Cap.12. Quello stronzo di un bugiardo

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L'auto di Rosy è una vecchia camaro d'epoca tutta sverniciata sul davanti. Gli interni sono polverosi e rivestiti da una vecchia pelliccia tigrata. Dallo specchiatto pendolano delle pietre, che all'apparenza potrebbero sembrare degli innoqui ciondolini, ma in realtà sono dei dischi lunari porta fortuna. Rosy guida come una pazza e in meno di venti secondi siamo già al suo appartamento. Non giarda neanche la strada davanti a se a momenti, e non fa altro che toccarsi i capelli e sistemarsi la scollatura del vestito. La cosa sorprendente è che ci vogliono solo venti minuti per uscire dal giardino di Sebastian e questo vi fa capire quanto sia preoccupante la cosa. Rallenta soltanto in prossimità di un quartiere buio, costeggiato al marciapiede da dei bidoni della spazzatura.

"Abiti qui?"le domando e lei annuisce distratta.

"Non è così male come sembra, se sei un Nascosto ovvio"dice lei aprendo la portiera.

"Ho messo la sicura, tranquilla"dice mentre si avvia al portone. Lo apre con un pugno alla maniglia e sale le scale. Quel quartiere è un po' malfamato per i miei gusti. Cero di mantenere la calma nonostante il mio finestrino sia un tantino rotto e quindi leggermente abbassato. Davanti a me ci sono dei tipi un po' loschi con dei cappelli colorati e delle collane d'oro appese al collo. Cerco di farmi i fatti miei e non farmi notare, quando qualcuno che non conosco, ma sicuramente un lupo mannaro a causa degli occhi si appoggia al mio sportello.

"Heilà carotina"mi dice. Lo ignoro stringendo i pugni. Maledizione ho dimenticato anche il mio stilo. Continuo a ripetermi di stare calme e che Rosy arriverà presto.

"Hey parlo con te, hey? Sei sorda per caso?"mi domanda.

"Levati davanti alle scatole Donovan"dice Rosy arrivando al portone con in mano una parrucca nera.

"Rosy, stavo giusto scambiando due chiacchiere con la tua amica."dice lui tirandosi indietro.

"Ma lei non vuole parlare con te, smamma"dice salendo a bordo.

"No no, aspetta, mi trovi così poco attraente"dice questo Donovan rivolgendosi a me.

"Poco attraente no, piccolo forse ..."e dopo questa battuta apocalittica Rosy sgomma verso il negozio.

"Hai ferito proprio il suo orgoglio" dico ridendo.

"Tesoro, è lui che ha ferito il mio quando è andato a letto con me. Fidati, è davvero piccolo"dice lei e con una sgommata ruota l'auto e la parcheggi in un solo colpo nell'unico posto disponibile, senza neanche tamponare le auto davanti e dietro a noi.

"Chi ti ha dato la patente?"le domando.

"Tranquilla, abbiamo i sensi più sviluppati, ora metti questa"dice infilandomi la parrucca in testa. E' un caschetto nero.

"Ti dona"mi dice.

"Sembro Izzy quando decise di improvvisarsi parrucchiera"affermo.

"La tua gatta?"mi domanda lei confusa.

"Lascia stare, andiamo dentro"dico e insieme usciamo dalla macchina ed entriamo nel locale.

Come sempre la sala pulula di nascosti, con luci fastidiose che irradiano per tutta la sala. La musica è altissima e quasi non sento Rosy quando mi dice che con tutta quella confusione la parrucca non serviva.

"Non trovo Luke"afferma.

"E io Sebastian"dico. Rosy intanto afferra dal vassoio di un cameriere due calici di alcolici.

"Tieni"dice passandomi un bicchiere e non volendo lo afferro.

"Ho bisogno di bere se voglio restare calma"dice nonostante sia una completa contraddizione.

Schiava di un DemoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora