Capitolo 1

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Mi devo tranquillizzare. Mi chiedo come possa avere tutta quest'ansia, è un giorno come tutti gli altri, tranne per il fatto che da oggi potrebbero iniziare due anni semplici o difficili
Stanotte non ho dormito, mi sono posta un sacco di domande: chi avrò in classe? Quali saranno i miei professori? Mi troverò bene nella nuova scuola? Mi farò degli amici? La gente mi guarderà in modo diverso da come facevano prima?.
Non sono riuscita a darmi delle risposte, neanche una, dal momento che non c'è nulla di intelligente nelle mie domande, mi farò vedere come voglio io, mi farò trattare come voglio io, mi troverò bene o male a seconda di quello che voglio io.
Dopo essermi vestita con jeans stretti, maglietta, felpa e Vans (odio questo stile, vorrei vestirmi elegante come tutti i giorni ma devo confondermi nella massa),mi do una leggera linea di matita sotto gli occhi e mi pettino, mi lavo i denti, controllo di aver messo tutto nella cartella, prendo il telefono e mi affretto a scendere al piano di sotto per ricordare a Manny che andrò nella sua stessa scuola e ricordare a Lucas che tra poco non si sveglierà più nel suo morbido letto, ma in quello di un colleg! Poi faccio un altra rampa di scale dove trovo mamma che urla a Nen e Caleb che l'asilo aspetta solo loro e poi mi vede, speravo di non farmi vedere così mi sarei risparmiata la famosa frase che dice tutte le volte che la scuola rincomincia.

"Mi sembra ieri che ti cambiavo il pannolino!" urla prima che io possa formularmela in testa. Riferita a me è ancora più strana che riferita a quei due idioti dei mie fratelli.
Gli do un bacio sulla guancia e un abbraccio veloce al suo pigiama in seta e scendo un altro piano di scale.
In cucina trovo mio padre in giacca e cravatta con una tazza di caffè in una mano e il giornale nell'altra, quanto è palloso, mi vede e mi dice.

"E oggi è l'inizio di future soddisfazioni per la famiglia Jhonson, punto tutto su di te, dato che gli altri due per ora hanno fallito." esordisce con trionfo e poi delusione. Sa sempre come mettermi sulle spine.

"Non mettermi sotto pressione papà! Non è neanche iniziata la scuola." dico ridendo, c'è poco da ridere.
Mi guarda con dolcezza e dice:

"Tranquilla carotina, sappi però che sono molto fiducioso per te." mi da un bacio sulla guancia, prendo una mela ed esco dalla cucina senza aggiungere altro.
Siamo all'inizio di Settembre, non fa freddo, mi metto lo zaino in spalla ed esco.
Sono in classe, stiamo aspettando che il professore arrivi, sono vicino ad una ragazza bionda e riccia, con occhi celesti, pelle chiara e magra. Mi faccio avanti e le chiedo:

"Ciao, come ti chiami?" lei mi guarda e mi dice:

"Cosa? Scusa non ero attenta" la sorprendo a guardare qualcosa, o qualcuno.

"Ti ho chiesto semplicemente come ti chiami, ragazza dallo sguardo perso" faccio del mio meglio.

"Liliam, il tuo di nome? Ragazza dagli occhi belli".

"Victoria, grazie ma anche i tuoi sono stupendi" ha occhi color celesti tendenti al verde e con un po' di giallo.

"Bene Victoria, posso chiamarti Vicky? Vitto? Vic? O Tory?" dice alla velocità della luce.

"Viry va benissimo, tu hai preferenze per i soprannomi?".

"Mi faccio chiamare Lia".

Dopo un po' che parliamo scopro che c'è del filing tra noi e che Lia ha un fratello gemello e uno di sedici anni e frequentano questa scuola, vivono con il padre perché la madre si è fatta una nuova famiglia e ha un fratellastro di due anni, non è fidanzata e appena è entrata in classe ha messo gli occhi su una ragazza che le e sembrata spaventosamente zoccola.
La prima lezione fila liscio, ci presentiamo e il professore ci informa che questa sarà la nostra aula per le materie principali, mentre per spagnolo, fisica, chimica, scienze politiche, etc. ci si deve iscrivere.
Quindi questi saranno i miei compagni fissi, non ci si può ritirare da questa classe; passate quattro ore suona la quarta campanella e questa volta dobbiamo cambiare classe, quindi usciamo come una mandria di bufali, io e Lia ci guardiamo e ci chiediamo cosa bisognasse fare, anche lei è nuova, presa da un colpo di genio riconosco un nostro compagno di classe.

Questione di sguardi [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora