Epilogo

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Chris•

Penso di non aver mai avuto le mani così sudate in tutta la mia vita. E penso anche di non aver mai avuto così tanta paura prima d'ora, soprattutto perché ho molto a cuore la sanità mentale di Michael. Ecco perché sono rinchiusa in camera mia in compagnia di Ashton, avvolta dalle mie calde coperte storiche di Hello Kitty che mi accompagnano da quando avevo nove anni e con una tazza di cioccolata calda in mano.
-Chris, sai che non c'è niente di male, vero? I tuoi non vedono l'ora di sentirselo dire e Michael...beh, per Michael nessun ragazzo andrebbe mai bene per la sua piccola, dolce e tenera sorellina.
-Dillo un'altra volta e ti faccio a pezzi l'anima con una zanpakuto.
-Ecco appunto.
Sospiro e affondo il viso nella coperta, anche se l'unico posto dove vorrei affondare è lo Stige.
Appoggio la tazza sul comodino, mettendo il broncio davanti al sorriso divertito del riccio e mi accorgo che ha iniziato a piovere.
-Avevano previsto il diluvio universale, speriamo che-
-E se annullassero tutto per la pioggia troppo forte?! Balliamo insieme la danza della pioggia, potrebbe funzionare!
Esclamo disperata, facendo scuotere la testa al ragazzo.
-Mi spiace, piccola Clifford, ma non è una partita di beach volley che viene annullata per brutto tempo. Casa Hemmings è a due isolati da qui, non si faranno problemi a prendere la loro costosissima macchina per venire a cenare a casa tua.
Maledetto il giorno in cui mia madre ha deciso di invitare gli Hemmings a casa per festeggiare l'antivigilia di Natale -che, guardacaso, è anche il giorno del mio compleanno- tutti insieme allegramente.
Fortunatamente parteciperanno anche Ashton, Calum e mia cugina Abbie con tanto di zii e -meno fortunatamente- gemellini inquietanti.
-Chris...
-Non era il campanello, vero? Ti prego, dimmi che me lo sono immaginato...
-Chris, vai ad aprire.
-Potresti tranquillamente andare tu, tanto ormai questa casa è diventata un albergo. Campeggiate qui praticamente ogni giorno.
-Christine. Vai ad aprire.
-Che palle quando fai il padre...
Borbotto alzandomi dal mio rifugio morbido e caldo, rimpiangendo subito la sua comodità e soprattutto la sua protezione dagli altri esseri viventi. Cosa che ovviamente non include Ashton che, ovviamente, ne è immune.
Io lo dico sempre che quel ragazzo non è un comune essere umano.

"Ti ho sentita!"

Oops.

°°°°°°°°°°°°°°°°

"Potresti smetterla di chattare con il tuo grande amore e venirci gentilmente a dare una mano?"
Alzo pigramente gli occhi dallo schermo del mio cellulare, ritrovando nel mio campo visivo lo sguardo leggermente incazzato di Abbie. Le avevo promesso che l'avrei aiutata ad apparecchiare ma non ne ho assolutamente voglia.
"È il mio compleanno, sono spaparanzata sul divano a sgranocchiare patatine e a vagare senza meta tra le immagini di Jason Momoa, sta diluviando e sto morendo di freddo."
Abbie mi fissa scettica per qualche istante, approfittandone per rubarmi due patatine.
"E allora?"
"Chiedi ad Ashton."
"Sei tu la padrona di casa."
"Sono la festeggiata e lui passa più tempo a casa mia di quanto faccia io!"
Da quando Abbie ha lasciato quel troglodita, io e Michael ci siamo presi la responsabilità di trovarle un ragazzo come si deve.
Non serve dire che dopo due giorni eravamo già intenti a pianificare il suo matrimonio con Ashton.
"Tra cinque minuti ti voglio in camera tua, ti aiuto a prepararti. È una festa e tu stasera sarai la regina."
Si, la regina della festa più noiosa di sempre.
Quando finalmente mia cugina ha finito di importunarmi, rivolgo nuovamente l'attenzione al display del cellulare, riprendendo a discutere con Luke.
Niente di diverso dal solito.

Niente di diverso dal solito

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Resta sempre un idiota

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Resta sempre un idiota.

Luke•

-Luke, amico mio. Ci conosciamo da quando eravamo nella culla e sai che mi fido di te quasi più di me stesso e ti affiderei la mia vita, se fosse necessario. Ma se provi anche solo un'altra volta a far stare male mia sorella, giuro sui miei fumetti di Dragon Ball che ti apro in due come mi ha insegnato ad aprire le cozze zia Rose l'ultima volta che sono andato in Italia da lei. E fidati, non ti piacerebbe per niente. Detto questo, si, puoi suonare il campanello.
Dopo aver trattenuto il respiro per circa due minuti, terrorizzato che Michael potesse nascondermi un machete e attaccarmi in un momento di debolezza, sospiro sollevato e finalmente premo sul pulsante del citofono.
Michael mi rivolge un ultimo sguardo intimidatorio ed io mi limito ad annuire, so che ha perfettamente ragione a preoccuparsi.
Ma ho fatto una promessa e intendo mantenerla, Chris non soffrira più per colpa mia.
Ad accoglierci alla porta sono i due gemellini della famiglia Clifford, che sono probabilmente gli essere più inquietanti che io abbia mai conosciuto.
Non parlano quasi mai, al contrario della loro sorella maggiore, e se lo fanno è in perfetta sincronia. Non si separano mai e praticamente vanno anche in bagno nello stesso momento.
Non vorrei mai ritrovarmi da solo con questi due.
"Ciao."
Salutano in coro, apatici come al solito. Ci raggiunge subito anche Ashton, che afferra i regali dalle nostre mani per metterli insieme agli altri e ritorna subito dopo a dare ordini in cucina come se fosse a lavoro anche oggi.
"Oh no, non avrete intenzione di entrare in casa conciati in quel modo?"
Domanda retoricamente Chris, non appena ci vede. Beh, potremmo essere leggermente umidicci per via della pioggia, ma niente di esagerato...piú o meno.
Però il vero problema nasce quando sono io a guardare lei.
Indossa un vestito celeste con dei ricami neri, piuttosto lungo, probabilmente di seta. I capelli lisci le ricadono sulle spalle, biondi e lucenti, senza tinte e colori particolari. Il viso è leggermente truccato, il necessario per mettere in evidenza la sua bellezza naturale.
Bene, credo di avere un bel problemino.
O problemone, dipende dai punti di vista.
"Hemmings, vuoi fare l'uovo sull'uscio della porta?"
Sorrido inconsciamente e senza preoccuparmi di essere più bagnato delle cascate del Niagara, di avere i capelli totalmente scombinati che nemmeno due confezioni di gel basterebbero per rimetterli a posto e di avere gli occhi di tutti puntati addosso, in pochi secondi mi ritrovo a qualche millimetro di distanza dal suo viso e non esito a posare le mie labbra sulle sue con tutta la passione che ho in corpo, che non esita a travolgere entrambi, come se il quasi diluvio universale di oggi pomeriggio fosse niente a confronto.
"Dicono che le piogge estive siano le più forti, ma se questo è ciò che mi aspetta dopo..."
"Zitto e baciami, idiota."

Ebbene si, siamo giunti all'epilogo di Hate. Ho iniziato a scrivere questa storia quasi un anno fa e, nonostante non sia uscito fuori niente di speciale, mi ci sono affezionata.
Avevo pubblicato un epilogo diverso, è vero, e avevo anche annunciato un sequel...Ma non me la sentivo di dare altri problemi a questi due. Non riuscivo a scrivere niente di coerente che riuscisse ad appagarmi e che immaginavo non sarebbe nemmeno piaciuto a voi. Quindi ho deciso di riscrivere l'epilogo, dando un happy ending a questa storia.
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta e vi ringrazio per tutti i voti e le visualizzazioni.
Ancora un enorme grazie a chiunque abbia seguito o seguirà questa fanfiction♡

_itstatsuki_

Hate || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora