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Era passata la mezzanotte quando J si alzò e prese la sua giacca.
-Andiamo, mi sto annoiando.- disse avvicinandosi a me e avvolgendo il suo braccio attorno alla mia vita. Mi guidò verso l'uscita mentre tutta la folla ci guardava. Prima che la porta del locale si chiudesse pesantemente dietro alle nostre spalle sentii un uomo bisbigliare qualcosa come "Allora è realmente tornata da lui, che ragazza stupida". J non sentì nulla perché in caso contrario avrebbe fatto marcia indietro e avrebbe fatto una scenata davanti a tutti i presenti come al suo solito per poi uccidere il malcapitato. Meglio così, volevo rimanere sola con lui il prima possibile.

Salimmo sulla macchina metallizzata e in poco tempo arrivammo ai piedi del grattacielo.
Prendemmo l'ascensore e quando le porte si chiusero J si mise davanti a me. Si avvicinò sempre di più e io, stando al gioco, arretravo sempre di più, fino a toccare con la schiena la parete fredda. Mi intrappolò contro il suo corpo per poi mettermi una mano al collo ed avvicinare la mi testa alla sua. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra e alzai lievemente il capo per poter baciare le sue labbra. Lui allora portò una mano sul mio fianco lasciando l'altra sul collo. Con un leggero salto avvolsi le mie gambe attorno al suo busto, continuando a baciarlo. Mi spinse ancora di più contro alla parete diminuendo ancora di più la nostra distanza. Le mie mani tenevano stretti i sui capelli verdi. Quando mi morse il labbro inferiore non riuscii a trattenere un gemito.

Le porte dell'ascensore si aprirono e camminando all'indietro tenendomi per le cosce, J raggiunse il divano e mi fece sedere sullo schienale. Dietro di noi, oltre alla vetrata, Gotham era in silenzio illuminata dalla luce giallastra dei lampioni.

J buttò dietro di me la sua giacca e divaricò le mie gambe per mettersi tra esse e continuando a baciarmi aprì la zip del vestito nero.Lo spostai di poco per alzarmi e far scivolare il vestito lungo le mie gambe e spingerlo distrattamente di lato con le scarpe. Gli avvolsi le braccia al collo e mi sporsi in avanti per far congiungere le nostre labbra.
Sbottonai un bottone della sua camicia e stavo per sbottonare l'ultimo quando mi fermò fermando le mie mani tra le sue.
-Non qui.- disse per poi prendermi per un braccio e portarmi verso le scale. Lo seguii in silenzio, finché non ci trovammo davanti alla porta della camera da letto.

Afferrai  la maniglia per aprire la porta, ma J, che stava alle Mei spalle, mi voltò verso di lui e fece scontrare la mia schiena con il legno. Gli piaceva  mettermi in trappola, avermi sempre in pugno, solo per lui.
-È la prima volta dopo tanto tempo Harl, deve essere speciale-mi sussurrò all'orecchio per poi mordere il lobo. Non resistetti e gli presi il capo tra le mani e lo baciai voracemente. Quando mi staccai dalle sue labbra per prendere fiato lo guardai dritto negli occhi.
-Fallo.- dissi. Mi prese subito per le cosce ed aprì la porta violentemente per poi recarsi velocemente verso il letto e buttarmi su di esso, lasciandomi a pancia in sù. Intrappolai tra le gambe il suo busto e lo guardai dal basso verso all'altro. Nei suoi occhi si poteva vedere la lussuria e il desiderio per me. Mi faceva eccitare ancora di più. Con una mano gli presi la camicia ormai sbottonata del tutto e lo tirai verso me. Quando si sdraiò su di me ribaltai la situazione e con il suo aiuto mi ritrovai sopra di lui. Il mio viso era a pochi centimetri dal suo e sorrisi per poi iniziare a baciargli tutto il collo, scendendo sempre di più.  Lui mi prese i capelli, lasciandomi al mio lavoro.
-Oh, questa notte ci divertiamo.- disse. Aveva perfettamente ragione.

•••

La mattina dopo mi svegliai in tarda mattinata. J non era più al mio fianco, ma al suo posto c'era un bigliettino. Diceva che era ad un importante incontro nella sala riunioni. C'era anche scritto che potevo tranquillamente andarci anche io. Mi alzai ed una fitta di dolore mi immobilizzò. Non era per le costole rotte, ormai non sentivo più dolore perché stavano guarendo. Diciamo che ci eravamo divertiti molto, per tutta la notte e J ci era veramente andato pesante. Spostai la coperta e una ventata di aria fredda mi fece tremare. Andai in bagno per fare una doccia calda. Quando finii di asciugarmi e mi vestii velocemente. Mi sistemai per essere presentabile ed ovviamente non potevo presentarmi in una normale tuta da ginnastica in una stanza piena di uomini, anche se a me interessava solo J. Un corsetto e dei pantaloni attillati con tacchi alti facevano al caso mio.

Aspettai che le porte dell'ascensore si aprissero e davanti a me ritrovai la sala d'attesa e la porta in legno scuro. Potevo entire delle voci e non esitai ad aprire la porta. Trovai seduti intorno al lungo tavolo una decina di uomini. Alcuni sembravano uomini di un certo livello, per altri invece era impossibile non capire la loro appartenenza alla malavita di Gotham. Perlustrai tutta la grossa stanza, prima di posare gli occhi su J e rivolgergli uno dei miei sorrisi migliori. Gli piaceva quando sorridevo.
-Vieni dal tuo paparino!- disse e mi affrettai ad ubbidire, mettendomi dietro la sua sedia. Era meglio non stare in mezzo, erano comunque affari e se J mi aveva concesso di stare con lui era meglio non farlo arrabbiare.
-Gentiluomini, scusate! Qualcuno spieghi ad Harley cosa stiamo combinando. Giusto Gerald? Spiega tu cosa abbiamo intenzione di fare.- disse rivolgendosi ad un uomo vestito con giacca e cravatta. Era indubbiamente un uomo d'affari perché provvisto di valigetta e ben vestito, ma era insicuro e J sapeva fiutare la paura.
-Si, allora, abbiamo, cioè Joker ha trovato un modo efficace per colpire Batman una volta per tutte. Il cuore. Ogni uomo ne ha uno.- disse balbettando.
-Già il cuore, tutti sono vulnerabili quando si parla di amore.- disse J con tono più alto e stridulo del normale. Gerald distolse lo sguardo ed iniziò a guardare una penna lasciata in mezzo al tavolo. -Adesso avete capito cosa fare quindi andate e fate quello che vi ho detto prima.- continuò.

Appena J finì di parlare, tutti gli uomini si alzarono provocando un fastidioso rumore con le sedie. Quando la stanza si svuotò del tutto mi misi sul tavolo a gambe incrociate davanti a J.
-Come forse hai intuito, in questi giorni sarò veramente tanto impegnato.- disse rompendo il silenzio, stando comodamente seduto sulla poltrona. Sarebbe stato tanto tempo fuori e lontano per gestire ogni singola questione, quindi non sarebbe stato con me tutto il giorno o almeno gran parte del tempo. Era da molto tempo che cercava di prevalere sul pipistrello che sorvegliava Gotham e che gli metteva i bastoni tra le ruote, non avrebbe ammesso neanche un minimo errore.
Feci una smorfia di disapprovazione, pensando a come farlo restare più tempo con me.

-Come posso aiutarti Puddin?- domandai appoggiando la guancia sulla mano. Ci pensò per un po' e poi si alzò avvicinandosi a me.
-Potresti mettere in ordine le varie carte e documenti riguardanti il pipistrello e compagnia. Almeno non uscirai di casa e sarai pronta per me quando tornerò.- disse avvicinandosi sempre più al mio viso. Annuii per accettare l'incarico, anche se non ero molto entusiasta. Avrei preferito l'azione e non un lavoro rinchiusa dentro ad una stanza per ore. Accettai comunque perché non volevo contraddire J, volevo ripartire con il piede giusto e continuare ancora meglio. Intanto si era avvicinato così tanto che i nostri nasi si toccavano. Gli baciai le labbra e il bacio durò per molto tempo, finché lui non si staccò e si allontanò leggermente.
-Non sei soddisfatta di ieri sera, perché se continui così anche il tavolo andrà bene, anzi benissimo.- disse con un sorriso malizioso dipinto sul volto.
Una risatina uscì dalle mie labbra e mi avvicinai a lui, intenzionata a continuare il bacio interrotto.
-No, non continuare. Devo essere in un posto tra meno di mezz'ora, devo andare. Prima il lavoro, poi il piacere.- disse lui allontanandosi e avviandosi verso la porta.

Scesi dal tavolo e lo seguii fino a quando lo raggiunsi e lo abbracciandolo da dietro, appoggiando la guancia sulla sua schiena coperta dalla giacca dorata. Mi prese le mani con le sue e le tolse per poi girarsi nuovamente verso di me.
-Non mi lasciare qui, portami con te. Il viaggio sarà noioso senza qualcuno che ti faccia compagnia, Frost non può accompagnarti.- dissi incrociando le mani al petto.
Quando pronunciai il nome del suo braccio destro fece un espressione strana, come se si stesse trattenendo da dire qualcosa. Il suo volto diventò di colpo rigido. Mi avvicinai e gli baciai la guancia, per poi ritornare nella mia posizione precedente.
A quel punto si rilassò e si sciolse le spalle. Si voltò e aprii la porta, per poi scomparire dietro nella sala di attesa.
-Un giorno mi farai impazzire del tutto.- sussurrò chiudendo la porta. Mi voltai verso la grossa finestra e guardai il quartiere devastato illuminato dal sole di mezzogiorno. Io ero già completamente impazzita per lui.

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Ehiii,
Vi è piaciuto il capitolo?
Sto cercando di far diventare i capitoli più lunghi, spero vi piaccia. Inoltre mi impegnerò ad aggiornare il prima possibile per non far passare troppo tempo tra un capitolo e l'altro. 
                                          ~Skay
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• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora