Il sole era calato all’orizzonte ormai da parecchio quando finii l’ultima sigaretta che avevo a disposizione.
Fissai il pacchetto vuoto con indignazione, aspettandomi che questo si riempisse magicamente di altre sigarette, ma ovviamente non accadde niente del genere. Sbuffai, lo accartocciai con rabbia e lo gettai in un angolo non illuminato della mia scrivania mentre l’odore della nicotina aleggiava ancora intorno a me e la sigaretta che avevo appena consumato si spegneva lentamente all’interno del posacenere. La piccola lampada sul ripiano illuminava esclusivamente il libro di farmacologia aperto di fronte a me, come se fosse una luce divina proveniente dal cielo che mi spronava a concentrarmi sullo studio. Guardai le pagine fittamente scritte, le parole che avevo evidenziato con una minuziosa cura e i minuscoli appunti che avevo scritto a matita ai lati delle pagine, ma per qualche strana ragione i miei occhi non riuscirono a mettere a fuoco nulla di ciò che era scritto. Mi parve di trovarmi di fronte ad un libro scritto in arabo e più lo fissavo, più le parole sembravano assumere le forme più contorte e strane, come se si stessero divertendo a giocarmi quei brutti scherzi.
– Oh, fanculo – mi alzai dalla sedia e mi diressi verso la finestra che si apriva accanto al mio letto. Alzai il vetro e mi piegai in avanti, appoggiando i gomiti sul davanzale, mentre l’aria fredda della notte si insinuava all’interno della mia stanza. Una folata di vento mi investì con tutta la sua forza, scompigliandomi i capelli e facendomi raggelare il sangue. Ispirai profondamente quell’aria gelida e così pura, e chiusi gli occhi, cercando qualcosa all’interno di me stesso, qualcosa che potesse farmi sentire vivo.
Ma non c’era niente. Non c’era assolutamente niente da far risvegliare.
Aprii gli occhi e scrutai il mondo addormentato che si estendeva davanti ai miei occhi. Decine e decine di case uguali alla mia si ergevano di fronte a me al di sotto della cupola scura del cielo privo di stelle. Persino la luna era poco visibile, nascosta dietro alle nuvole, come se provasse vergogna nel mostrarsi al mondo intero. Scrutai l’orizzonte, i palazzi lontani e le grandi case unifamiliari dei quartieri più ricchi tra le quali c’era…
Scattai all’indietro, ritrovandomi all’improvviso a corto di fiato. Mi sentii pervadere da un profondo senso di tristezza e avvertii qualcosa rompersi dentro di me, come se non fossi già abbastanza distrutto.
Il mio sguardo andò istintivamente al cassetto del comodino che si trovava alla mia sinistra, all’interno del quale avevo riposto un portafotografie che non ero riuscito a rompere in mille pezzi. C’era una parte di me che desiderava aprire quel cassetto per rimpiangere qualcosa che apparteneva ormai al passato, ma c’era anche la parte più forte e autoritaria che invece mi stava ripentendo di non farlo per nessuna ragione al mondo.
– Accidenti, Newt – disse una voce, interrompendo il flusso dei miei pensieri. Distolsi lo sguardo dal comodino e mi voltai verso la porta. Kyle era comparso sulla soglia della mia camera e mi stava osservando con un’espressione che era una via di mezzo tra lo stupore e l’indignazione. – Non so se in questa stanza ci siano più ghiaccioli o sigarette spente. Mi spieghi per quale oscuro motivo hai aperto la tua finestra? Cavolo, si congela!
Non mi presi nemmeno la briga di replicare, così chiusi la finestra e abbassai la serranda. Kyle accese la luce e fece vagare lo sguardo per tutta la stanza, corrugando la fronte di tanto in tanto quando vedeva qualcosa che non lo convinceva. Indossava una felpa grigia, il suo solito paio di jeans strappati all’altezza delle ginocchia, un paio di scarpe da ginnastica bianche, e il ciuffo di capelli scuri era pettinato da un lato, proprio come piaceva a lui. Tutto ciò gli donava un’aria da ragazzina viziata, cosa che a me non piaceva per niente, peccato che lui se ne era sempre fregato della mia opinione.
– Hai un aspetto orribile – mi disse lanciandomi un’occhiata sprezzante. – Sembri uno zombie.
– Già, beh, tutti gli umani sono zombie, fratellino –iniziai a frugare tra la mia roba ammassata sul ripiano della scrivania. – Allora, perché sei venuto qui a rompere, Kyle?
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Strength || Newtmas [Sequel di Distraction]
Fanfiction- Quel ragazzo non è fatto per te - ribatté lui a denti stretti. - Ho capito fin da subito quali fossero i suoi sentimenti per te ed essere come un libro aperto non è una buona cosa. Lui è debole, Newt, e ti limiterà sempre. Lui è la tua più grande...