Cap.23 La verità

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Sono ancora risucchiata dalla morbidezza delle sue labbra, stordita dal calore della sua pelle, quando all'improvviso Alec si allontana di scatto facendomi quasi cadere in avanti. Metto d'istinto le mani in avanti per non tirargli una testate. Alec rimane per una brevissima fazione di secondo a capo chino prima di alzarsi di scatto e, con una mano sulla bocca, voltare il capo agitato ispezionando senza meta tutta la stanza.

"Scusa, scusa ... io no, mi spiace, scusa"continua a ripetermi senza guardarmi negli occhi. Sembra un bambino spaventato, confuso e riuscivo a percepire la vergogna che prova in quel momento. Baciare la quasi ragazza del suo parabatai. Per uno come Alec sempre attento e vigile alle regole, un gesto simile er pari a un tradimento nei confronti di suo fratello.

"Hey è tutto okay. E' stato solo un bacio ..."provo a rassicurarlo, ma niente da fare.

"NO! Non è stato solo un bacio ... dannazione"continua agitato portandosi le mani sulla testa e stringendo con forza i capelli tra le dita.

"Okay, adesso calmati Alec, stai esagerando" dico alzandomi dal letto e andandogli incontro.

Nonostante la stanchezza che si fa spazio in me e i miei occhi che mi ordinano di chiudersi, lotto con tutta me stessa per restare sveglia.

"No, no, tu non capisci, io non posso fare questo a Jace, se lui lo verrà a sapere, fraintenderà tutto io ... io ..." è nel panico, nel completo e più totale panico.

"Non sarò io a dirglielo"lo rassicuro. Cerco di abbracciarlo ma lui mi scansò ancora a capo chino.

"Alec guardami... Hey...Hey!"dico mentre cerco di afferrare il suo volto.

"Non hai niente di cui sentirti in colpa, molta gente bacia non ..."ma non finisco la frase perché le sue labbra sono ancora sulle mie, ed è una sensazione bellissima. Bacia persino meglio di Jace. Ma rieccolo che si ristacca da me con turbolenza.

"Maledizione no, no, maledizione ...."continua borbottando tra se.

"Okay, adesso basta, Alec mi stai spaventando."gli dico.

"Non posso ... non posso stare qui, non credo riuscirò a dormire, devo schiarirmi un po' le idee"dice afferrando la giacca sulla ringhiera del letto mentre si dirige verso la porta. Vuole andarsene e lascairmi qui? Non farà sul serio.

"Tornerò prima del tuo risveglio"dice nervoso.

"Alec! Alec!"provo a fermarlo ma niente.

"Mi dispiace"dice uscendo dalla stanza, lasciandomi sola. La porta si chiude con un tonfo secco alle sue spalle. Decido di seguirlo, non può comportarsi in questo modo, baciarmi e poi fingere che nulla sia successo. Quando riapro la porta, Alec è già in fondo alle scale, lo seguo svelta per non lasciarmelo sfuggire. Nella presunta locanda non c'è nessuno e data l'ora molto presumibilmente saranno già tutti a letto.

"Alec"lo chiamo cercando di fare il meno rumore possibile mentre lo raggiungo scendendo le scale.

"Alec fermati"continua a chiamarlo, ma niente.

"Alec!"sbotto esasperata alzando appena la voce, ma al mio terzo richiamo lui è già uscito. Quando raggiungo il portone e lo apro per cercarlo, non vedo nulla. Esco da quella locanda fermando la porta con una pietra e mi osservo attorno. L'oscurità invade la casa e oltre ad essa il nulla più totale, solo una colte distesa di alberi di pino. Faccio il giro della casa e sembra essere stata costruita al centro di un bosco. Di Alec nessuna traccia. Dannazione. Stanca di continuare a cercarlo, o semplicemente di continuare a lottare, decido di rientrare in casa e concedermi un po' di riposo. Una volta nella mia stanza il fuoco si è quasi spento. Cerco di ravvivarlo con dei fogli di giornale trovati in bagno e me ne torno a letto.

Appena mi stendo, sento la testa girarmi. Chiudo gli occhi e mi sforzo di non pensare a nulla di particolare, ma troppe domande senza risposta e preoccupazioni varie mi ritornano in testa.

Quando finalmente sembro aver raggiunto un po' di pace, qualcosa in me, più nello specifico nella mia testa, sembra farsi spazio.

E' Jace. Riesco a vederlo, sorridente e splendido come non mai. Faccio per chiamarlo e raggiungerlo, ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi afferra per il polso e mi trattiene a se. Mi volto ed è lui. Alexander. Il suo sguardo serio e tenebroso, pare preoccupato.

Lentamente i suoi occhi si spostano dai miei a quelli di Jace davanti a me, ma quando mi giro, il volto di Jace pare diverso. Un lato del suo viso pare sgretolarsi come porcellana e quando un pezzo di quello che sarebbe poi la sua faccia cade a terra, sotto appaiono gli occhi aguzzi di Sebastian.

"Clary"dice quell'essere pronunciando il mio nome. La sua voce è la fusione perfetta tra quella di Jace e Sebastian. "Vieni da me"continua la voce e l'essere solleva entrambe le braccia distendendo la mano nella mia direzione, come se a parlare fossero davvero due persone distinte e non un unico essere.

Non so cosa fare, so solo che tra quell'immenso abisso che mi separa dall'amore e dall'odio, si fa spazio un altro sentimento capace di sorreggermi e tenermi a se.

Forse sto per fare una scelta, o semplicemente continuerò a stare li ferma, sta di fatto che non ho idea di cosa avrei fatto, anche perché il canto acuto di un gallo mi spaventò a tal punto da farmi sobbalzare sul letto.

"Ah!"tutta sudata mi rialzo.

"Buongiorno"esclama la limpida voce di Alec facendomi spaventare nuovamente.

"Ah! Alec! Sei tornato?" gli domando.Lui d'altro canto senza dire una parola allunga la mano per toccarmi la fronte sudata.

"Hai fatto un brutto sogno?"mi domanda tutto gentile. C'è qualcosa che non va.

Resto ferma non rispondendogli neanche per un istante.

"Ti ho portato la colazione, vuoi mangiarla qui o preferisci mangiarla al piano di ..."prova a dire porgendomi un vassoio d'argento pieno di cibarie varie.

Quindi prima mi tratta come se non valessi nulla, poi si apre con me, mi bacia, prova vergogna, mi ribacia, mi chiede scusa, se ne va ed ora mi offre la colazione? Me ne sbatto della colazione e delle sue buone maniere.

Con decisione sollevo il braccio e colpisco il vassoio scaraventandolo a terra. La marmellata si scaraventa contro il muro sporcandolo.

"Adesso basta! No! Non voglio la colazione! Voglio una spiegazione! Che diavolo ti è preso!"gli urlo contro.

"Possiamo non parlarne più"mi dice alzandosi.

"Cerchi di comprare il mio silenzio con un cappuccino quindi?"gli urlo contro andandogli incontro.

"Per favore."

"No! mi sono stancata dei tuoi per favore e delle tue scuse. Alec che succede, non puoi aprirti, baciarmi e fingere che niente fosse, perché così rischi di confondermi e io ho già le idee ben confuse di mio e ..."

"Credo di essere gay"dice inaspettatamente Alec stupendo a tal punto da farmi spalancare gli occhi.


-----Scusate il ritardo ma sto preparando un esame per l'uni. So che il capitolo non è molto lungo, ma spero che vi piaccia. Vi dico solo che ho grandi progetti per il mio Alexander. GRANDI!

Schiava di un DemoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora