Capitolo 10

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<Drago Shenron, per piacere, riporta in vita il compagno di Bardak> chiese Bulma mentre il saiyan in questione guardata strabiliato l'immenso drago.

<Va bene> rispose il drago prima di far illuminare i suoi occhi rossi.

Una scarica di energia si scagliò davanti a Shenron accecando tutti i presenti.

Quando la tempesta di energia finì, Bardak rimase a bocca aperta nel vedere il suo compagno Zorb che si guardava attorno spaesato.

<Ma che diavolo...> commentò Zorb guardandosi attorno non riuscendo a riconoscere nessuno dei presenti.

<ZORB> il saiyan nominato voltò la testa ritrovandosi stretto da due braccia muscolose che riconobbe come quelle del suo compagno.

<Bardak, sei davvero tu?> chiese notando dietro di lui il suo re e Brok.

<Si, sono io> gli rispose il saiyan sentendo le lacrime di gioia pizzicargli gli occhi.

<Sei davvero tu?> ripeté incredulo prendendogli il viso tra le mani nonostante la leggera differenza di altezza.

Bardak annuì preferendo non proferire parole dato che, se avesse aperto bocca, sarebbe scoppiato in un pianto di gioia.

Zorb annusò l'aria in cerca di conferma. Più volte all'inferno avevano giocato con i suoi desideri simulando tutto e lui aveva imparato a differenziare l'illusione dalla realtà.

Ma questo odore parlava chiaro: era l'odore di Bardak, odore che mai aveva sentito durante le illusioni create dagli spiriti degli inferi.

<Bardak!> esclamò Zorb abbracciando stretto il compagno.

<Non riesco a credere di averti davvero qui, tra le mie braccia> disse il saiyan stringendo ancora di più Zorb che strofinava il viso nell'incavo del suo collo.

Quando i due si furono staccati, Zorb, ridacchiando, sciolse la fascia sulla fronte di Bardak lasciando un leggero bacio su di essa per poi legarla alla sua fronte per tenere a bada i ciuffi di capelli che, continuamente, gli cadevano sul viso.

<E tu sei...> disse Zorb osservando intensamente Goku che non sapeva come comportarsi alla vista di suo padre.

Era molto diverso da come Goku se lo era immaginato: era bassino e snello con i muscoli del petto e degli arti molto sviluppati. I capelli, neri pece, erano rialzati verso l'alto con dei ciuffi che gli ricadevano sulla fronte, sulla quale stava la fascia rossa.

<Kakaroth!> esclamò dandosi dello stupido per non averlo riconosciuto dai suoi capelli a palma.

Zorb abbracciò il figlio che, dopo essersi ripreso da uno shock iniziale, ricambiò l'abbraccio sentendo del padre la sensazione di stare a casa.

<Ciao papà> lo salutò mentre il suo stomaco si risvegliava con mille emozioni diverse.

<Ciao figlio mio> lo salutò Zorb con gli occhi pieni di lacrime di gioia.

Era solo un bambino quando il re lo spedì su un lontano pianeta lontano conosciuto come Terra.

<E voi chi siete?> chiese ridacchiando mentre Trunks e Goten saltellavano sul posto tenendosi alla tuta di Zorb.

<Ehm, loro sono Trunks e Goten, i nostri figli> gli rispose Goku lanciando un'occhiata a Vegeta mentre il padre prendeva in braccio i due piccoli.

<Ciao, ma come siete belli!> commentò Zorb mentre Trunks e Goten lo abbracciavano facendolo ridacchiare.

<Ciao nonno> lo salutò Trunks alzando di poco il viso dal suo petto.

Non Te Ne AndareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora