Capitolo 2

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LAUREN POV'S

Pessima giornata oggi per rinchiudersi in quelle quattro mura chiamate liceo. Il sole splendeva già alto nel cielo, la temperatura esterna era molto gradevole tipica di fine estate e se non avessi avuto del lavoro da sbrigare, me ne sarei andata dritta al mare, ad oziare e guardare i ragazzi sexy in costume tutto il giorno. Erano le sette del mattino e mia madre era appena tornata a casa, in tiro come era uscita la sera prima, senza un capello fuori posto.

"stanotte il tipo è stato generoso..." - disse soddisfatta sbattendo sul tavolo una mazzetta -       " woooah...dove li hai presi tutti quei soldi? saranno almeno mille dollari..." - eslamai stupefatta - "te l'ho detto...quindi? cosa vuoi che ti compri?" - affermò entusiasta -                         " niente...Bud è venuto a riscuotere l'affitto ieri sera..l'ho dovuto pagare io..." - le ricordai scocciata - "oh è vero..me ne ero dimenticata..." - sbuffai, alzando gli occhi al cielo - "come se fosse la prima volta..." - sbottai sarcasticamente, riponendo la tazza sporca dei cereali nel lavello - "ti sei svegliata male vedo..." - notò il mio nuovo I phone poggiato sulla penisola - " e questo da dove esce?" - chiese allarmata prendendolo in mano - " come hai fatto a permetterterlo?" - il suo tono era rigido - " non sono affari tuoi mamma..." - dissi togliendoglielo dalle mani - " e se proprio lo vuoi sapere me lo ha prestato un'amica.." - il telefono in quel momento squillò per una notifica di Alycia - " devo andare...buona giornata..." - non fece in tempo a dire nulla che ero già fuori casa -

Mia madre non sapeva nulla di me nè della mia vita in generale. Sin da quando ero piccola, avevo imparato sempre a cavarmela da sola. Il nostro rapporto non era mai stato come quelli convenzionali, non mi ero mai sentita amata incondizionamente, per lei ero sempre stata lo sbaglio di una notte, il peso di cui doversi occupare. In più il lavoro che faceva non migliorava le cose, anzi, ci stava allontanando sempre di più. Chiesi molte volte a mia madre di cambiarlo, di trovarsene un altro, non mi aveva mai ascoltato perchè diceva che in nessun altro lavoro l'avrebbero pagata così bene. Non aveva mai fatto nulla per cercare di darmi una vita più dignitosa. Mai. Ora mi ero stancata e non mi importava più nulla. Facesse quello che vuole basta che non si intrometta nella mia vita.

Alycia mi stava aspettando nel vialetto con la sua macchina o meglio la macchina che le avevano regalato i suoi genitori ma che pur di liberarsi di lei il più in fretta possibile, non avevano mai rivoluto indietro. Per un periodo, quando era stata appena cacciata di casa, quella macchina era la sua casa, ci dormiva dentro tutte le notti visto che io non avevo il posto per ospitarla, mentre la doccia la faceva da me, sempre tutto all'insaputa di mia madre.

"ti muovi? manco un bradipo è più lento di te...dai che abbiamo fretta..." - disse agitata -              " buongiorno anche a te Alycia eh..." " sembrano ci siano casini a scuola..."   - affermò preoccupata - "quali casini?" - chiesi confusa - "pare che il preside abbia indetto un controllo degli armadietti a sorpresa perchè ha saputo delle voci che nella nostra scuola gira droga..." - rimasi stupefatta - " punto primo se è un controllo a sorpresa come fai a saperlo?" "me l'ha detto una ragazza che lavora in segreteria..." - sbarrai gli occhi - "siamo spacciate..letteralmente..."

Nell armadietto tenevo tutte le bustine con le dosi che il mattino dovevo poi vendere a scuola. Il tizio che me le forniva le lasciava lì la sera  o all'alba quando la scuola era chiusa in quanto gli avevo dato la combinazione  e al suo interno lui trovava i soldi. Se ora non fossi arrivata in tempo, mi sarei ritrovata davvero in guai seri.

"chiamo Lionel e vedo se è arrivato...è la nostra unica speranza " - il suo telefono squillava - "grazie a Dio...pronto Lionel...dimmi che sei già a scuola..." - chiesi impaziente - " sì perchè?"      - domandò innocentemente - " il preside fra pochi minuti farà controllare gli armadietti...devi correre e togliere tutta la roba dal mio..." - dissi agitata - "oh ecco perchè ci sono alcune macchine della polizia parcheggiate...""cazzo!"- esclamai - "muoviti vai!"   - dissi in tono risoluto - " eh no Lauren...o meglio capo..." - marcò quest'ultima parola cercando di sfottermi - " ieri mi picchi e ora devo salvarti il culo senza neanche un paio di scuse?" - sospirai - " vedi Lionel, se scoprono me, scoprono pure te...quindi se non vuoi che quel bel faccino finisca dietro, le sbarre datti una mossa!" - non mi accorsi nemmeno di stare urlando e chiusi la chiamata -

And that was how you changed my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora