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Si slacciò i bottoni del cappotto e me lo mise sulle spalle.
-Non hai freddo tu adesso?- chiesi io sorridendo.
-Non ti preoccupare, sto bene così.- rispose prontamente lui.
Feci un smorfia con la bocca e mi guardai intorno, poi ritornai a guardare l'uomo davanti a me.
-Perché da queste parti? Dimmi la verità, non mentire.- chiesi.
-Si può dire che ti stavo controllando Quinn.- disse lui.
-Perché hai paura che abbia bevuto troppo? Allora sono colpevole, è già tanto che non sono caduta sul palco!- scherzai io facendo una posa goffa seguita da una risata, spezzata dalla voce di Jonny.
-No. Per vedere se stavi bene.- disse serio rivolgendomi uno sguardo comprensivo.
Il silenzio si fece spazio tra la nostra conversazione finché non decisi di aprire bocca nuovamente.
-Tanto sai che te lo avrei chiesto, come sta lui?- sviai il discorso.
-Ti preoccupi ancora per lui dopo tutto quello che ha fatto?- mi chiese lui con tono duro. Si passò una mano sul volto stanco e poi continuò-Stai meglio senza di lui e quella di stasera è stata una prova. Ti diverti comunque, fai affari con un altro uomo. È migliorato tutto per te.-

•Non potevo rispondere che quando ballavo pensavo di trovarmi nel privé con J, con i suoi occhi che percorrevano tutto il mio corpo. Che quando concludevo qualche affare importante pensavo come sarebbe stato fiero di me il re del crimine. Dovevo dire che tutto andava a gonfie vele, dovevo fingere. Volevo tornare da lui, ma questo mi avrebbe portato ad un dolore ancora più forte di quello che mi opprimeva.•

Tolsi il cappotto dalle mie spalle e glielo ridiedi, poi mi girai verso l'entrata del locale.
-È stato un piacere averti rincontrato Jonny.- poi iniziai a camminare per raggiungere la mia meta.
-Ti sto controllando da quando sei stata rapita, lui non sa come sei diventata adesso perché ti rivorrebbe ai suoi piedi. Ho cercato di tenerti nascosta, stai meglio senza di lui. Non farti sottomettere per la millesima volta. Non tornare da lui!-gridò, finché non mi ritrovai all'interno del locale e la sua voce fu sostituita dalla musica. Le sue parole, però, le avevo sentite e mi fecero male. Lui mi stava cercando, non mia aveva abbandonata. Un sorriso amaro si fece spazio sulle mie labbra, ma fui sottratta dai miei pensieri quando sentii qualcuno gridare il mio nome.
Con lo sguardo spaesato tirai sù il capo, lasciando i miei pensieri balenare  nella mi testa.
Non capii chi mi avesse chiamato finché due mani mi presero il braccio destro e mi girarono verso di loro.
-Dove sei stata, ti ho cercata ovunque!- disse Manuel nervoso.
-Sono andata un attimo fuori per un po' d'aria.- risposi io, cercando di convincere più me stessa che l'uomo davanti a me, perché non volevo ancora pensare a Jonny e alle sue parole.
-Adesso che ti trovata perché non ci divertiamo?- mi sussurrò all'orecchio avvicinandomi sempre di più al suo corpo.
-Non mi sento molto bene.- dissi e subito dopo aggiunsi -Preferirei ritornare a casa.-
-Sarà per un altro giorno.- disse l'uomo con la giacca di pelle.
-Sarà per un altro giorno.- ripetei io prima che con un braccio mi circondò la vita è mi conducesse all'uscita, verso il parcheggio dove la sua macchina nera era posteggiata.

Il viaggio in macchina fu silenzioso. Per tutto il tragitto mi concentrai sulle piccole gocce di pioggia sul finestrino alla mia sinistra. Aveva iniziato a piovere appena eravamo entrati nella macchina e di certo il temporale non si sarebbe interrotto durante la notte, dato che fulmini continuavano a rimbombare nelle strade silenziose. Sussurrai un ringraziamento quando la macchina si fermò davanti al cancello di casa mia.
Stavo per aprire la portiera, ma Manuel mi fermò per un braccio.
-Rimettiti a posto. Oggi sei strana.- mi disse prima di lasciare la presa e lasciarmi andare.

•Strana. Quante volte mi avevano chiamato così. O almeno, quando ero con lui mi chiamavano strana, pazza. Aveva ragione Jonny, dal primo momento in cui lo vidi, mi aveva sempre condizionata, controllata. Mi rendeva giorno dopo giorno più pazza, senza limiti. Era da un po' che non ero sottoposta all'elettroshock e iniziavo a ragionare con la mente libera, non inebriata è piena di idee non mie. Stavo iniziando a disintossicarmi dal mondo che avevo fatto mio. Non volevo ritornare indietro, alla mia monotona vita senza rischi. Volevo ricostruirmi.•

Quella notte, con tutti i pensieri sulla mia vita, mi addormentai con i lampi alle finestre. Mi svegliai in continuazione. Ogni ora mi giravo dall'altra parte del letto. Non per i tuoni, non per il freddo. Perché speravo di essere circondata da quelle braccia tatuate che mi avevano curato e protetto, picchiato e strattonata.

• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora