Cap.20 Liti

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Ancora leggermente intontita dal teletrasporto in un'altra dimensione spazio temporale, riapro gli occhi e traballante per non cadere sono costretta a sedermi con le ginocchia a terra e sorreggermi con le mani. Alec mi si avvicina e afferrandomi il collo mi scuote la testa come se fossi un giocattolo a destra e a manca esaminando non so cosa.

"Che stai facendo?"gli domando.

"Controllo se hai delle rune sospette"dice semplicemente osservandomi con più attenzione la pelle.

"Rune sospette?"gli domando confusa.

"Non riesco a trovare altra soluzione se non quella che ti abbia stregata"ammette.

"Mi vuoi lasciar stare!"gli dico scrollandomi di dosso le sue mani. "Sono appena stata letteralmente trasportata in un altro posto, puoi per lo meno allontanarti e lasciarmi in pace prima che ti vomiti addosso?"gli domando facendogli presente il mio stato. Alec pare comprendere e si alza allontanandosi.

"Dove siamo?Questo non è ..."domando ancora mezza distesa a terra.

"Però che intuito. No, non siamo a casa. Prima devo fare una cosa."dice.

"Devi avvisare Jace"gli dico.

"Avviserò Jace quando ne avrò voglia ok?"domanda seccato e troppo scossa per ribattere annuisco.

Alec è tutto un fascio di nervi, so che potrà esplodere da un momento all'altro e tanto vale togliersi subito il dente marcio.

"Di quello che devi"gli dico accendendo la miccia.

"SI PUO' SAPERE COSA CAVOLO AVEVI INTENZIONE DI FARE? EH? JACE E' IN PENSIERO PER TE, SIMON E' IN PENSIERO PER TE, LO E' ANCHE IZZY, A LORO CI HAI PENSATO MENTRE TENTAVI DI SALVEARE QUEL PAZZO O PENSAVI SOLO A TE STESSA E PER QUALCHE STRANA RAGIONE SOLO ALLA SUA INCOLUMITA'"sbraita come se non ci fosse un domani.

"Alec non..."

"E A QUESTO POVERO IDIOTA CHE VIENE A SALVARTI IL CULO CI HAI PENSATO? DICI CHE SIAMO LA TUA FAMIGLIA,MA QUADO SONO VENUTO A SALVARTI HAI PENSATO DI PIU' A SEBASTIAN CHE A TUTTI NOI"

"E' mio fratello Alec!"gli faccio presente riacquistando un po' di forze.

"E' UN PAZZO CHE PER POCO NON TI AMMAZZAVA. HAI IDEA DI QUANTO SIA STATO MALE JACE DOPO LA TUA PARTENZA? PENSAVI DI FARE L'EROINA, DI SALVARCI TUTTI?"

"Non vi avrebbe mai lasciati in pace se io non avessi scelto di andarmene con lui"gli dico rimettendomi in piedi, lentamente la mia voce si stava innalzando di qualche decibel.

"JACE PERO' HA SOFFERTO LO STESSO!"mi sbraita infuriato per poi voltarsi e distogliere il suo sguardo dal mio.

"E' il mio Parabatai. Vederlo soffrire tutti i giorni è stato straziante. Essere li e sapere di non poterlo aiutare, di non poterlo consolare a abbandonarlo così a se stesso. Lo vedevo sprofondare, tra un bicchiere e l'altro e tu? Tu eri a giocare a fare la bella vita con il fratellino"

"Come puoi dire una cosa del genere? Non c'è stato giorno in cui io non abbia pensato a voi. E si, lui ha fatto tante cose sbagliate, me ne rendo contro, ma è pur sempre mio fratello. Voglio che sparisca dalla nostra vita, voglio che paghi per quello che ha fatto. Ma non lo voglio morto"

"Be, io non voglio sentirmi così da schifo, eppure non si può avere tutto nella vita. Ora andiamo. Dimenticati di Sebastian. A quest'ora i demoni lo avranno già fatto a pezzi. Quell'essere non è più un nostro problema ormai."dice incamminandosi.

Con le lacrime agli occhi e un dolore lacerante che mi sopprimeva il cuore, lo seguii. Alec aveva ragione. Avevo fatto male a troppe persone, eppure quando decisi di seguire Sebastian mi sembrava davvero la cosa migliore per tutti. Avevo fatto soffrire Jace, non pensando a Izzy, Simon, Luke. Avevo ferito tutti quanti.

Con la testa intontita mi limitai a tenere il passo mentre Alec si faceva strada con sicurezza tra l'erba.

"Alec non mi sento...."provai a dirgli, ma lui mi ignorò.

"Alec ..."provai ancora.

"Sta zitta e cammina, e se ti ha morso qualche zanzara allora soffri in silenzio." Mi dice secco mentre con la sua spada angelica si fa luce davanti a se e sposta le piante che gli bloccano il passaggio.

Non so dire con l'esattezza se questo sia una foresta o un piccolo boschetto, sta di fatto che dopo qualche minuto non provai assolutamente nulla e la terra sotto i miei piedi si trasformò in sabbie mobili, le gambe cedettero e tutto si fece nero.

Con un tonfo caddi a terra testando a quanto pare la preoccupazione di Alce, perché lo sentii voltarsi indietro e raggiungermi.

"Maledizione, non svenirmi proprio adesso"disse prendendomi in braccio.

"Siamo quasi arrivati hai capito? Resta sveglia maledizione"disse apprettandosi. Con un braccio mi reggeva sotto le ginocchia, con l'altro le spalle. La testa mi penzolava all' indietro e nei miei pochi minuti di incoscienza percepivo di più di quanto avrei voluto.


P.s. ho già pronto il capitolo successivo che posterò subito dopo questo se avrò avuto all'incirca 12 commenti da persone diverse sotto questo capitolo. Altrimenti aspettate a domani. Baci!

Schiava di un DemoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora