Avevo sempre odiato i funerali. Li detestavo.
Nella mia vita non avevo preso parte a molte di queste cerimonie, per fortuna, e quelle poche occasioni che mi capitarono furono davvero tremende. Gli unici funerali a cui ero andato erano stati quelli dei miei nonni materni, ma in realtà quello di mio nonno non me lo ricordavo proprio visto che avevo appena tre anni. I miei nonni paterni invece non li conobbi mai, tutto merito di quel grande padre modello che era Andrew, il quale, non solo si era rivelato un pessimo genitore, ma aveva fatto schifo anche come figlio, dando a sua madre e a suo padre tanti motivi validi per spingerli a rinnegarlo. Ricordavo bene le volte in cui da bambino gli avevo chiesto dei suoi genitori, i miei nonni, e lui aveva sempre liquidato la faccenda dicendo che loro erano cattivi e che non gli volevano bene. Più volte mi ero immaginato i miei nonni paterni a casa da soli che ricordavano i bei vecchi tempi quando Andrew era solo un bambino innocente e loro due avevano fantasticato così tanto su di lui desiderando che li rendesse orgogliosi. Immagino che non fu mai così. Lui non aveva mai reso orgoglioso nessuno, se non se stesso. Tante volte nella mia vita mi ero chiesto se quei due signori fossero a conoscenza del fatto che avessero dei nipoti, se volessero conoscermi e se avessero mai tentato di contattarmi prima di morire.
Non potei fare a meno di pormi queste domande mentre ero lì, in piedi, in chiesa, al funerale di un ragazzino che io non avevo mai conosciuto.
Era il ventitré dicembre e io avevo passato l'intera mattinata nell'ufficio della polizia, seduto su una sedia ad aspettare pazientemente che gli sbirri la smettessero di torturare psicologicamente il mio ragazzo. La polizia aveva già interrogato la famiglia e tutti gli altri coinvolti nell'omicidio, perciò l'unico che rimaneva era Thomas, l'ultima persona ad aver visto quel ragazzino. Un poliziotto mi assicurò che il responsabile era già dietro le sbarre e che la sua dichiarazione era necessaria per alcune formalità e nel caso in cui l'assassino avesse richiesto un processo.Mi augurai davvero di non dover trascinare Thomas anche in tribunale perché sapevo che non avrebbe retto. Non sarebbe mai riuscito a testimoniare davanti ad una sala piena di gente pronta a giudicare le sue parole e ogni sua più piccola esitazione. Non ce l'avrebbe mai fatta, non nello stato in cui si trovava quel giorno.
Il funerale era iniziato alle tre spaccate, un orario pessimo a mio avviso, ma del resto credo che avrei trovato qualunque ora inadeguata considerando che era l'antivigilia. Mancavano meno di due giorni a Natale e io mi trovavo ad un cacchio di funerale mentre tutti intorno a me si crogiolavano nel dolore e nelle lacrime, facendo deprimere ogni singola parte di me. Era la seconda volta in due giorni che ero costretto a mettermi degli abiti eleganti, ma, onestamente, avrei tanto preferito non sfoggiare nuovamente tutta la mia eleganza e il mio stile.
Il prete stava blaterando qualcosa da dietro all'altare, peccato che io non avevo sentito una parola di tutto ciò che aveva detto prima e così non riuscii a riprendere il filo del discorso, ma non è che me ne importasse tanto. Lanciai un'occhiata a Thomas in piedi alla mia destra. Aveva un'espressione carica di sofferenza, gli occhi che trasmettevano il suo tormento interiore e lo sguardo fisso su un punto: la bara del ragazzo che giaceva alla nostra sinistra, davanti all'altare, occupando la navata centrale. Non aveva staccato gli occhi da quella cacchio di cosa nemmeno per un secondo da quando era iniziata la cerimonia, come se fosse una calamita per lui e non potesse fare a meno di osservarla. Vidi il dolore nei suoi occhi scuri farsi sempre più profondo, così tanto che pensai che sarebbe potuto crollare da un momento all'altro. Gli strinsi la mano sperando che la mia stretta gli bastasse, che alleviasse per un momento il suo dolore e che gli facesse capire che lui non era solo al mondo. La sua mano tremava, ma le sue dita riuscirono comunque a stringere le mie e così le nostre mani divennero una cosa sola. Continuai a tenergli la mano per tutto il resto del funerale mentre il mio sguardo vagava tra l'alto soffitto della chiesa, l'altare dorato, le innumerevoli rappresentazioni religiose e le persone in lacrime che mi circondavano, tutti vestiti rigorosamente in nero.
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Strength || Newtmas [Sequel di Distraction]
Fiksi Penggemar- Quel ragazzo non è fatto per te - ribatté lui a denti stretti. - Ho capito fin da subito quali fossero i suoi sentimenti per te ed essere come un libro aperto non è una buona cosa. Lui è debole, Newt, e ti limiterà sempre. Lui è la tua più grande...