Capitolo IX
Venerdì 7 agosto, mattina, casa Molinari
Zoe dormiva e avrebbe voluto farlo ancora per un bel po' di tempo. Ovviamente i suoi desideri non avevano possibilità di essere esauditi, dal momento che la povera ragazza aveva due sorelle curiose e una delle due era malauguratamente anche piuttosto invadente.
Le suddette sorelle già la sera precedente avevano cercato di circuirla per farsi raccontare i particolari del viaggio in Spagna e del soggiorno a Lecce, ma avevano ricevuto una secca e definitiva risposta, purtroppo per loro, negativa.
"Sono stanca e vado a dormire. Non rompete fino a domani."
Domani era arrivato in fretta e Viola ormai non stava più nella pelle per la curiosità. A onor del vero anche la maggiore, Ginevra, era molto interessata all'argomento, ma era comunque abbastanza assennata da capire che Zoe si sarebbe infuriata con un risveglio tanto brusco. Ad ogni modo riuscì a frenare la sorella più piccola solo fino alle nove circa, dopodiché Viola entrò zampettando in camera della Bella Addormentata e la svegliò con la sua soave voce.
"Sorelloooonaaaaaa! Zoe bella, svegliati!"
Zoe mugugnò qualcosa di indefinibile sul cuscino e si girò dall'altra parte, ancora semi addormentata, ma Viola, incurante del pericolo, non demorse e aprì i balconi, canticchiando un pezzo, guarda caso, dei Jam Session, storpiandone le parole come al suo solito.
"Non vorrai mica scappare, tu sai cosa devi faaareee... Na na na na naaaa..."
"Viola, cosa cazzo stai facendo?" la apostrofò malamente Zoe, acciambellandosi meglio sotto le lenzuola per impedire alla luce di arrivarle agli occhi.
"Canto e apro le finestre per svegliarti, mi pare ovvio."
Ginevra osservava preoccupata la scena dall'uscio della camera, aspettando lo scoppio della sorella mezzana.
"Ma che ora è?" farfugliò la povera ragazza senza uscire dalla tana che si era costruita.
"È ora di raccontare che hai combinato queste due settimane in compagnia di quel pezzo di ragazzo di Giacomo Pioggia."
"Mi hai svegliata per questo?"
La voce di Zoe, da sotto le lenzuola, tornò a essere da lamentosa a minacciosa.
Oh oh. Ginevra immaginò che il momento dell'apocalisse stesse per arrivare. Sperò solo che i vicini non stessero dormendo, anche se effettivamente i poveretti erano abituati a urla a schiamazzi.
"Beh, certo," rispose Viola tranquilla. "Hai detto di non rompere fino a domani e adesso è domani. Per la precisione sono le nove e quattro minuti di domani. Perciò..."
Ginevra si posò una mano sugli occhi, rassegnata. Tre, due, uno...
Silenzio. Zoe era ancora nascosta dal lenzuolo e non aveva emesso suono. Che si fosse riaddormentata? Qualcosa si mosse, piano. No, era sveglia e, probabilmente, pronta a uccidere Viola, che nel frattempo si era avvicinata al letto con piccoli passetti silenziosi.
A quel punto Ginevra decise di intervenire per placare le acque, o perlomeno per tentare di salvare se stessa dalla furia omicida della sorella.
"Zoe, io ho provato a fermarla, ma..."
"Va bene," sbottò Zoe riemergendo dalle coperte e mettendosi a sedere.
"Come?" Viola e Ginevra parlarono all'unisono, sorprese.
STAI LEGGENDO
Take some patience
RomanceCi sono incontri che, per quanto casuali e assurdi, un po' la vita te la cambiano. Zoe è una ragazza tutto sommato pragmatica: non crede nel fato, nel destino, nella predestinazione, e tutto il resto. Pensa che le cose che le succedono siano perlo...