Capitolo 18

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"Ora basta!" Urla mia madre in preda alla rabbia. A quell'urlo io e mio padre, gli unici presenti nello studio, sobbalziamo.

"Jessica datti una calmata!" Urla mio padre.

"Peter non provare a dirmi quello che devo o non devo fare! Io so cosa è meglio per lei! Ci sono passata, smettetela con queste stronzate dell'anoressia. Io sono morta?! No! E allora lei continuerà la terapia" non so se essere più schockata dal fatto che mia madre ha detto una parolaccia o per la sua confessione di essere stata anoressica.

"Che vuol dire: ci sono passata?"chiedo timorosa.

"No Peter, ora non è il momento di dirglielo" mette le mani avanti.

"Invece si! Deve capire perché la sua vita è impostata diversamente rispetto ai suoi fratelli!" Si giustifica mio padre.

"No ora no!" Urla mia madre. E io non capisco un cazzo...

"Victoria: tua madre da piccola ha sofferto di bullismo e aveva delle crisi proprio come te, così i suoi genitori l'hanno spedita in collegio dove si credeva in regole e discipline molto dure" confessa mio padre.

"Va avanti..." lo invito.

"Tua madre ha fatto la tua stessa terapia e nel mentre le facevano fare alcune discipline così per distrarla, come anti stress... diciamo" conclude.

"Immagino che fossero pianoforte, canto e danza?" Chiedo sconcertata.

"Si, tua madre è stata anoressica per tutto il tempo della cura e veniva pure.."

"Peter basta!" Urla mia madre andandogli incontro e interrompendolo.

"No Jessica deve sapere tutto! Tua madr" mio padre viene interrotto bruscamente da uno schiaffo di mia madre che lo colpisce in pieno volto.
Silenzio.
Dopo il caos.

"Jessica che hai fatto?!" Urla mio padre prendendole un polso.

"Peter lasciami il polso! Non ti azzardare" urla mia madre tirandogli un pugno sul petto.

"Smettila! Cosa ti prende?! Sei una pazza furiosa!!!" Urla mio padre prendendogli entrambi i polsi e cercando di allontanarla da se. Mia madre per tutta risposta gli salta addosso facendolo cadere a terra e inizia a prenderlo a botte, mentre lui cerca di divincolarsi senza farle male.

"Basta!" Urlo cercando di fermarli, senza alcun successo. Io non mi posso avvicinare, non ci riesco...

"Smettetela vi prego!" Urlo con la voce rotta dal pianto. Iniziano a cadere per terra delle cose, mia madre urla, mio padre cerca di difendersi.

"Che cazzo sta succedendo?!" Urla Lucas entrando nello studio. Mi guarda ma io non riesco a proferire parola.

"Vii vai a chiamare Manny!" Urla lui cercando di separargli.

***

Quando vedo mia madre sulla soglia di casa con una valigia a fianco e in espressione affranta in volto, mi si spezza il cuore.

"Allora io vado, c'è il taxi che mi aspetta" sussurra. Lucas, Manny e io stiamo in silenzio e la guardiamo in cerca di una spiegazione che non ci verrà data, mio padre non so in quale remoto angolo della casa sia mentre i gemelli li ho accompagnati dal nonno prima.
Mia madre ci guarda ancora una volta, ma io abbasso il capo e quando sento il rumore della porta chiudersi rilascio il fiato che non sapevo neanche di star trattenendo.

"Ci farà bene... questa pausa.." sussurra Lucas, il quale si riferisce al fatto che mia madre andrà a Baltimora per un mesetto.

"Fanculo" digrigna i denti Manny andando verso la porta.

"Dove vai?" Sussurro.

"Non lo so" dice sbattendosi le porte alle spalle. Corro in camera mia e appena chiudo la porta mi siedo a terra.
Sento un dolore lancinante squarciarmi il petto.
Avrei voglia di piangere, ma sento che il mio dolore si sta trasformando in rabbia.
Rabbia perché ho rovinato ogni singola cosa sia entrata a far parte della mia vita.
A partire dai litigi in casa quando ero piccola che hanno fatto si che Manny venisse a Boston.
Poi la Spagna, dove ho fatto il tragico errore di avvicinarmi a Nyal. Poi ci siamo baciati. Poi mi sono messa con Zayn per una settimana e l'ho tradito. Ho fatto l'amore con Nyal per la prima volta (non essere vergini non vuol dire aver fatto l'amore). Poi la terapia. La mia malattia. La mia testardaggine. Le mie crisi. Questo litigio. La mia famiglia che va a puttane.

"È tutta colpa mia sussurro" sentendo la pelle bruciare dalla rabbia che provo per me stessa.

Provo tanta rabbia. Ma ora basta. Io non voglio più soffrire a causa della mia ingenuità e a causa del mio passato.

Da oggi si cambia, da oggi è nata una nuova Victoria Jhonson.

Questione di sguardi [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora