Nove - Chris

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-Non ho intenzione di passare un minuto di più con quel grattacielo dall'ego smisurato!
Strillo spazientita per l'ennesima volta, nell'ascoltare le parole di mia madre.
-Tesoro, staremo via solo tre giorni. Sai quanto ci tenga Clarisse alla nostra presenza.
Sbuffo, ormai rassegnata. Non c'è verso di farle cambiare idea.
La figlia di una sua collega si sposerà fra due giorni -a Brisbane- e i miei genitori hanno ben pensato di avvisarmi solo adesso che resterò sola a casa fino a domenica sera.
Beh, non proprio.
-Chris, non voglio lasciarti da sola e Liz ha gentilmente chiesto a Luke di tenerti d'occhio. Quindi, che tu voglia o meno, resterai a casa con lui.
-Mamma, ci sono sette miliardi di persone sulla faccia della terra e tu pretendi che io debba sopportare Luke Hemmings in casa mia fino al finesettimana?
-Quanto la fai lunga, lo sappiamo che sotto sotto gli vuoi bene...
Michael appare in cucina con un barattolo di Nutella in mano ed un cucchiaio in bocca. Lo fulmino con lo sguardo, prima di rivolgere le mie ultime speranze in mio padre.
-Taci, Clifford.
-Chris, mi dispiace tesoro, ma è solo qualche giorno, lo facciamo per il tuo bene...
Il mio bene? Preferisco passare il resto della mia vita chiusa in casa che essere affidata a quella testa bacata.
-Sono grande e vaccinata, non farò esplodere ancora la cucina e non tenterò il suicidio. Ora potete chiamare Liz e dirle che Hemmings può lasciare il didietro a casa sua?
-Mmh...mmh...mmh..
Michael prova a parlare -ancora col cucchiaio pieno di Nutella in bocca- ma ovviamente non si capisce una parola.
-Peggy, non ascoltare tuo fratello, viene con noi soltanto perché Cherry ha insistito per rivederlo.
Ascoltare Mike? Con quale superpotere hanno tradotto le sue parole?
-Sentite, so di avere problemi a gestire la mia "vita sociale", ma non ho bisogno di un baby sitter col cervello di una gallina!
-Tu pensa al resto, il cervello non è tutto.
-Michael, sparisci.
Una volta perse tutte le speranze di far cambiare loro idea, mi rifugio in camera mia con tutta l'intenzione di ricominciare a vedere Teen Wolf dalla prima stagione.
Si, ho una vera e propria ossessione.
Mi sistemo comodamente sul letto, con il pc in grembo ed un plaid sulle gambe.
Che poi, mi chiedo io, chi è che mai si sposerebbe alla vigilia di Halloween? Mah, ci vuole proprio una capacità per trovarle, le persone strane.
Mentre le immagini del primo episodio scorrono sullo schermo, una sensazione di angoscia mi avvolge lo stomaco e mi ritrovo a pensare a quando lo vidi per la prima volta.
Fu il fratello di Hemmings, Jack, a suggerirmi di vederlo, durante la cena per l'anniversario dei miei che passarono a casa nostra credo tre anni fa.
Non ci misi molto ad innamorarmi di ogni personaggio possibile ed immaginabile.
Senza che me ne sia resa conto, ho saltato l'orario di cena e tutte le ore successive, troppo intenta a fissare Derek Hale ogni volta che ha preso possesso dello schermo.
Che ci posso fare, purtroppo la vita è questa e nel mondo non c'è nessuno con il culo di Tyler Hoechlin. Già, che sfortuna averne un solo esemplare.
-Quando ti stancherai si vedere quella roba?
-E tu quando ti ricorderai di bussare, prima di entrare?
Mi volto di scatto verso la porta, quando la voce divertita di Hemmings attira la mia attenzione.
È appoggiato allo stipite della porta, le braccia conserte a stringere un po' la camicia rossa a quadri sui bicipiti.
Un sorrisetto sghembo si fa spazio sulle labbra rosee, mostrando due tenere fossette sulle guance, prima che si faccia indietro di qualche passo e picchietti il pugno sulla porta un paio di volte.
Poi raggiunge la sedia della mia scrivania in pochi secondi e prende posto tranquillamente.
A malapena mi trattengo dal ridere per la sua espressione soddisfatta, ch assume una finta serietà quando si stringe il piercing fra i denti e mi fissa, sottecchi. In poco tempo un'altra sensazione si fa spazio nel stomaco. Qualcosa che non saprei definire, ma che sono sicura non significhi niente di buono.
Sfuggo alla pressione del suo sguardo nel mio e riporto l'attenzione sul mio computer, dove la voce dei protagonisti fa da sottofondo al silenzio carico di tensione che è calato nella camera.
-Parlavo seriamente, stamattina.
I miei occhi guizzano verso i suoi, noto la mandibola contratta ed un velo opaco sugli occhi color zaffiro.
-Non ti giudicherò, qualsiasi cosa ti sia successa, ma quando hai un problema parlane con qualcuno o non risolverai mai niente.
Le parole scivolano dalle sue labbra con una facilità estrema, come se fosse la cosa più facile del mondo.
Mi mordo il labbro inferiore e tengo lo sguardo basso. So che ha ragione -purtroppo- ma non è facile spiegare a qualcuno il fiume che mi vortica in testa ogni volta che mi ritrovo sola a pensare.
-E per quanto riguarda Chase Barnes...Stagli alla larga.
Lo fisso, scettica nei confronti del tono autoritario che ha usato, ma lui sembra ignorare totalmente la cosa.
-Non sono venuto per fare casino con Michael o per scherzare con te, Chris. Sono serio, stavolta.
La strana sensazione che ho provato nell'osservare i movimenti del suo viso poco fa, ritorna all'attacco non appena pronuncia il mio nome, torturandomi lo stomaco.
Che diamine mi sta succedendo?

Hate || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora