Capitolo 39

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Avete presente quelle volte in cui qualcuno vi fa un torto molto grave ma voi.. forse per il troppo dolore neanche vi incazzate? Poi senti qualcosa dentro di te, come quando da bambini ti dicono che babbo natale non esiste, il vuoto ti invade e ti senti tradita, ingannata ma anche estremamente stupida. Perché è vero.. c'è chi ha mentito ma siamo stati noi a crederci.
Io mi sentivo un po cosi.. tradita ma specialmente delusa, come disse Oriana Fallaci "niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita, cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo" insomma.. sembrerò fissata con gli scrittori e frasi di libri, ma sono proprio quelli che mi fanno andare avanti, i libri spesso ti fanno sentire capita come se quelle parole siano scritte per te e ti fanno sentire meno sola. Ormai avevo accettato il fatto che Alex mi avesse tradita e no...non sono una insensibile testa di cazzo ma.. semplicemente ci ho fatto l'abitudine, mi stava bene cosi, sarebbe stupido e inutile illudersi che sarebbe durato per sempre. Ma chi volevo prendere in giro? Ero troppo orgogliosa per dimostrare quanto ci stavo male e sapevo che questo.. avrebbe cambiato tutto. Cercavo di consolarmi pensando che niente è per sempre, i sentimenti cambiano, le persone cambiano, che senso ha affezionarsi, abituarsi ad una voce, un sorriso, un abbraccio se poi restano solo il vuoto e la mancanza? Noi umani ci buttiamo sempre in cose che ci fanno soffrire, quasi come un suicidio eppure mi meraviglia sempre la forza degli esseri umani, dopo ogni delusione, sconfitta, perdita, riescono sempre a rialzarsi, seppure barcollando, persino quando fiumi di lacrime coprono il loro volto.

"Ehy Jessy, scusa se ti ho tolta dal tuo mondo ma.. la tua cioccolata" alzai lo sguardo verso Emily che mi sorrideva dolcemente con una tazza di cioccolata calda in mano

"Ma avevo detto che non la volevo" dissi strofinandomi gli occhi, Emily sospirò

"C'è anche un cornetto" sorrisi leggermente, Emily faceva di tutto per farmi stare bene, certe sere saltava anche il lavoro per farmi compagnia e per "non farmi cadere nel tornado della depressione" come diceva lei

"Non ho fame Emily" Emily mi guardò arrabbiata e poggiò la cioccolata sul tavolino per poi mettersi seduta sul divano

"Mangia di tua volontà altrimenti ti imbocco" ruotai gli occhi e ridacchiai

"Okay.. bevo la cioccolata" presi la tazza e la sorseggiai, Emily mi guardò soddisfatta e sorrise

"Finalmente mi ascolti eh?" ridacchiai

"Non farci l'abitudine" Emily sorrise e mi abbracciò, rimase a pochi centimetri dal mio viso, i suoi occhi erano cosi chiari che quasi mi vennero i brividi, il suo sguardo cadde diverse volte sulle mie labbra ma non andò avanti, sospirò e mi diede un bacio in fronte per poi alzarsi. Possibile che Emily, dopo tutto questo tempo, continui a provare qualcosa per me? Uno dei tanti problemi di mettersi con la propria migliore amica è il fatto che, se la relazione va a finire male, finisci per perdere sia un'amica che una ragazza quindi è un casino. Non che stessi pensando che io e Emily potessimo diventare un qualcosa in più e no, non sto dicendo che non mi piace anzi.. anni prima avevo anche una cotta per lei ma quella cotta è passata quando mi sono messa con qualcun'altro e le cotte non tornano.. forse.

"Cos'è?" dissi notando Emily tornare falla cucina con un sacchetto in mano

"Un cornetto, non dire che non hai fame se no ti prendo a sberle" si accomodò nuovamente sul divano e uscì il cornetto dal sacchetto, ne prese un pezzo e l'avvicinò alla mia bocca

"Apri la bocca su" la guardai male

"Non trattarmi come una bambina, so come si mangia" le strappai il cornetto dalle mani ed iniziai a mangiarlo, lei mi guardò con un ghigno

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