Demone a scuola

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Per quanto fosse seccante tornare a scuola dopo le vacanze di primavera, mi
confortava il pensiero che le ore diurne sarebbero state prive della presenza
minacciosa di Jagger.
Tornavo alla Dullsville High School diversa dall'ultima volta che ci ero stato; non
che essere l'unico dark della città non mi avesse già fatto sentire diverso a sufficienza.
Faticavo a concentrarmi, in classe, quando mi rendevo conto di aver scoperto un
mondo segreto, popolato da vampiri. I miei compagni continuavano ad affondare il
volto tra i libri, aspettando con ansia la prossima partita di calcio, mentre io
scarabocchiavo appunti nel diario e non vedevo l'ora che arrivasse il tramonto.
Non è che di colpo avessi un sacco di amici, ma credo che in classe si respirasse
un'aria più serena, da quando Zayn era stato detronizzato. Non mi battevano il
cinque in corridoio, non mi invitavano alle loro feste, ma se mi mettevo in fila alla
fontanella mi facevano passare avanti. Era un buon segno.
«Peccato che Harry studi a casa. Sarebbe bello pranzare tutti e quattro insieme» disse Niall, a metà giornata, mentre sedevamo sugli spalti del campo di
baseball. «Già, sarebbe stupendo.»
«Comunque dobbiamo organizzare qualcosa tutti insieme.»
«Che ne dite di andare al drivein?» propose Liam. «Stasera danno Morso d'amore. Il biglietto è a metà prezzo per chi viene in costume.»
«Forte! Ho sempre voluto vederlo sul grande schermo. Sono sicura che anche ad
Harry farebbe piacere.» «E così scoprirò che cosa succede a Jenny» disse Niall,
eccitato. «Mi potrei vestire come uno dei vampiri del villaggio, con tanto di mantello.» «E i canini!» aggiunsi.
Proprio in quel momento Zayn e il suo manipolo di invasati del calcio arrivarono sul campo. Squadrò Liam, che si era seduto accanto a Niall.
Per quanto Zayn amasse tormentarmi e mi trovasse patetico, provai un po' di
pena per lui. Era ancora più triste, senza il suo fido scudiero. Guardai Liam che offriva
a Niall metà del suo panino. «Sono contento che tu sia stato trasferito alla nostra
squadra» gli dissi. Liam richiuse il sacchetto di carta marrone e mi sorrise.
Dopo le lezioni, Niall e io ispezionammo il mio armadio, alla ricerca di
qualcosa da farle indossare al drive-in. «Cavoli, ne hai di cose nere» disse, mentre io
accumulavo sul letto una montagna di gonne e magliette tra cui farlo scegliere.
Niall provò dei fuseaux neri, una minigonna nera e una camicetta nera orlata di pizzo.
«Sei perfetto. Sarai una dei membri della gang di vampiri che cerca di far
trasformare Jenny. Ora mi cambio anche io.»
Sentii il SUV di mia madre risalire il vialetto d'ingresso. Niall e io le andammo
incontro dalla porta posteriore. «Posso avere un anticipo sulla mia paghetta?» gli chiesi, ansioso.
«Calma, calma» disse lei. «Non mi salutate nemmeno?» «Ciao» dissi io. «Ora
posso avere un anticipo sulla mia paghetta?»
«Spero che tu non stia partecipando all'ennesima asta per un tostapane di Hello
Batty su eBay. Pensavo che fossimo stati chiari…»
«Voglio solo tingermi i capelli. Farli biondi.» «Biondi?» chiese, scioccata. «Non
vorrai rovinare i tuoi splendidi capelli corvini?!»
«Ma se non li faccio biondi il mio travestimento non sarà completo.» «Fai una
recita?»
«Be', più o meno.» «Per la scuola?» «No, ma mi serve il tuo aiuto.»
«Be', in quella scatola che ho svuotato per Incubo c'erano delle parrucche di
quando ero al college. Ricordo che ce n'era una ramata, e mi pare anche una bionda.»
«Possiamo andare a vedere?» la supplicai. Mamma posò con riluttanza la borsetta sul
tavolo di cucina, poi Niall e io la seguimmo fino alla camera da letto dei miei.
Rovistò in una vecchia borsa di tela di Harrod's. «Eccola qua!» esclamò, come se
avesse ritrovato un tesoro sepolto. Mi porse una vecchia parrucca bionda. «La mettevo
quando ero ragazza. Tuo padre l'adorava!» Alzai gli occhi al cielo. «Mi servirebbe
anche un vestito bianco» confessai.
Mi guardò compiaciuta, come se la suo figlio ribelle le avesse finalmente chiesto
in prestito un filo di perle. «Vediamo cosa posso fare!» rispose, deliziata.
Mi fece vedere un paio di jeans scampanati con gli Strass. «Ci crederesti, che una
volta mettevo cose del genere?» mi chiese, appoggiandoli contro la sua gonna di Ann
Taylor. «Ho una camicetta bianca» disse. «Oh, e qui c'è una gonna di pizzo bianca.»
«Perfetto.»
Mamma mi posò la parrucca sulla testa e io mi provai i vestiti appoggiandomeli
al corpo.
«Somiglierai all'adolescente che ero» disse, con la nostalgia nella voce.
Misi a mollo gonna e camicetta, poi tornai in camera mia con Niall.
«Saremo fantastici!» dissi. «Ma ci serve ancora una cosa per completare i nostri
costumi.»
Cercai nei cassetti, sui ripiani dell'armadio e sotto al letto. Halloween era passato
da mesi, e in una cittadina come Dullsville era più facile trovare una finta borsetta di
Prada che finti denti da vampiro.
Scoraggiato, bussai alla porta di Billy Boy. L'aprì appena, facendo spuntare la sua
testa da Charlie Brown. Intravidi Henry, che lavorava al computer di mio fratello.
«Hai preso tu i miei denti da vampiro?» gli chiesi, con tono accusatorio.
«E perché dovrei prendere qualcosa su cui hai sbavato?» disse Billy Boy,
cercando di richiudere la porta. «Be', non li trovo, e mi servono prima di stasera»
dissi, spingendo la porta per tenerla aperta. Henry corse verso la porta. «Io ne ho»
disse. «Mai usati.»
Henry e Billy Boy facevano strada sulle loro biciclette, Niall e io li seguivamo
sulla mia. Che strana carovana dovevamo sembrare, mentre pedalavamo verso casa di
Henry, al limitare di Oakley Woods: due dark e due nerd in fila indiana.
Parcheggiammo le biciclette nel vialetto di casa di Henry, ed entrammo nella
grande abitazione in stile coloniale. Ci accolse la domestica, che stava piegando il
bucato. Salimmo un lustro scalone di legno fino alla sua camera. Sulla porta c'era un
cartello che diceva VIETATO L'INGRESSO AI FIGHETTI. «Mi piace» dissi.
Per terra c'era uno zerbino di spugna nera, e la porta era chiusa da una miriade di
chiavistelli.
«Che ci nascondi, là dentro? Le ricette segrete dei piatti della mensa?» chiesi.
Dopo aver aperto i chiavistelli, salì sullo zerbino e la porta si aprì
automaticamente.
Henry aveva un letto a soppalco, sotto al quale c'era il suo computer blu
metallico. Sul soffitto erano incollate stelle fosforescenti, sicuramente in una precisa
disposizione astronomica. Un acchiappasogni a forma di sistema solare pendeva dal
ventilatore da soffitto. Accanto alla finestra c'era un telescopio.
Aprì le ante scorrevoli di una cabina armadio, dietro alle quali s'erano interi
scaffali di scatole di plastica trasparente. «I campioni costano cinque dollari» disse,
indicandole. C'era un'etichetta su ciascuna scatola: ACNE. SANGUE. BRUFOLI. VOMITO. CICATRICI. «Chi mai può volere più brufoli?» chiesi. «E qui ho gli odori»
disse, aprendo una provetta e spingendola fin sotto al mio naso.
«Schifo!» dissi, disgustato. «Sembra l'odore che fa il bagno dopo che c'è stato
Billy.» «Sta' zitto!» disse mio fratello.
«Mi piace versarne sulla sedia della signora Louise, a volte» disse, tutto fiero.
«Guarda. Li ho messi in ordine alfabetico.» «Da te, me lo aspettavo.»
Niall e io pagammo Henry e ci riempimmo le tasche di cose raccapriccianti.
Alla fine, Henry mi presentò una scatola, tenendola come se contenesse il Santo
Graal. La aprì, rivelando due perfette dentature con i canini aguzzi. «Se volete anche
la colla, fanno sette dollari.» Sapevo di averne in borsa solo sei. «Cinque dollari e un
pacchetto di gomme» ribattei. «Sei. E la tua foto di scuola» rilanciò lui. Lo guardai
fisso negli occhi, poi guardai Niall. «Ma c'è la dedica che hai fatto a me!» disse. «Ti
prego» lo supplicai, sfoderando il mio sguardo da cucciolo.
Lui aprì il portafogli e dette la foto a Henry. Io gli detti i soldi e ce ne andammo,
prima che potesse cambiare idea.
* * *
Quando scesi per andare all'appuntamento con Harry, trovai i miei genitori
in cucina, che mettevano ordine tra le bollette da pagare.
«Farò un po' tardi, stasera» li avvertii. «Domani c'è scuola» disse mia madre. «Lo
so, ma andiamo al drive-in» risposi, con un sorriso. «Perché non aspettate il fine
settimana?» mi chiese la mamma.
«Perché stasera costa la metà se ci andiamo in costume. Vengono anche Niall e Liam.»
«Niall?» chiese mia madre, sorpresa. «Sì, il mio piccolo Niall. Sarà il nostro
primo doppio appuntamento. E poi ho già finito i compiti, e alla prima ora abbiamo
supplenza.»
«Direi che hai tutte le scuse in regola» disse mio padre. «Laverò i piatti per tutta
la settimana» dissi a mia madre. «E ti laverò la macchina, papà.»
«L'ultima volta che l'hai fatto, ci hai appiccicato un adesivo delle Wicked Wicca.» «Ma devi ammettere che ci stava bene.» «E l'ultima volta che hai lavato i
piatti hai rotto la teiera della nonna» mi ricordò la mamma.
«Benissimo. Allora siamo d'accordo» dissi. «Io vado a vedere il film, ma vi
risparmio il fastidio di fare le faccende.» «Mi sono perso qualcosa» disse mio padre,
mentre raggiungevo la porta. «Ehi, quando hai finito con quella parrucca bionda, tua
madre la rivuole.»
Mi misi in spalla lo zainetto pieno di accessori in stile Morso d'amore e presi una
boccetta di aglio in polvere in cucina. La tenni stretta in una mano, come se fosse
spray urticante, lungo la strada verso il Maniero. Se Jagger mi avesse cercato, volevo
essere pronta a difendermi. Svoltando l'angolo subito prima di Benson Hill, sentii una
presenza familiare avvicinarmisi. Vidi un cespuglio muoversi e ciuffi biondi fare
capolino tra le foglie. Feci un respiro profondo, aprii la boccetta dell'aglio e la lanciai
direttamente verso il cespuglio, con forza. «Ahio!» gridò una voce maschile.
Zayn saltò fuori dal cespuglio, tenendosi la fronte.
«Che ci fai qui?» gli urlai.
«Ti ho vista camminare lungo la via e volevo spaventarti»
disse, massaggiandosi la testa.
«Non occorre che ti nascondi. La tua faccia spaventerebbe anche Frankenstein.»
Presi la boccetta da terra e la rimisi in borsa.
Mi incamminai e Zayn mi seguì fin quasi al cancello.
«Non ho davvero più tempo per te» dissi. «Devo andare al Drive-in.» Oltrepassai
il cancello, i cui battenti erano di poco discosti.
«Lanci bene. Dovresti fare un provino per la squadra di baseball. E di' a quel
pallidone del tuo ragazzo» mi gridò, «che se vuole partecipare anche lui, stanno
cercando un portamazze!»
Stavo risalendo il vialetto del Maniero, quando sentii Zayn parlare con
qualcuno. Mi voltai e vidi il mio rivale, di spalle, che parlava con un tizio con i capelli
bianchi. Trasalii. Jagger e Zayn? Un'accoppiata pericolosa. Tornai sui miei passi di
soppiatto e mi nascosi dietro a una siepe, accanto al cancello di ferro battuto. «Ehi, sta'
attento, amico!» disse Zayn. Doveva essersi imbattuto in Jagger nel buio della sera.
Immaginavo l'espressione sorpresa che doveva aver fatto Zayn trovandosi
davanti il pallido e tatuato Jagger, tutto pieno di piercing, che camminava da solo
lungo una strada male illuminata. Chissà se Zayn avrebbe cercato di colpirlo o si
sarebbe dato alla fuga.
«Scusa» disse Jagger, con tono freddo. «Non ti ho visto arrivare. È così buio, qui.»
«Già. Mi sa che gli Styles rompono i lampioni apposta.» Jagger rise. «Quel
ragazzo con il quale sei arrivato… è il tuo fidanzato?» chiese.
«Louis? È il mio incubo. No, sta con il tipo che vive nel Maniero. Non ti ho mai
visto da queste parti» disse, studiandolo.
«Sono in visita. Sono amico di Styles.» «Amico? Non credevo che ne avesse»
disse ridendo. «Be', farai meglio a raggiungerlo prima che vadano al drive-in.» «Al drive-in?» chiese Jagger.
«Sì. È costruito su un antico camposanto» sussurrò, come se stesse svelando un
segreto. «Ho sentito dire che a notte fonda puoi sentire i fantasmi che sgranocchiano il
popcorn.» «Un camposanto…» disse Jagger, riflettendo ad alta voce. «Perfetto.»
«Per cosa?» chiese Zayn, confuso. «Uh… per un'iniziazione del mio club» improvvisò Jagger. «Ma è molto esclusivo… Magari un giorno potresti entrarci anche tu.»
«Be', grazie, ma il calcio occupa tutto il mio tempo libero. E poi Styles non mi
sembra il tipo che ci tiene a entrare in qualche club.»
«Oh, lui è già membro. Devo solo convincere Louis a unirsi a noi. Magari le
faccio una sorpresa e li raggiungo lì» disse Jagger. «Mi sai indicare da che parte devo
andare?» «Seguimi» disse il nuovo alleato di Jagger. «È di strada per il campo di
calcio.»
I due se ne andarono insieme, lasciandomi a bocca aperta. Jagger aveva
intenzione di improvvisare una cerimonia del patto quella sera al drive-in e io ero la
vittima sacrificale! Avevo bisogno di inventarmi un piano alla svelta. Feci un respiro
profondo e cercai di ragionare. Se avessi annullato l'uscita, Jagger sarebbe potuto
tornare a casa mia, mettendo in pericolo anche la mia famiglia. Avevo poco tempo per
allontanare Jagger in maniera definitiva, senza diventare la sua cena. Ma perché
Harry e io non potevamo semplicemente goderci un film insieme? Come Morso
d'amore, che per inciso rispecchiava in modo inquietante la mia condizione di quel
momento; un film nel quale il vampiro Vladimir Livingston cercava di salvare la
povera mortale Jenny dalla minaccia del mondo degli inferi.
Ma certo!
Jagger intendeva trasformarmi, quella sera, al drive-in? Non avrebbe potuto farlo,
se prima mi avesse morsa qualcun altro.

ℑ𝔩 𝔭𝔞𝔰𝔰𝔞𝔱𝔬 è 𝔱𝔬𝔯𝔫𝔞𝔱𝔬. Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora