Capitolo 22

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Una volta trovato un negozio di alimenti e prodotti per la casa accostammo.
<Tu e Yaya entrate e prendete quello che serve. Io parcheggio qui davanti con Kyle.> spiegò Ikuto tirando fuori dalla tasca due banconote da 50 euro.
Non sapevo ancora quanto fossero in yen ma dell'espressione di Kyle non dovevano essere pochi.
Li presi e me li infilai in tasca.
<Va bene, facciamo il prima possibile.> dissi aprendo la portiera.
<Amu.> sentii Ikuto chiamarmi.
<Si?> chiesi girandomi verso di lui, che mi lasciò un bacio a stampo e disse <Ti amo.>
Arrossendo alla presenza di Yaya e Kyle risposi sussurrando <Anch'io...> e uscii dall'auto.
Attraversai la strada con Yaya al mio fianco.
<Siete davvero carini!> esclamò sorridendomi.
Stavo morendo dalla vergogna <Shhhhh...!> come se in quella strada poca affollata qualcuno potesse sentirci, o capire che cosa stessimo dicendo, visto che non parlavamo l'italiano.

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Pov'Nagihiko
Tadase e Kairi si erano messi a discutere dei ricci, così senza farmi sentire mi ero allontanato.
Andai a prendere una bottiglia d'acqua e bevvi.
<Cosa stavi facendo prima?> la voce di Rima quasi mi fece sputare l'acqua che avevo in bocca.
<Come?> chiesi chiudendo la bottiglia.
<Prima.> rispose <Quando stavamo guardando i ricci. Ti sei avvicinato, cosa stavi facendo?> mi chiese con il solito tono pacato.
Sembrava quasi che non gli importasse di niente e di nessuno, ma io sapevo com'era in realtà.
Dopo un lungo periodo in cui non ci sopportavamo a vicenda per via di chi dovesse essere la/il migliore amica/o di Amu, diventammo amici.
Questo però con molta calma, non andammo subito d'amore e d'accordo. Ci volle diverso tempo, ma alla fine possiamo dire di essere degli ottimi amici.
Solo ultimamente era nata in ne questa strana sensazione nei suoi confronti.
Sembrava così piccola, eppure era così forte....

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Pov'Kukay
Stavo impazzendo.
Essere in gravidanza non doveva essere facile, ma neanche chi doveva restare accanto alla persona che doveva affrontare la situazione non era messa tanto bene.
Le donne incinte erano isteriche.
Una volta piangevano per non si sa quale ragione, mentre il secondo dopo ridevano così forte che anche dall'altra parte del mondo era possibile sentirla. Per non parlare degli attacchi di rabbia. Si arrabbiavano senza un motivo preciso e non sapendo con chi prendersela sceglievano la prima persona che gli capitava a tiro.
Ed era un'inferno de quella persona ero io.
Dopo vari tentativi ero riuscita a far addormentare Utau.
Aveva la testa appoggiata alla mia spalla e le mani che stringevano le mie.

Dovevo trovare una soluzione.
Non potevamo continuare così, Utau aveva bisogno di attenzioni. E con il viaggio che stavamo intraprendendo, questo non era possibile.

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Pov'Amu
Avevamo preso tutto. Dovevamo solo dirigerci alla cassa, quando Yaya mi fermò <Amu...>
La guardai preoccupata <Dimmi.>
<Mi servirebbero ancora delle cose...> iniziò lei.
Intuendo di cosa stava parlando risposi <Si, certo. Sai già...>
<Si, si.> rispose allontanandosi.
Quando tornò aveva due confezioni di assorbenti tra le mani.
Capivo il disagio, le prime volte anche per me non era facile andarli a comprare.
Mi sembrava un gesto strano, nuovo.
Andammo a pagare.
Quando il cassiere vide tutte le cose che avevamo nei cestini sbiancò.

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Pov'Ikuto
Tirai il freno a mano. Mi rilassai sul posto.
Lo stronzo dietro di me iniziò a cantare una canzone italiana che non avevo mai sentito.
<Acqua azzurra....acqua chiara.> iniziava sempre più piano, poi alzò la voce.
<Puoi smetterla?> chiesi portandomi le mani alle tempie <Mi fai venire mal di testa.>
<Ma come?> fece lui <Questo è un classico della musica italiana!>
<Non mi interessa.> risposi mantenendo la calma.
<Ho capito...preferisci qualcosa di nuovo.> e ricominciò a cantare, questa volta, però, era una canzone più movimentata.
Presi il telefono, cercando di ignorare il pessimo cantate dietro di me.
Fu invano.

Erano passati quasi 20min. e le ragazze non erano ancora tornate.
Composi il numero di Amu, quando ricevetti una sua chiamata.
<My Princess.> risposi al telefono.
Lei aspettò un attimo, ero sicura fosse arrossita. Poi parlò <S-siamo pronte. T-tu dove...sei?>
<Aspettami davanti al negozio, io arrivo subito.> ribattei chiudendo la chiamata.
<My Princess...My Princess...> Kyle ripeteva ripetutamente quel nomignolo, con voce bassa.
Accesi l'auto e tolsi il freno a mano.
Decisi che fosse meglio non rispondere ai suoi tentativi per farmi perdere la calma.
Era meglio farlo rosicare, mentre gli dimostravo che Lei era solo mia, e per quanto potesse istigarmi non gli darò mai più la soddisfazione di rispondere.


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Ci vediamo al prossimo Capitolo.
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-ilovelettura

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