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-Adesso faccio io. Vai a casa.- mi disse con tono calmo J dopo aver tolto l'ultimo respiro dal corpo di Manuel, che stava accasciato sul pavimento sporco.
-Chiamo qualcuno per pulire?- chiesi avvicinandomi a lui e cercando di togliermi dal braccio una striscia di rosso caldo.
-No, non adesso. Chiamo dopo.- mi rispose per poi darmi una leggera spinta verso l'uscita.
Gli voltai le spalle ed aprii la porta
per poi dirigermi verso all'ascensore.

Mi fermai quando sentii un urlo frustrato di J attutito dal muro. Volevo entrare, ma quando sentii un forte tonfo, provocato forse dall'impatto della sedia con il pavimento, affrettai il passo.
Non volevo trovarmi in una stanza chiusa con J su tutte le furie, non volevo essere il suo capo espiatorio. Non quando tutto era iniziato da capo e potevo dimenticarmi del passato.

Era passata più di un'ora quando vidi J uscire dalle porte dell'ascensore con la camicia ormai rossastra stretta nella mano destra. Mi guardò distrattamente per poi andare al piano superiore.
Quando arrivò in cima alle scale si sporse all'indietro in modo che riuscissi a veder il suo busto.
-Tra poco usciamo. Preparati.- disse prima di scomparire del tutto oltre alla parete del secondo piano. Con un sorriso sulle labbra mi affrettai ad alzarmi dal divano in pelle per seguirlo al piano superiore.

Arrivai in camera da letto e dal suono dell'acqua capii che J si stesse facendo una doccia.
Io avevo fatto un bagno per togliere l'odore acre dalla mia pelle poco prima quindi decisi di iniziare a vestirmi. Volevo apparire bella e sexy, solo per J. Sarebbe stata la prima sera dopo tanto tempo. Ero elettrizzata perché sapevo già che la notte di passione che tanto aspettavo sarebbe arrivata dopo la serata nel locale.

Decisi di mettermi un completino intimo di pizzo rosso con sopra un mini abito nero. Mi acconciai i capelli e mi affrettai a truccarmi. Mentre stavo mettendo un rossetto rosso fuoco sulle mie labbra sentii la porta del bagno aprirsi.

Mi girai verso il rumore e vidi J uscire con la camicia aperta e i capelli scompigliati appena asciugati. Mi avvicinai sorridente e appoggiai al suo petto le mie mani. Lo guardai e gli sorrisi ancora di più quando vidi la buffa acconciatura che il phon aveva creato. Con una mano gli tirai delicatamente i capelli all'indietro e misi dietro alle orecchie le ciocche più corte. Lui chiuse gli occhi e mi lasciò completare il lavoro. Staccai la mia mano dalla sua testa e gli baciai la punta del naso per poi fare una risatina.
J mi prese il mento con una mano e mi avvicinò a lui prepotentemente per poi far scontrare le nostre labbra.

Mi sembrò di tornare ai vecchi tempi, quando tutto iniziò.
Quando ero elettrizzata per ogni singola e piccola cosa che facevamo insieme. Insieme compivamo rapine, rapivamo importanti personalità nella società. Adesso era tutto cambiato perché J non andava più in missione se non per casi importanti e questi erano molto rari. Si limitava a dare ordini ai suoi uomini. Non era una cosa negativa, anzi era positiva.
Il motivo era semplice: era sempre con me a casa. Se un anno prima fossi stata male, per esempio com'ero stata per colpa di Manuel, lui non sarebbe stato al mio fianco ogni giorno.

Quel bacio era la prova che tutto stava ritornando normale. Era passato il periodo in cui ero solo una ragazza in preda al dolore, adesso mi ero rialzata e J era al mio fianco.

•Con quel bacio mi rianimai e finalmente ritornai me stessa. Non pensavo più all'ormai leggero male al petto quando respiravo, oppure alla fasciatura che era nascosta dalla stoffa del vestito. Pensavo solo a J che mi stava baciando e alla vita che sarebbe iniziata di nuovo.•

Il viaggio verso il locale fu abbastanza corto. Appena entrammo le luci colorate appese al soffitto e la musica alta ci accolsero nel grande locale.
Ovviamente andammo nel privé e ordinammo da bere.

Ero seduta sulle gambe di J e stavo guardando la folla di uomini accalcati sotto il palco dove era presente una cabina di vetro e ballerine che ondeggiavano i fianchi a ritmo di musica, quando un pensiero si fece spazio nella mia testa. Guardando quello spettacolo mi venne in mente Jonny quando mi controllava mentre ero nel locale di Manuel. A pensarci bene non lo avevo visto da quella notte.
-Puddin, dov'è Jonny?- chiesi posando lo sguardo sulla porta del privé dove Jonny soleva stare.
-Oh, beh voleva avere dei giorni di pausa quindi adesso è in vacanza.- disse lui inclinando il capo di lato mentre si avvicinava al bicchiere per bere il suo cocktail. Dal suo tono di voce non riuscivo a capire se stesse dicendo la verità o mi stesse prendendo in giro.

Jonny aveva sfidato il re di Gotham e poteva essergli capitato di tutto. Però era il braccio destro di J, quindi non mi preoccupai più di tanto. Non lo avrebbe mai ucciso, era il suo uomo migliore, ubbidiva sempre ed era bravissimo nel suo lavoro.

Volevo fare molte domande a Jonny, domande che non potevo porre a J. Ero troppo decisa a scoprire le cose successe durante la mia assenza. Soprattutto i dettagli del comportamento del re di Gotham, che non ammetteva che gli ero mancata più di quanto dava a vedere. Ne ero sicura, aveva sentito la mia assenza. In caso contrario, perché sprecare tempo per cercarmi?

• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora