Capitolo 2

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Il rumore della porta che si apriva mi fece svegliare di colpo.
<Uhm...> provai a parlare ma avevo la gola dolorante.
<Vi ho portato la colazione.> disse Ikuto mentre appoggiava un vassoio sul comodino e si sedeva sul bordo del letto <Come ti senti?>
<...Bene...> dissi con una voce che non sembrava la mia.
Lui non ci badò ma lo sapevamo entrambi che stavo peggiorando.
<Buon giorno...> salutò Ran sbadigliando e togliendosi un paio di paraorecchie.
Miki e Su furono più pigre ma alla fine si svegliarono anche loro <'Giorno.>
Le salutai con un gesto della mano.
<Prova a mangiare qualcosa.> mi disse Ikuto spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Guardai il vassoio.
Solo il pensiero di mangiare qualcosa mi faceva bruciare ancora di più la gola.
Scossi la testa.
<Amu...> mi pregò lui porgendomi una tazza di latte caldo <Non mangi niente da giorni ormai...>
Il suo volto era scavato dalla stanchezza.
Non ero la sola a soffrire.
Feci un respiro profondo e presi la tazza dalle sue mani.
Lui si lasciò sfuggire un sospiro <Grazie.>
Bevvi un sorso, nonostante la gola mi bruciasse.
Alla fine riuscì a finire tutta la tazza.
Sul viso di Ikuto nacque un sorriso <Ti va se usciamo un po'?> mi chiese alla fine <Sono giorni che siamo qui e non abbiamo ancora visitato Firenze.>
Non dissi nulla ma il mio messaggio era chiaro.
Siamo al sicuro?
<Certo, almeno per un paio d'ore.> disse lui <Poi partiamo per San Marino.>
<Cosa c'è a San Marino?> chiese Ran curiosa.
<Siamo riusciti a scoprire che lì c'è un laboratorio, di proprietà di Antra, in cui hanno appena fatto un esperimento.
Crediamo che la cavia possa essere Kyle.> spiegò Ikuto <Oh almeno speriamo.>

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<Ciao!> esclamò Kukay quando entrai nella piccola cucina <Come ti sent..> ma Utau gli diede una gomitata e lo zittì.
<Vuoi un caffè, Amu?> mi chiese lei sorridendomi.
Era un sorriso tirato, nervoso ma apprezzai il tentativo.
Scossi la testa e feci un cenno di ringraziamento.
<Bhe. Allora oggi uscite?> chiese Kukay.
<Già. Sarà meglio prendere qualche souvenir per il piccolo principe e gli altri prima di tornare a casa.> rispose Ikuto.
Stava parlando come se stessimo vivendo in una normalissima vacanza.
<Amu ti...> iniziò Utau ma Ikuto la bloccò <Noi andiamo, ci vediamo dopo!> e mi portò fuori.
<Allora dove vuoi andare?> mi chiese lui mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Lo guardai con sguardo interrogativo.
Cosa voleva dirmi Utau?
Lui fece finta di non capire e continuò <Che ne dici se andiamo a vedere la Fontana del Nettuno?>
Rimasi lì a guardarlo e alla fine facendomi coraggio dissi <C...cosa...voleva...> mi maledissi per tutte le ore passate ad urlare nel sonno <...dirmi...?> finalmente riuscì a finire la frase.
Lui mi sorrise dolcemente <Niente. Le solite cose...>
<Cos...a?> chiesi io insistente.
<Non dovresti sforzare la voce> disse lui accarezzandomi il viso <Dai andiamo.>
Puntai i piedi a terra e continuai a fissarlo.
<Dimmi...la...verità.> dissi alla fine mentre un attacco di tosse mi assaliva.
<Dopo però non devi sforzarti.> mi disse lui.
Io annuì.
<Ok. Te lo dirò se mangerai qualcosa.> continuò alla fine.
Non avevo voglia di mangiare ma se così mi avrebbe detto quello che volevo sapere avrei fatto qualunque cosa volesse.
<Seguimi.> disse lui prendendomi per mano.

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Dopo che il cameriere ci ebbe portato il nostro ordine feci cenno ad Ikuto di parlare.
<Tu mangia.> mi rispose lui.
Diedi un morso al cornetto poi dissi <Parla.>
<Utau prima voleva dirti che è già da un po' che i tuoi genitori ci stanno bombardando di chiamate per sapere come stai.> disse Ikuto.
<Cosa?!> esclamai per quello che mi era possibile e iniziai a tossire.
Ikuto mi offrì un bicchiere di succo.
Feci un sorso <Non credere che mi sia cambiata. P...perché non hai...>
<Perché hai già tante cose a cui pensare.> rispose lui <E poi anche se te l'avessi detto cosa avresti potuto fare? Non potevo mica parlare hai tuoi con questa voce?>
<Però...potevi...> iniziai io.
<Scusa, pensavo che ti saresti preoccupata per nulla.> disse lui accarezzandomi <Ora mangia però.>
Diedi un altro morso al cornetto.
<Sarran...no...preoccupati...> dissi alla fine io.
<Utau gli ha detto che ti stai preparando per un esame molto difficile.> disse lui.
Non dissi nulla, non c'è la facevo più a sforzare le corde vocali.
<Dovresti farti vedere da un dottore...> disse Ikuto alla fine mentre mi stringeva una mano.
<Perché andare da un dottore quando qui ne avete uno?!> esclamò Kim appoggiato alla mia spalla destra <Kim al vostro servizio.>
<Dovremo rimandare a più tardi la visita.> disse Miki.
<Dei tipi strani stanno per entrare qui e stanno puntando noi.> disse Su.
<Ci hanno trovati.> sibilò Ikuto alzandosi <Dobbiamo andare.>
<Lasciateli a me! Ci penso io a...> iniziò Kim ma Ikuto l'aveva preso è messo nella tasca della sua giacca <Vieni Amu, non c'è tempo da perdere.>
Proprio in quel momento la porta del bar si aprì ed entrarono due omoni vestiti di nero.
Solo a quel punto lo riconobbi.
Erano gli uomini con cui ci eravamo scontrati a Venezia.
Paolo e il suo compagno.
Il naso dell'uomo accanto a Paolo era strano, a quanto pare aveva ricevuto un bel ricordino da Utau.
Ikuto mi prese la mano e mi costrinse a camminare <Sbrigati Amu, dobbiamo scappare.>
Mi alzai e lo seguì.
<Dovrebbe esserci un'altra uscita...>
<Eccoli!> esclamò Paolo indicandoci.
I due uomini incominciarono ad avvicinarsi a noi.
Mi guardai intorno cercando una via di fuga.
La porta da cui eravamo entrati era sbarrata.
L'occhio mi cadde sulla porta del bagno.
<Vieni.> dissi tirando Ikuto dietro di me.
<Hey ma che? Non mi sembra il caso di andare in bagno adesso...> disse Ikuto <E poi è il bagno delle donne!>
Non feci caso alle sue parole ed entrai in bagno tirandomela dietro.
Mi guardai intorno.
In alto c'era una piccola finestra.
Indicai ad Ikuto la finestra, a quel punto capì il mio piano.
Mi avvicinai al lavello e ci salì da sopra.
Poteva funzionare.
Ikuto aprì appena la porta.
<Stanno venendo qui.> disse lui mentre si guardava intorno.
Alla fine spostò un pesante vaso davanti la porta.
Nel frattempo io aprì la finestra e iniziai ad arrampicarmi per raggiungerla.
<Sbrigati Amu...> disse Ran nervosa.
Basta un piccolo salto e avrei potuto uscire dalla finestra.
<Amu...> iniziò Ikuto mentre cercava di trattenere la porta.
<Aprite mocciosi!> esclamò Paolo.
<Cosa posso fare...> disse Ran.
Miki e Su si schiarirono la voce <Ran...>
<Aspettate! Sto cercando di concentrarmi.> esclamò lei <Vediamo...>
<Ran.> la chiamai io.
<Un attimo!> disse lei.
<Perché non fai il Chara Change con Amu?> chiese Su.
<Ma certo! Ho avuto un idea!> esclamò Ran <Potrei fare il Chara Change con Amu.>
Miki e Su sbuffarono.
<Sono un genio!> disse lei mentre ballava e cantava.
<Ran!> esclamai io.
<Ah sì, certo.> disse lei <Chara Change. Da ragazza che non sa saltare a campionessa degli Sport!>
Saltai e mi aggrappai al cornicione della finestrella.
Mi spinsi fuori e mi lasciai cadere fuori.
La Chara Change si sciolse e caddi, per fortuna, su un vecchio materasso lasciato accanto ad alcuni sacchi della spazzatura.
Subito dopo mi ritrovai Ikuto atterrare in piedi davanti a me.
<Non mi sembra il momento di dormire.> disse lui sorridendomi.
Sbuffai e dissi <Sbruffone.>
Mi alzai e guardai la finestra da cui si stava affacciando Paolo.
<Presto andiamo.> disse Ikuto prendendomi per mano e uscendo dal vicolo in cui eravamo arrivati.
Continuammo a correre finché non vedemmo la casa che avevamo preso in affitto.
Entrammo di corsa e ci chiudemmo la porta alle spalle.
Utau uscì dalla cucina con uno straccio tra le mani.
Quando ci vide lasciò cadere lo straccio e venne ad aiutarci <Ma che cosa è successo?!>

Ciaooooo!
Come vi è sembrato questo secondo capitolo?d
Spero vi sia piaciuto.
Alla prossima!
-ilovelettura

Amu & Ikuto#3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora