la prendo per le spalle e la spingo verso l'interno, per poi bloccarla contro il muro.

-Ma cosa fai? Sei impazzita?!- Esclama sgomenta.

Mi osserva con gli occhi sgranati e prima che possa dire qualsiasi cosa, prendo il coltello dalla tasca posteriore dei miei jeans. Yulya me l'ha dato qualche giorno fa, prima che tornassimo ad Albanuova, per ogni evenienza aveva detto. Non avrei mai creduto che mi sarebbe servito per questo.

Lo punto alla sua gola -Adesso dammi una sola ragione per cui non dovrei ucciderti Nora- ringhio al suo orecchio -o dovrei dire Contessa Eleonore Van Dalen- i miei occhi la trafiggono.
All'inizio sembra soltanto sconvolta, ma quando pronuncio quel nome, un sorriso beffardo e perfido le si dipinge sul volto. È stata scoperta, ma ciò non sembra preoccuparla minimamente, anzi.

-Finalmente ci sei arrivata, credevo che fossi così stupida da non capirlo mai- sibila, facendomi stringere ancora di più la presa. Le lezioni di Yulya hanno dato i loro frutti.

-Come hai potuto?! Era la tua migliore amica e l'hai uccisa!! Tuo figlio, hai infettato il tuo stesso figlio!! Non meriti di vivere, non meriti di respirare ancora!- Sto per affondare il pugnale, i miei pensieri offuscati dal potere mi dicono di farlo. Ma il rumore della porta che batte contro il muro mi distrae per un secondo bloccandomi. Sono tutti qui, mi hanno seguita. Sento le urla degli altri che mi chiedono di fermarmi, ma nessuno riesce a cambiare la mia decisione, a distogliermi da quelle che sono le mie intenzioni. Deve pagare per aver rovinato entrambe le mie vite.

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