Capitolo 34

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Alexandra's pov

Il viaggio durò circa un'ora e senza parlare sembrò quasi che durasse un'eternità, dio era cosi orgogliosa e ogni volta che cercava di "punirmi" bhe.. mi veniva solo voglia di baciarla. Ovviamente non ho preso alla leggera il suo perdono, anche se ha detto che mi ha perdonata io continuerò a fare di tutto per convincerla perché insomma... spesso mentiamo e io voglio assicurarmi che lei sia sicura di quello che provo per lei.

Fermai la macchina e mi voltai verso di lei

"Ci sarà un colloquio e dovrai per forza parlare con me" dissi incrociando le braccia, Jessica si voltò ed iniziò a fare segni con le mani, in quel poco che riuscì a capire sembrò che avesse intenzione di rivolgere la parola solo al tizio del colloquio

"Okay come vuoi tu, rivolgerò tutta l'attenzione verso di te" dissi sorridendo, mi guardò con uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque ma si limitò a farmi un dito medio per poi uscire correndo dalla macchina sotto la pioggia, scossi la testa ed entrai nell'edificio e notai Jessica parlare con un ragazzo in giacca e cravatta

"Oh ma che sorpresa, sei la ragazza che ha sbroccato nel mio bar. Cosa ci fai qui?" sentì dire dal ragazzo, Jessica lo guardò in modo serio

"Sono la sua "accompagnatrice", se vuoi parlare con Ale...la signorina Smith bhe..è appena arrivata" disse indicandomi sorridendo falsamente, il ragazzo sorrise e si avvicinò arrivando poco lontano da me, mi porse la mano sorridendo

"Jake Johnson, ci siamo già incontrati al bar" alzai un sopracciglio

"Nuovo arredo, che ne dici di portarci a fare il colloquio eh?" disse Jessica decisamente irritata, sorrisi maleficamente ed iniziai a stuzzicarla

"Oh certo, quel ragazzo carino del bar" Jessica spalancò la bocca, mi guardò truce e strinse i denti borbottando qualcosa di incomprensibile

"Uuh allora ho suscitato qualcosa in te mh? Eppure mi sembrava che non ti importasse niente e.. " il ragazzo continuò a parlare mentre Jessica imprecava a bassa voce, le feci l'occhiolino e lei dopo avermi mostrato il dito medio di entrambe le mani se ne andò

"Quindi? Ti andrebbe di uscire?" lo guardai confusa e sorrisi leggermente

"Scusa Jhon, James o come ti chiami tu ma.. stavo scherzando, sono lesbica" mi guardò spaesato, ci feci poco caso e mi diressi verso il corridoio dove Jessica si era diretta

"Sbaglio o sei la mia "accompagnatrice"? Signorina Hemilton, deve stare sempre al mio fianco" si voltò di colpo verso di me trucidandomi con lo sguardo, si morse il labbro e sembrò come se stesse per diventare blu per la rabbia, strinse le mani e mi preparai per un bel ceffone ma un uomo mi salvò

"Signorina Smith, eccola qui. Venga venga, entri nel mio ufficio e anche lei signorina" disse rivolgendosi a Jessica, in risposta lei sospirò ed entrò nell'ufficio seguita da me

"Bene... come sta suo padre?" mi domandò sorridendo l'uomo, ricambiai il sorriso

"Bene credo, pensa che mi rifila tutti gli incarichi pesanti a me" l'uomo ridacchiò e unì le sue mani, rivolsi la mia attenzione a Jessica che teneva la testa poggiata sulle sue mani

"Credo di essermi perso il suo nome.. " disse rivolgendosi a Jessica, lei in risposta alzò di colpo il viso e sorrise imbarazzata

"Oh ehm m..mi scusi, sono Jessica Hemilton. Il signor Smith mi ha chiesto di accompagnare sua figlia" disse porgendo impacciatamente la mano, l'uomo sorrise

"Sam Jhonson. Bene.. che ne dite di iniziare?" annuii seguita da Jessica, ovviamente il colloquio fu lungo e noioso e Jessica non perse occasione nel darmi calci alle gambe quando dicevo qualcosa di sbagliato

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