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Quell'ammasso di carte, fotografie e annunci ritagliati dal giornale era ormai sparso sulla trapunta del letto matrimoniale. Man mano che leggevo ogni singola riga ed esaminavo ogni singola fotografia, scoprivo quello che mi avevano tenuto nascosto.

Per prima casa scoprii che Manuel e J erano diventati soci solo all'inizio dell'anno scorso, poco prima della mia fuga da Belle Reve. Avevano comprato armi e si erano divisi la città, cose normalissime per due uomini di potere che dovevano convivere nello stesso territorio.
Queste  erano le uniche informazioni riguardanti il periodo prima della mia comparsa tra i due soci in affari.

Ero a metà del fascicolo quando trovai il foglio che mi aveva incuriosita tanto. Era piegato in due parti, con gli angoli leggermente rovinati. Ovviamente non era l'originale, perché esso era ormai cenere in un capannone abbandonato. Era una bozza per l'ufficiale.

•Avevo in mano il contratto che aveva cambiato la mia vita: da quel giorno non vidi più J.
Quel giorno una parte di me era stata incenerita dall'esplosione, portando con se tutti i miei colori, rendendomi grigia.•

Lessi quel foglio con attenzione.
I primi punti riguardavano normali elementi che non potevano mancare in un contatto tra due boss, ma l'ultimo non era per niente ordinario. C'era scritto in carattere più piccolo che tutte le armi, i soldi e i mercenari più malfamati di Gotham, tutto il potere, non sarebbero mai stati di Joker se non avesse accettato quella ultima proposta. Io. Manuel voleva me.
Il motivo non era specificato su carta, ma sul foglio c'era chiaramente scritto il mio nome. Non aveva alcun senso. Perché avere me, quando si poteva aver molte altre cose più importanti di una sola donna? Alla fine aveva avuto ciò che voleva, aveva me. Mi voleva al suo fianco? Allora perché non cercare di corrompermi o rapirmi? Perché chiederlo in quel contratto così importante?

Poi mi venne in mente quando Manuel si era arrabbiato con Joker perché il contatto era diverso da quello stabilito. Se non voleva lasciarmi nelle grinfie dell'uomo con la giacca di pelle nera, allora perché far esplodere il capannone con me dentro?
Molte erano le domande, ma non sarei mai riuscita a sapere le risposte senza l'aiuto di qualcuno.

Il campanello suonò. Mi alzai dal letto e andai ad aprire. Trovai davanti a me Manuel. Era vestito elegante, tutto nero con la sua inseparabile giacca di pelle. Smisi di respirare e l'idea di chiudergli la porta in faccia mi balenò in testa. Aveva scoperto che avevo rubato il fascicolo?
-Buonasera Harley, posso entrare?- disse con tono calmo. Ricominciai a respirare, capendo che non aveva scoperto il furto.
Mi spostai dalla soglia facendolo entrare in casa.
-Sei libera stasera?- mi chiese appena chiusi la porta.
-Non ho niente da fare.- mentì. Il mio unico desiderio in quel momento era di tornare in camera mia e finire di leggere le informazioni su Joker che riguardavano anche me.
-Allora preparati, ti porto in un posto molto speciale.- disse sorridendo e accarezzandomi il braccio. Indietreggiai, allontanandomi dalla sua presa.
-Dai, non siamo stati tanto insieme questi ultimi giorni. Inoltre mi voglio far perdonare per il mio ritardo.-
Avrebbe insistito e non avrebbe smesso di provare a convincermi, quindi rassegnata gli sussurrai un si. Salii le scale per andare in camera e mi ci chiusi dentro e sbuffai. Di sicuro mi avrebbe portato in un club di sua nuova proprietà, ma non avevo voglia di ubriacarmi come la sera prima.

Innanzi tutto raggruppai tutti i fogli sparsi sul letto e li rimisi dentro il fascicolo, che lanciai dopo dentro l'armadio, nascondendolo da Manuel. Mi vestii con un top e una gonna, mi truccai e mi misi i tacchi. Mi guardai allo specchio e mi accorsi della collana. Velocemente me la tolsi e la rimisi nel portagioie. Ero pronta per un'altra noiosa serata.

Quando uscii di casa, mi strinsi nella pelliccia dal freddo. Raggiunsi velocemente la macchina di Manuel e mi accomandai nel posto del passeggero, rilassandomi nell'ambiente caldo ed accogliente. Manuel mi rivolse uno sguardo diverso dal solito, non so come definirlo, ma non ci feci molto caso.

Era ormai passato un quarto d'ora e mi stavo annoiando. Guardavo fuori dal finestrino le vie illuminate dai lampioni, con la speranza di uscire il più presto dalla macchina.
-Sai Harley, ti voglio svelare una cosa.- disse Manuel spezzando il silenzio che aveva accompagnato tutto il viaggio. Lo guardai, incitandolo a continuare.
-Nel lavoro che facciamo, sia tu che io, dobbiamo imparare alcune tecniche. Una di queste è la furbizia o saper tacere, alcune volte anche saper mentire.- continuò, guardando la strada.
Stavamo salendo su una collina e la strada era piena di curve.
-Oggi hai provato ad usare tutte queste tecniche.- disse per poi guardarmi negli occhi e fermare l'auto.

Mi si gelò il sangue a quelle parole. Guardai fuori dal finestrino e riuscì a vedere nell'oscurità solo uno spiazzo deserto.
-Ma ti svelo un segreto, non sei l'unica che può mentire, perché puoi notare con i tuoi occhi che questo non è di certo un mio lussuoso nightclub.- concluse con un sorrisetto sulle labbra.

Ero in trappola, mi aveva scoperta.

• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora