Capitolo XVII

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Capitolo XVII




"No."

Zoe chiuse la porta e si girò per allontanarsene il più possibile, col fiato incastrato in gola. Si trovò davanti Viola che la guardava con gli occhi sbarrati.

"Chi c'è là fuori?" le chiese. "Zoe, dimmi che non è chi penso io, perché neanche a un venditore porta a porta sbatteresti la porta in faccia in quel modo, tu."

"Sono affari miei," ribatté secca la maggiore, superandola e cercando di mostrare un contegno, nonostante il cuore che le martellava nel petto.

"Se non mi dici che hai combinato gli apro, chiunque sia," la sfidò sua sorella.

Zoe si bloccò. "Non ti azzardare."

"Chi è?" insisté Viola.

"È Pioggia. Non aprirgli. Abbiamo litigato."

"Questo l'avevo intuito," sospirò la bionda. "Ma perché?"

"Non sono affari tuoi."

Zoe era veramente arrabbiata e sconvolta, ma soprattutto non era intenzionata a parlare con chicchessia, tantomeno con quell'impicciona di sua sorella.

"Non aprirgli e basta," concluse salendo le scale con la sua cagnolina che la seguiva preoccupata.



"Senti, Zoe," cominciò Ginevra fuori dalla porta del bagno. "Hai intenzione di restare per sempre chiusa lì dentro?"

"Sì," rispose testarda l'altra. "Può darsi."

"Ok, buono a sapersi. E quella povera anima la lasciamo fuori ad aspettare per molto?"

"Per l'eternità, se necessario," continuò velenosa Zoe.

"Non ti sembra di esagerare un po'?" tentò di convincerla la sorella maggiore.

Ginevra era stata convinta da Viola, che adesso si trovava preoccupata alle sue spalle e cercava di spronarla a insistere, a intervenire per smuovere la situazione, ma la cosa per ora aveva dato pochi frutti.

"Non sono fatti miei quanto quell'idiota ha intenzione di restare là fuori. Prima o poi si stuferà e se ne andrà," berciò infatti Zoe, senza muoversi minimamente dalla propria posizione.

Era distesa sul pavimento del bagno da venti minuti, con il muso di Penny appoggiato sul ventre. La bestiola aveva capito che qualcosa non andava e aveva seguito fedele la padrona per farsi tranquillizzare.

Viola, che era stata in silenzio fino a quel momento, non riuscì più a trattenersi e intervenne.

"Certo. Infatti sappiamo che dalla finestra del bagno è impossibile guardare fuori, vero?"

"Che vuoi dire?" chiese Zoe alzandosi improvvisamente.

Sapeva già la risposta, in realtà.

"Sei lì apposta per controllare cosa fa Giacomo fuori," insistette Viola, mentre Ginevra tentava inutilmente di zittirla.

Presero entrambe non poca paura quando la porta del bagno si aprì all'improvviso, rivelando una Zoe contratta e minacciosa.

"Fatevi tutt'e due gli affaracci vostri," sillabò sulla soglia una Zoe livida di rabbia. "E non disturbatemi più. Faccio quello che mi pare," concluse scandendo bene l'ultima frase e richiudendo la porta.

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