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Non riuscii a chiudere occhio per tutta la notte. Fissavo il soffitto e poi guardavo la schiena tatuata che toccava il mio braccio, mossa dal lento respiro. Così per sei ore.

Stavo fissando una crepa sul soffitto quando sentii J muoversi e voltarsi lentamente verso di me. Chiusi velocemente gli occhi fingendo di dormire, ma lui con voce ancora impastata dal sonno disse -So che sei sveglia Harley-. Aprii con calma gli occhi e lo vidi scrutarmi. La luce che filtrava dalla finestra avvolta dalla tenda opaca illuminava il suo viso.
-Hai due occhiaie orrende, quanto hai dormito?- disse prima di scoppiare in una grottesca risata, che non durò molto, dato che lo guardai e mi girai dalla parte opposta, dandogli la schiena.
-E adesso cos'hai? Non ne hai avuto abbastanza ieri e vuoi un altro round?- scherzò  prendendomi dalla spalla e girandomi sgarbatamente verso di lui. Io non proferii parola e questo non gli piacque, dato che sbuffo ed si alzò.
-Cosa sono io per te?- dissi all'improvviso rompendo il silenzio. Lo guardai negli occhi e lui sembrò pensarci su.
-Sei la mia regina, non te lo ricordi? Io sono il re di Gotham e tu sei la regina.- disse gesticolando, per poi incrociare le braccia al petto e annuire con la testa.
-Ma il re dovrebbe amare la regina. Dovrebbe stare tanto tempo con lei.- dissi io a bassa voce, ma lui mi sentii e si avvicinò a me con due falcate.
-Ti dò un tetto ed un letto dove stare, ti faccio mangiare e ti faccio vivere di lusso e tu continui ancora con questa storia dell'amore?- gridò e il suo viso si contorse in un'espressione di rabbia. Volevo ribattere, ma dalle mie labbra non uscì una parola.
-Perché non ti ho abbandonata quando tutto è iniziato?- domandò, forse più a se stesso che a me. Presi coraggio e parlai.
-Tutto cosa? Non provi niente per me, perché non mi hai ancora abbandonata?-
I suoi occhi divennero più scuri e con velocità strinse con la sua mano il mio collo. Non riuscivo più a respirare e la mia gola produceva solo rumori gutturali. Cercai di togliere la grande mano venosa per riuscire a respirare di nuovo, ma no ci riuscii.
Mi guardava con sguardo furente. Pensai di morire quella volta. Mi aveva fatto molto di peggio, ma il modo in cui mi guardava riuscì a farmi ghiacciare il sangue.
Ma con mia sorpresa lasciò la presa e mi spinse con rabbia sul letto. Con un tonfo crollai di schiena sul materasso, ma mi misi seduta all'istante, cercando di riprendere fiato. Si voltò e aprì la porta, che poco dopo sbattè con un forte rumore.

Restai immobile per pochi minuti, sconvolta da quello che era successo. Mi feci una doccia e mi vestii prima di scendere le scale di marmo e raggiungere la cucina.
Il piano era completamente vuoto e silenzioso.
-Mister J?- domandai urlando, con la speranza di sentire una risposta. Ma nessuno parlò.
Feci una smorfia e mi concentrai sulla macchina per il caffè.

La mattinata passò lenta e, stufa di aspettare invana il ritorno di J, andai in ascensore per esplorare il palazzo. Mi domandavo se qualcosa fosse cambiato durante la mia assenza.
J non mi avrebbe punita perché in teoria non sarei uscita dall'edificio.
20, 19, 18, 17. I piani passavano sullo schermo ed a ognuno mi fermavo, ma non trovai niente di interessante, solo qualche arma, costume e merce di contrabbando.
Quando però le porte si aprirono sul terzo piano, riconobbi l'area adibita alle riunioni.
C'era un piccolo atrio con due poltrone dove i soci attendevano il loro turno. Una grossa porta di legno conduceva alla stanza vera e propria, dove c'era un grande tavolo rettangolare circondato da sedie di pelle. A capo tavola era presente una poltrona, che assomigliava ad un trono per la sua imponenza, dove si sedeva il Capo. Gli piaceva essere chiamato così. Sottolineava la sua potenza.
La porta era chiusa e sentii una voce parlare. Non la conoscevo. Era una voce roca e profonda.
Ci fu un attimo di silenzio, poi sentii la sua voce. Sembrava tranquillo, ma il tono di voce si alzò e riuscii a capire una parte del discorso.
-Ho messo così tante energie per trovarla, e tu vuoi prenderla con te?- disse J con tono alterato.
-Ti ho aiutato e non mi hai dato niente in cambio. So che hai ancora bisogno del mio aiuto, questa è la mia unica offerta J.- rispose a tono l'altro uomo.
Sentii il suono di una pistola caricarsi.
-Credi di essere così essenziale? Potrei ucciderti in questo esatto momento.- disse J tranquillamente.
-Cosa ti fa questa donna? Quanti uomini fidati hai ucciso per lei? Ti stai rovinando- ribatté l'uomo emettendo una risata nervosa.
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, mio caro!-
esclamò J prima che la pallottola lasciò la pistola con un fischio.

Mi allontanai dalla parete e corsi verso l'ascensore aspettando con impazienza l'apertura delle porte. Quando si aprirono mi buttai dentro e premetti il pulsante per ritornare nell'attico, ma il rumore della porta che si apriva mi fece girare di scatto.

• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora