1.Cuore che sanguina

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Fu come l'ultimo chiodo nella bara. Niall e io ce ne stavamo rintanati nel buio
della mia stanza, rapiti dal film culto degli anni Ottanta, Morso d'amore. La femme
fatale, Jenny, una teenager biondina che indossava un microscopico vestitino di
cotone bianco, stava fuggendo disperata lungo un tortuoso sentiero di pietre in cima al
quale si trovava un maniero infestato. I lampi, come vene abbacinanti, rischiaravano il
cielo, dal quale cadeva una pioggia battente.
Solo la sera prima, Jenny aveva scoperto la vera identità del suo fidanzato,
trovando per caso la sua
catacomba segreta, dove lo aveva visto uscire da una bara. Il
fascinoso Vladimir Livingston, stimato professore di inglese, non era un semplice
uomo, ma un immortale vampiro succhia sangue. Sentendo i raggelanti strilli di
Jenny, il professor Livingston si era subito coperto i canini con il mantello nero. I suoi


occhi rossi però erano rimasti scoperti, e l'avevano guardata con cupidigia.

«Non devi vedermi in questo stato» dissi, all'unisono con il vampiro.


Jenny non scappava, ma anzi, si avvicinava al suo amante vampiro che arretrò, si


nascose tra le ombre, e scomparve. La pellicola vampiresca si era guadagnata molti


irriducibili appassionati nella comunità goth, e la sua popolarità non era mai scemata. La gente andava alle retrospettive cinematografiche in costume, declamava le battute in coro, e mimava i vari ruoli davanti allo schermo. Anche se avevo visto il film


almeno una decina di volte, a casa, in DVD, e lo sapevo a memoria, non avevo mai


avuto la fortuna di andare a vederlo al cinema. Per Niall, invece, era la prima volta.


Ce ne stavamo in camera mia, incollati allo schermo, mentre Jenny decideva di


tornare al maniero del professore per il fatale faccia a faccia con il suo immortale


compagno. Niall affondò le sue unghie rosicchiate fino alla radice nel mio braccio, mentre Jenny apriva la cigolante porta ad arco che dava sulla


catacomba. La povera ingenua scendeva lentamente la scala a chiocciola che portava


al covo sotterraneo di Vladimir, guidata solo dal bagliore delle torce appese alle


pareti, dalle quali pendevano festoni di ragnatele. Al centro della stanza c'era una


semplice bara nera, sotto la quale c'era del terriccio. Si avvicinò lentamente e con tutte


le sue forze sollevò il coperchio del cofano. Le note di violino sempre più alte. Jenny


guardò dentro. La bara era vuota. Niall sobbalzò. «Se n'è andato!»


Sentii le lacrime riempirmi gli occhi. Mi sembrava di vedere me stesso sullo


schermo. Il mio amore, Harry Styles, era sparito nella notte due sere prima,


poco dopo che avevo scoperto che anche lui era un vampiro. Jenny si sporse sul


cofano vuoto e pianse melodrammaticamente, come solo a un'attrice da film di serie B può riuscire.


Una lacrima minacciava di cadere dalle mie ciglia. La asciugai con il dorso della


mano prima che Niall la notasse. Premetti il tasto STOP sul telecomando e lo


schermo divenne nero.


«Perché l'hai fermato?» mi chiese Niall. Il disappunto sul suo volto era a


malapena illuminato dai pochi lumini che avevo acceso in giro per la stanza. Una


lacrima sulla sua guancia brillò del riflesso di una candela. «Stava arrivando la parte

ℑ𝔩 𝔭𝔞𝔰𝔰𝔞𝔱𝔬 è 𝔱𝔬𝔯𝔫𝔞𝔱𝔬. Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora