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Mi svegliai con un gran mal di testa. Tutti quei bicchieri di liquido caldo e trasparente avevano avuto il loro effetto la notte prima, lasciando un senso di nausea il mattino dopo.
Con fatica mi alzai dal letto. Indossavo ancora il vestito della sera prima. Mi mossi lentamente fino al bagno, per darmi una ripulita. Quando entrai nel grande bagno in marmo, il mio sguardo cadde automaticamente sullo specchio sopra il lavandino. Vedevo una ragazza distrutta, con il trucco colato sulle guance, che si reggeva in piedi aggrappandosi al muro. Si, sono veramente felice. Sono migliore di prima. Continuai a ripetere, finché la mia ironia fu sostituita dalla tristezza. Volevo ritornare dove stavo l'anno prima, nel caldo letto a baldacchino. Volevo tornare a quando stavo bene senza fare niente, stavo solo accanto al mio uomo. Ero venerata da tutti e di certo non tornavo a casa da sola dopo una notte passata a ubriacarmi senza vergogna. Una cosa insolita era che mi ricordavo parola per parola il discorso tra me e Jonny. Non riuscivo a togliermi dalla testa il suo viso contorto in un'espressione dura e di rimprovero perché volevo ritornare da Joker.

Joker, da quanto tempo non pronunciavo il suo nome.
Le prime settimane, quelle passate nella stanza vuota, continuavo a ripeterlo, con la speranza che si materializzasse davanti a me. Dopo questa inutile fase di speranza, ero passata da pronunciare quel nome all'infinito a non volerlo neanche sentire. Mi sentivo tradita. Per un breve periodo ricominciai a pensare a lui, ma non con mente da innamorata. Volevo ucciderlo. Volevo spezzarlo in tanti piccoli pezzi e poi buttarlo via, come lui aveva fatto con il mio cuore.
Poi iniziai a lavorare seriamente per Manuel. Tutti quei soldi, tutto quel lusso, tutto quel potere, non erano cose nuove per me. Però erano comunque diversi, perché era grazie al mio contributo che si erano creati.

Mi ricordo quando accettai di dimenticarmi di J e di stare affianco a Manuel.
-Sei distrutta, fatti dare una sistemata.- mi disse. Ero veramente un morto vivente, per il sonno mancato e per il trucco ormai assente. Mi aveva portata a casa sua. Mi aveva dato nuovi vestiti rigorosamente neri. Ma il pezzo forte fu una bellissima giacca di pelle. Era tutta nera, proprio come quella del mio nuovo capo, ma era più piccola ed aveva dei dettagli decorati in oro, come la cerniera. Me la dovevo mettere ogni volta quando uscivo, per far saper a tutti che avevo cambiato parte. Quando iniziai a fare affari e ad avere amici importanti, Manuel decise che potevo anche esporla in una vetrina come un trofeo per essermi evoluta, come una farfalla che abbandona il bozzolo. Non ci misi tanto a fare soldi con l'aiuto dell'uomo con gli occhiali da sole sempre sul naso. E adesso non sapevo cosa fare perché non avevo niente da volere con me. Possedevo collane ed anelli, ma essi non avevano nessun valore. Non significavano niente, li avevo solo rubati. Non me li aveva regalati un uomo come segno di apprezzamento. J mi faceva in continuazione dei regali se facevo la brava.

Mi venne allora in mente un regalo che avevo conservato. Quando era scoppiata la bomba c'è l'avevo al collo e non si era rovinata molto. L'avevo trovata un giorno nel cassetto dell'ufficio di Manuel. Mi aveva incaricata di prendere un fascicolo, ma avevo sbagliato cassetto.

Ritornai in camera da letto ed aprii il portagioie sul tavolino in legno. Dovetti spostare collane, braccialetti e anelli, ma alla fine vidi quel sacchetto in velluto viola. Aprii con mani tremanti il sacchettino e lo capovolsi, rovesciando la collana nella mia mano. La presi con entrambe le mani dopo aver riposto il sacchetto sul tavolino. La sbrogliai e guardai il ciondolo. Mancavano un po' di diamantini e non era splendente ma era bellissima. Fissai quella J per molto tempo, poi però mi ricordai di Manuel ed il nostro incontro programmato e la posai con cura sul ripiano in legno.

Mi feci una doccia e mi rivestii completamente di nero, come il solito. Lasciai cadere sulle spalle i miei capelli appena asciugati. Presi la collana e me la misi, nascondendola sotto la maglietta.
Decisi di truccarmi con un ombretto turchese, per ricordare i vecchi tempi. O forse stavo ritornando quella di prima? Era bastato quell'incontro con Jonny per ritornare a pensare a J. Anche se Jonny mi teneva nascosta, sarei spuntata allo scoperto e sarei ritornata a casa da lui.

• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora