Capitolo 4

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Dopo aver attraversato la porta non ricordo bene quello che è successo ma quando riaprì gli occhi accanto a me c'era Ikuto.

<Tutto bene?> mi chiese lui.

<Si...> dissi io cercando di alzarmi <Ma dove ci troviamo?>

<Non conosco la zona ma è ovvio che Dia ci abbia portati a destinazione.> rispose lui.

<Ma...dove sono gli altri?> chiesi io.

<Non ne ho la minima idea.> rispose lui guardandosi intorno.

Eravamo su un edificio di mattoni da cui potevamo vedere delle torri e un muro che racchiudeva un piccolo paesino.

Solo dopo qualche minuto capì che eravamo su una torre di un castello medievale.

Le case erano letteralmente attaccate alle mura del castello e si appoggiavano l'uno all'altra fino al muro che in altri tempi erano state una protezione.

<Ma è...stupendo.> dissi con un filo di voce.

Rimasi a guardare il panorama e non mi accorsi nemmeno che Ikuto mi si era avvicinato.

<Bha ho visto una cosa molto più bella.> disse lui con fare assonnato.

Mi girai a guardarlo <Cosa ci può essere di più bello?> chiesi con una goccia di curiosità nella voce.

Lui mi guardò e sorrise <E' un segreto.>

<Ma dai!> esclamai io <Come faccio a dire se hai torto o ragione?>

<Non puoi.> rispose lui dandomi un bacio sulla fronte.

A quel punto sentì il bisogno di abbracciarlo.

Non né avevo mai abbastanza di questi momenti.

Nascosi il viso nel suo petto e respirai a fondo il suo profumo.

<Amu.> disse lui alla fine. Aveva il mento appoggiato sulla mia testa e il suo respirò mi sfiorava i capelli.

<Mmh...> dissi senza muovermi.

<Lo sai che quando troveremo gli altri io dovrò andare, vero?> mi chiese lui.

<Perché?> chiesi io allontanandomi quanto bastava per guardare il suo viso.

Lui mi guardò per qualche minuto poi alzò lo sguardo verso il paesaggio con un espressione pensierosa.

Alla fine fece un respiro profondo e disse <Cosa faresti al posto mio?>

<Come?> chiesi con un filo di voce. Era l'ultima cosa che mi aspettassi chiedesse.

<Immaginiamo che i ruoli fossero invertiti. Che io fossi il bersaglio di persone molto potenti che vogliono sfruttarti per non si sa quale scopo. Dopo esserci rifugiati in Italia per sfuggire alla società Giapponese che ti voleva, ora siamo di nuovo ricercati da altre persone. Tu cosa faresti per proteggermi?>

<Io...> iniziai cercando di schiarirmi bene le idee.

Lui rimase a guardarmi con occhi sofferenti.

<Io farei di tutto per proteggerti.> dissi alla fine sapendo che così non avrei più potuto fermarlo.

<Lo vedi?> chiese lui <Tu avresti fatto la stessa identica cosa.>

<E tu avresti cercato di fermarmi.> dissi guardandolo dritto negli occhi <Avresti fatto di tutto per impedirmi di andare.>

<E tu saresti andata lo stesso.> aggiunse lui <Amu io voglio solo che tu stia al sicuro.>

<Lo so...> dissi abbassando lo sguardo verso le mie scarpe.

<Hey.> disse lui alzandomi il mento <Tornerò. Nessuno può prendere un Gatto Ladro.>

Accennai un sorriso e senza distogliere lo sguardo dal suo gli diedi un leggero bacio sulla guancia <Nessuno tranne me.>

Lui scoppiò in una risata <Hey Ragazzina! Quello lo chiami bacio?> prima che potessi ribattere lui fuse le sue labbra con le mie.

Con quel tocco riuscì a percepire tutta l'emozione che provava.

Era un bacio che aveva diverse sfumature: prima era lento, calmo, dolce e poi era sfrenato, passionale e violento ma mi piaceva.

Erano tutte le sfumature della sua personalità. Della nostra personalità.

Alla fine ci staccammo. Eravamo rossi come peperoni e dopo pochi minuti scoppiammo a ridere entrambi.

<Ora andiamo.> disse lui mettendomi un braccio sulle spalle.

<Già, gli altri saranno preoccupati.> dissi io.

<È fanno bene.> rispose lui con un sorriso malizioso che gli nasceva sulle labbra <Potrei saltarti addosso da un momento a l'altro.>

Amu & Ikuto#3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora