Nel corso della mia vita avevo vissuto diverse situazioni piuttosto deprimenti, ma devo ammettere che non avevo mai sperimentato qualcosa di così umiliante come fumare al bagno per cercare di dimenticare le mie emozioni.
Osservai con attenzione ogni singolo granello di polvere addossato alle pareti di quello spazio angusto mentre me ne stavo seduto sulla tazza abbassata del water, la sigaretta accesa tra le labbra e il fumo che usciva dalla mia bocca insieme al mio respiro.
Non potevo credere di essere costretto a fare una cosa del genere. Non potevo credere di trovarmi davvero in quella situazione, chiuso al cesso a fumare per colpa della mia famiglia che non ne voleva sapere di lasciarmi in pace. Avevo provato a comprenderli. Avevo provato a mettermi nei loro panni e a cercare di capire come si dovessero sentire, ma a quel punto ne avevo le tasche piene della loro costante preoccupazione e delle loro lamentele del cacchio. Non avevo nemmeno più la libertà di fumarmi una cacchio di sigaretta in casa mia senza che si scatenasse l’inferno, tanto da essere costretto a farlo di nascosto e nei posti più improbabili.
Non avevo idea di quanto tempo fosse passato da quando mi ero chiuso lì dentro, ma in realtà non me ne importava molto. Negli ultimi giorni avevo rinunciato a studiare e la mia voglia di tornare al college era pari a zero, perciò le mie giornate non erano altro che un altalenarsi noioso di sigarette, passeggiate deprimenti, pensieri cupi, lamentele della mia famiglia, chiamate senza risposta e riflessioni che non mi avevano mai portato da nessuna parte. Non ne potevo più di vivere in quel modo, ma allo stesso tempo non volevo nemmeno lasciare la città e tornare al college. Non mi sentivo ancora pronto e abbastanza stabile per ritornare in quel posto. Non mi sentivo abbastanza forte.
Avevo quasi finito la sigaretta quando qualcuno bussò alla porta del bagno. Capii immediatamente di chi si trattasse, ancora prima che questa persona iniziasse a parlare.
– Newt? – Lizzy sembrava piuttosto irritata. – Newt, lo so che sei qui. Perché ti sei chiuso al bagno?
Mi venne quasi da ridere quando la sentii pronunciare quella domanda. Suonava così ridicolo. – Sto facendo le mie cose, Lizzy.
– Da più di mezzora? – replicò con un tono esasperato.
– Sì, beh…ognuno ha i suoi tempi. Che ci vuoi fare? – presi la sigaretta con una mano e l’allontanai dalla mia bocca, osservandola come se non ne avessi mai vista una in vita mia. Poi all’improvviso la porta del bagno si spalancò ed io feci un balzo per la sorpresa, rischiando di far cadere la sigaretta a terra. Mi voltai verso mia sorella, strabuzzando gli occhi. Lizzy aveva i capelli biondi legati in una coda alta, gli occhi irati puntati su di me e l’espressione contrariata, la stessa che ha un genitore quando vede suo figlio che gli disubbidisce.
– Ma che cacchio fai?! – esclamai, sconcertato. – Potevo essere nudo!
Lei si limitò a socchiudere gli occhi dalla soglia del bagno.– Ho visto cose più spaventose – il suo sguardo si spostò sulla sigaretta ancora accesa che tenevo in mano. – Lo sapevo che stavi fumando. Lo sapevo che ti eri nascosto per questo.
– Cacchio, Lizzy…non iniziare di nuovo con questa storia.
– Credevi davvero che non ce ne saremmo accorti? – proseguì lei, imperterrita come al solito. – Pensavi di farla franca così, fumando di nascosto qui dentro?
Alzai le spalle aspirando di nuovo dalla sigaretta. – Avrei aperto la finestra. Nessuno si sarebbe accorto di niente se tu non fossi venuta qui a rompere.
– Sei davvero arrivato a questo punto, Newt? Sei davvero arrivato a mentire alla tua famiglia e a nasconderti come un ladro pur di fumarti una cavolo di sigaretta?
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Strength || Newtmas [Sequel di Distraction]
Fanfiction- Quel ragazzo non è fatto per te - ribatté lui a denti stretti. - Ho capito fin da subito quali fossero i suoi sentimenti per te ed essere come un libro aperto non è una buona cosa. Lui è debole, Newt, e ti limiterà sempre. Lui è la tua più grande...