Zoe 3

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Zoe 3




Non sono mai stata una persona fatalista, credo piuttosto che il mondo sia guidato dal semplice caso e dalle singole volontà. Ma, lo devo ammettere, a volte capitano delle coincidenze davvero... Beh, particolari. Il mio incontro con Davide, ad esempio.

Dove sta la stranezza? Io e Davide frequentiamo due corsi di laurea all'interno della stessa facoltà universitaria a Padova, abbiamo la stessa età, avremmo potuto vederci centinaia, migliaia di volte. Eppure ci siamo incontrati e parlati la prima volta due settimane fa in stazione.

Ripeto, non credo nel destino, ma c'è una cosa in tutta questa vicenda che ho notato: esattamente un anno fa, a febbraio, ho incontrato Giacomo in treno. Non avrei mai e poi mai pensato di diventare amica di quel disgraziato, invece, non posso negarlo a me stessa, Pioggia è diventato quello che, se non odiassi le etichette, potrei definire il mio migliore amico.

È ovvio, lui non è Aurora. Lei mi conosce da anni ed è ancora la prima persona a cui penso quando ho bisogno di sfogarmi. Ma subito dopo mi viene in mente Giacomo e, sì, i primi tempi la cosa mi scombussolava alquanto, ma adesso ho capito che è normale. È un ottimo confidente, è empatico, sensibile, pacato, dolce. Se tolgo quella volta del ritardo, con quello sfogo che non ho mai capito del tutto, è quasi sempre stato perfetto come amico. Sa ascoltarmi, sopportare le mie lune, consolarmi, farmi ridere: la sua è diventata una presenza necessaria e insostituibile per me. E ovviamente queste sono cose che a lui non direi neanche sotto tortura.

Non so come ma quest'anno accanto a lui mi ha fatto capire molte più cose di me stessa di quante non ne conoscessi già e ha fatto crollare molti muri che mi ero costruita attorno. Non per niente, sono passati circa dieci mesi da quando abbiamo deciso di cominciare a conoscerci, da quando, in stazione, abbiamo preso quel caffè assieme e gli ho lasciato il mio numero di telefono. Eppure sono consapevole del fatto che Giacomo in dieci mesi mi ha capita e conosciuta meglio di quanto non abbiano fatto tante persone in dieci anni.

Detta così sembra tutta rose e fiori, ma non lo è: con me non può mai esserlo, lo so. C'è stato il litigio al suo compleanno, l'altro quando credevo di essere incinta e, maledizione a me, c'è stato quel bacio all'aeroporto che ho insistito tanto per avere. Forse sono stata stupida, ma dopo quel bacio ho creduto davvero che le cose sarebbero potute cambiare, ero scombussolata e solo ragionando a mente fredda ho capito. Se ho provato determinate sensazioni dev'essere per un altro motivo, non ho alcun intento romantico nei suoi confronti, è troppo diverso da me, è troppo diverso da un mio possibile "ragazzo ideale". Siamo solo amici. Ora lo so e posso tirare un bel sospiro di sollievo.

Anche Giacomo dev'essere d'accordo con me visto che in questi due mesi nessuno dei due ha mai fatto riferimento a ciò che è successo. Oppure, più probabilmente, lui quel bacio l'ha davvero preso come un gioco, d'altronde all'inizio avevamo detto così.



Ma torniamo a Davide. Se l'avessi conosciuto un anno fa probabilmente le cose sarebbero andate in tutt'altro modo: ero più chiusa, impenetrabile, diffidente. Certo, non ho perso queste caratteristiche, ma per entrare in contatto con Giacomo e il suo mondo ho dovuto smussare gli angoli del mio carattere e ciò mi ha fatto bene.

A febbraio dell'anno scorso ho conosciuto Giacomo su quel treno e adesso, un anno dopo, incontro questo Davide in stazione. Sembra quasi il chiudersi di un cerchio, di un percorso durato un anno, e l'inizio di una nuova vita per Zoe. Non so nemmeno io se crederci, ma staremo a vedere cosa succederà.

Intanto, ho avuto il coraggio di usare il numero lasciatomi da Davide, anche se c'ho messo un po'. E, conoscendomi, questo è già un buon passo avanti.

È andata così. Non sapendo come comportarmi e cosa fare in quel momento, ho chiamato Aurora per un consiglio. È vero che ultimamente siamo state meno unite del solito, ma Rora resta una delle persone più importanti della mia vita e resterà tale per molto tempo.

Comunque, visto che entrambe avevamo finito gli esami ed eravamo a casa, abbiamo indetto una sessione straordinaria del Life Dawn Club – composto solo da me e lei, si capisce – per discutere dell'accaduto e non solo. Aurora mi era mancata troppo: da lì ci siamo viste praticamente tutti i giorni per quella settimana di vacanza. Alla fine la pazza mi ha talmente stordita con le sue chiacchiere che mi ha convinta a scrivere a Davide.

Un pomeriggio, stesa con Aurora sulla trapunta del suo letto, ho preso il cellulare e gli ho scritto un messaggio, aspettando poi la sua risposta, col cuore in gola per l'ansia e chissà cos'altro. Sembravo una ragazzina. La risposta non si è fatta attendere troppo, fortunatamente: qualche minuto dopo mi è arrivato il messaggio di un entusiasta Davide che diceva di ricordarsi molto bene di me.

Ero convinto che avresti cestinato il mio numero già sul treno, mi ha scritto, ma sono davvero contento di sentirti, Zoe.

Ci siamo mandati qualche sms di rito, sempre sotto lo sguardo attento di Aurora, finché, inaspettatamente, ho letto sul monitor le parole che mi hanno lasciato a bocca aperta.

Ti chiederei anche subito di uscire, ma domani parto per Londra con dei miei amici per festeggiare la fine degli esami...

"Vedi?" ho detto ad Aurora. "Appena trovo uno che mi interessa sul serio, quello scappa in un altro stato. Sono una sfigata."

"Guarda il lato positivo: è come se ti avesse chiesto di uscire," mi ha consolata lei, col suo solito ottimismo.

Stavolta, però, aveva ragione, e il messaggio successivo me l'ha confermato.

Sto via due settimane. Mi aspetti?

Mi sono trattenuta dal rispondergli "Anche due mesi" solo per mantenere un briciolo di dignità. Ma l'ho aspettato e, quand'è tornato a Padova, siamo usciti assieme. Non posso definirlo un vero e proprio appuntamento, ad essere sincera è stato un mezzo disastro, purtroppo, ma per ragioni che non sono dipese da noi.

Davide mi ha chiesto di uscire il giorno dopo del suo ritorno in Inghilterra. Tempo di tornare in tutta fretta a Padova ed ero pronta, un po' agitata ma pronta. Solo che quel sabato, l'ultimo weekend di febbraio, lui era già stato invitato a una festa, perciò mi ha proposto di accompagnarlo e io, non senza titubanze, ho accettato.

Per farla breve, la festa era nell'appartamento di alcuni suoi amici che però non avevano lesinato gli inviti. Ergo: era strapieno di gente. Era piuttosto difficile riuscire a parlare e conoscersi in un ambiente del genere. Davide si stava già scusando con me dicendomi che non immaginava che la festa fosse così, che avrebbe preferito vedermi in un posto più tranquillo, eccetera... 

Poi, all'improvviso, è arrivata la polizia, chiamata dai vicini a causa del gran baccano non autorizzato. C'è stato qualche tafferuglio, la gente se n'è andata, ma noi siamo dovuti rimanere perché i proprietari dell'appartamento erano completamente ubriachi e Davide, che invece era sobrio, si è sentito in dovere di restare per spiegare agli agenti la situazione e aiutare quei mentecatti dei suoi amici.

Quando siamo riusciti ad andarcene  era già molto tardi e lui mi ha riaccompagnata a casa scusandosi in tutte le lingue possibili e immaginabili. È stato molto carino, però. Mentre mi coricavo, quella stessa sera, stavo imprecando mentalmente contro la mia maledetta sfortuna e in quello mi è arrivato un suo messaggio.

Non so più come scusarmi per la serata schifosa, giuro. Mi piaci, vorrei conoscerti. Se vorrai uscire di nuovo con me prometto che saremo solo noi due, non una persona in più. Fammi sapere, buonanotte.

Mi sono letteralmente sciolta. Non mi aspettavo una dichiarazione tanto diretta e non mi aspettavo di piacergli sul serio.

Ora, non so ancora quando ci vedremo di nuovo. Questa settimana nessuno di noi due è a Padova, dato che i corsi iniziano lunedì prossimo, e sabato sera vado al concerto dei Jam a Mantova. Però una cosa è certa: Davide finora sembra assomigliare al mio ragazzo ideale, sarà meglio che non me lo faccia scappare.

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