Capitolo 15

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Sento tanti piccoli baci sul collo, leggeri leggeri.

"Buongiorno Victoria" sussurra sul mio collo. Apro gli occhi sbattendoli ripetute volte.

"Hey" dico stiracchiandomi con la voce impastata dal sonno. Sento tutti i muscoli indolenziti. Alzo la testa e incontro subito il suo sguardo, i capelli neri arruffati, gli occhi chiari e il suo petto nudo.

"Ti va la colazione?" chiede alzandosi e lanciandomi una maglietta grigia, la metto e poi mi alzo.

"Si, dov'è il bagno?" Chiedo facendomi una crocchia, sento il suo odore su di me.

"Infondo al corridoio" esco dalla stanza e vado alla fine del corridoio, entro in bagno, mi alzo la maglietta e mi guardo allo specchio. Vedo una fila di succhiotti sulla mia pelle candida che partono dal collo e arrivano al mio seno destro. Rivedo le mani di Nyal sul mio corpo, sento i suoi baci, i nostri respiri che si fondono... apro la porta e corro giù per le scale lo vedo raccattare dei cocci che si sono rotti ieri mentre buttava giù la casa. Si gira e mi guarda. Gli corro incontro, gli allaccio le braccia al collo e lo guardo negli occhi prima di scoppiare a piangere e abbracciarlo forte.

"Cos'è successo piccola?" Dice preoccupato alzandomi il mento. Quel soprannome mi fa scattare qualcosa nel petto.

"Nyal ho bisogno di te in questo momento, ho fatto un sacco di cazzate ma di questo ne sono sicura: io non voglio stare lontana da te!" Singhiozzo. Mi da un bacio a fior di labbra e le mie lacrime bagnano la mia bocca e la sua.

"È la prima volta che mi guardo allo specchio e non vedo più le sue mani su di me..." singhiozzo abbracciandolo "io ora ho il tuo odore addosso..." sussurro "sei l'unica persona che sia riuscita a farmi allontanare quei ricordi dalla mia mente e dal mi corpo. Neanche i miei parenti, gli psicologi, le docce calde e le amiche sono mai riuscite a rendermi così felice e farmi dimenticare"

"Victoria non sai quanto mi faccia stare bene sapere che tu stai bene" mi prende incollo e mi fa sedere sul bancone della cucina.

"Tu mangi i cereali?" Chiede aprendo il frigo e sviando l'argomento. Mi toglie le lacrime dal viso e apre la dispensa.

"Si" Mi lecco i baffi "come stai?" Chiedo timorosa ricordandomi che anche lui ha i suoi problemi, suo fratello... io se capitasse ai miei fratelli non so come reagirei.

"Sono preoccupato per mio fratello. È stato... lui... ecco lui è stato ricoverato a Baltimora..." Si massaggia le tempie e io quasi sputo il latte.

"All'ospedale S.H.Mora?" Sussurro.

"Si tu come...?"

"Ci sono stata..." svio l'argomento.

"Oh" sospira lui "I tuoi non ti hanno ancora chiamato? Sei stata via tutta la notte..." porca miseria! Scendo giù dal bancone alla velocità della luce corro verso il salotto dove prendo il cellulare: ho 3 chiamate perse da mia madre, 2 da mio padre e un messaggio con scritto cogliona da parete di Manny. Chiamo subito mia madre la quale risponde dopo mezzo squillo.

"Lauren dove accipicchia sei?! Siamo stati in pensiero tutta la notte" quando mia madre mi chiama Lauren è un cattivo segno.

"Sono andata a dormire da... Lia! Sto arrivando, dieci minuti e sono a casa!" Riaggancio e recupero velocemente il mio reggiseno e il resto dei vestiti sparsi per la casa.

"Non resti per colazione?" Chiede lui sorridente.

"Non posso, i miei sono arrabbiatissimi... ti chiamo tra poco" dico dandogli un bacio sulla guancia. In effetti hanno ragione, lo sarei stata anche io nei loro panni. Ho fatto una cavolata però mi brucia ammetterlo.

Questione di sguardi [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora