Capitolo 14

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Alle cinque del mattino, la sveglia suonò in casa Son facendo aprire di scatto gli occhi al principe.

Cercò di alzarsi per andare a svegliare i piccoli ma si ritrovò bloccato da una presa salda ai fianchi.

<Goku> sussurrò dolcemente voltandosi e trovando i viso di suo marito completamente addormentato.

<Resta, non andare> disse Goku con la voce ancora impastata dal sonno stando con gli occhi chiusi.

Vegeta sorrise, intenerito dal marito che si stava comportando come un bambino di cinque anni.

<Vorrei tanto non andare> disse accoccolandosi al petto di Goku sentendo delle leggere carezze ai capelli.

<Perché non possiamo avere un attimo di tregua?> chiese Goku osservando fuori dalla finestra notando come fosse ancora buio.

<Perché siamo noi> rispose Vegeta chiudendo gli occhi per godersi quegli ultimi momenti di felicità col marito.

Certo che era buffo, un anno fa entrambi avevano fatto l'impossibile per far ritornare in vita Vegeta nonostante non potessero; e ora si ritrovavano le mani legate, non potendo dire di no alle leggi che vigevano sul pianeta Vegeta.

<Dobbiamo svegliare Goten e Trunks> disse ad un certo punto Vegeta, dopo circa mezz'ora di coccole silenziose.

Il principe si alzò dal letto sentendo subito un brivido di freddo percorrergli la schiena data l'assenza delle braccia di Goku che l'avvolgevano.

***

<Smettila Brak> disse Zorb ridacchiando mentre Bardak gli lasciava una scia di baci sul collo del compagno che rideva a causa del solletico.

<Non ci posso fare niente se sei così irresistibile> si giustificò Bardak dando un leggero morso sul collo di Zorb.

<Stupido> lo schernì Zorb prendendo il viso del compagno tra le mani e lasciare un leggero bacio tra i suoi capelli.

Bardak strofinò leggermente il proprio naso con il suo per poi stringerlo mentre lasciava una scia di baci sul suo viso.

<Mi sei mancato così tanto> gli confessò Zorb facendo sorridere l'altro saiyan.

Come era stato Bardak negli anni senza il suo compagno? Uno schifo.

Tutto era diventato uno schifo: alzarsi la mattina non trovando la colazione preparata con amore da Zorb, non avere più il compagno fidato durante le missioni, sentirsi così solo durante la notte. Poi la morte per mano di Freezer era sembrata, agli occhi di Bardak, l'unico modo per rivedere il compagno. Ma ciò non era successo è il saiyan aveva passato venti anni all'inferno alla ricerca di Zorb per poi essere resuscitato inconsapevolmente da Bulma.

<Anche tu mi sei mancato> disse Bardak lasciando un dolce bacio a stampo su quelle labbra sempre desiderate.

Si erano conosciuti in un modo così strano: Zorb era una nuova recluta mandata a Bardak ad imparare come invadere un pianeta.

Bardak lo aveva sempre ritenuto un incapace troppo pietoso della vita degli "innocenti" come li chiamava lui.

Lo aveva offeso, lo aveva punito, lo aveva fatto piangere sfruttando la fragilità della giovane recluta.

Solo dopo si era accorto della crudeltà che aveva avuto con Zorb, notando quanto il giovane avesse quasi paura a stare accanto al suo maestro.

E ce ne era voluto di tempo per riparare agli errori fatti, a recuperare la fiducia di Zorb e a dichiararsi a lui.

Non Te Ne AndareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora