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Il mio respiro si fermò quando vidi davanti alla porta J che puliva accuratamente le sue mani in un fazzoletto viola. Il suo sguardo si alzò e quando mi vide rimase sorpreso.
-E tu che ci fai qui?- chiese avvicinandosi sempre di più.
-Mi annoiavo e volevo fare un giro nel palazzo- mi affrettai a rispondere con aria innocente e giocando con una ciocca di capelli.
-Ok, non entrare. Diciamo che la stanza è occupata- disse per poi scoppiare a ridere in una risata sadica. Buttò il fazzoletto in un angolo e entrò nell'ascensore. Dopo che le porte si chiusero si girò verso di me e mi prese per i fianchi.
-Adesso andiamo su e tu ti prepari per uscire, ok?- domandò piegando la testa di lato.
-Ancora affari?- chiesi sbuffando.
-No mia cara, oggi ci divertiamo- .
Quando finì la frase l'ascensore si fermò e si diresse verso il suo studio.

Quando scesi le scale, lui mi aspettava. Indossava un classico smoking con una camicia bianca e un papillon nero. Era perfetto con i capelli verdi pettinati all'indietro e un'espressione di compiacimento sul viso. Si appoggiava al suo fidato bastone e quando finii di scendere la rampa di scale, mi prese la mano e mi condusse fuori dall'edificio.

Il viaggio fu abbastanza breve. Durante tutto il tragitto mi girava verso di lui quando era possibile e lo osservavo. Mi sentivo fortunata a star vicino a lui. Io ero la sua regina.

Eravamo seduti sul divano bianco e stavo intrattenendo J, quando Jonny si presentò sulla porta.
-È arrivato signore- disse con tono piatto, seguito da uno sbuffo da parte del Capo. J si voltò, spostando lo sguardo da me a lui.
-Doveva venire domani, oggi sono impegnato- rispose J indicandomi con un cenno di mano.
-Ha detto che ha fatto un lungo viaggio per venire qui.- proseguì l'uomo in giacca e cravatta.
-Viaggio invano, dato che oggi sono impegnato. Offri a lui e ai suoi uomini un drink e poi falli andare via.- disse J con tono stizzito.

Quando Jonny si eclissò oltre alla porta, J si girò nuovamente verso di me.
-Dove eravamo rimasti?- domandò J con un sorrisetto sulle labbra. Mi prese per i fianchi e mi fece sedere sulle sue ginocchia con le gambe aperte. Subito si avventò sul mio collo, mordendolo e baciandolo.
-Puddin'!- esclamai facendo un urletto per la cosa inaspettata, ma comunque gradita. Inclinai il collo per lasciar più spazio a quelle magiche labbra e mi sciolsi sotto i suoi occhi. Presi la sua testa tra le mani e lo baciai con foga, un bacio che durò per svariato tempo, finché non ci staccammo per il fiato corto. Poggiai la fronte sulla sua e lo guardai negli occhi, quei bellissimi occhi brillanti. La sua mano si infilò sotto la gonna attillata e iniziai a muovermi su di lui, toccando le sulle braccia, il suo collo, il suo petto. Emise un grugnito e mi avvicinò ancor di più al suo petto. La situazione che si era creata mi piaceva, eccome se mi piaceva. Eravamo solo noi, con la musica del locale che arrivava dalla stanza su cui era affacciato il privé, delimitato da quest'ultima da una tenda di catenine dorate.
Non ci importava se tutti potevano guardarci, perché nessuno aveva il coraggio di posare lo sguardo sul re e la regina di Gotham.

•Le conseguenze per aver interrotto il piacere del clown criminale sarebbero state veramente pesanti. A lui non importava che qualcuno guardasse lui. A lui non piaceva che qualcuno guardasse lei, la sua regina, l'unica ed inimitabile Harley Quinn, che solo lui poteva avere. Da parte della pazza, lei voleva solo lui, il suo Puddin'.
Solo lei era riuscita a veder qualcosa di buono nello psicopatico dai capelli verdi, infatti era subito dopo impazzita.•

Una sensazione sgradevole mi avvolse e interruppi il bacio pieno di passione. Alzai lo sguardo e guardai oltre le catenelle.
Al bancone del bar era seduto l'uomo misterioso, con le sue catene d'oro appese al collo e la giacca in pelle lucida. Era rivolto verso la sala da ballo, lasciandosi alle spalle le mensole piene di alcolici in bottiglie di vetro, ma il suo sguardo non era rivolto all folla che ballava e urlava. Il suo sguardo era concentrato su di me e non aveva intenzione di muovermi ciglio anche se lo avevo scoperto. J insospettivo dalla mia brusca interruzione si rimise seduto dritto, non lasciando però le mie cosce. Girò il capo, cercando di scoprire cosa aveva sollevato così tanta attenzione da parte mia. Tutto il suo corpo si irrigidì quando anche i suoi occhi si puntarono sull'uomo in nero.

• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora