Nei giorni seguenti andai a scuola, dove passavo del tempo con Niall e Liam,
evitavo Zayn, poi tornavo a casa e mi occupavo di Incubo. Dopo il tramonto,
passavo più tempo che potevo con Harry, guardando film, coccolandoci e
ascoltando musica al buio.
Sabato ero esausto. Dormii tutta la giornata e mi incontrai con Harry al
maniero all'ora del crepuscolo. Era la sera della Sagra di Primavera di Dullsville. In
passato, Niall e io ci eravamo sempre andati insieme. Per la prima volta saremmo
arrivati separatamente, al braccio dei rispettivi cavalieri. Harry e io entrammo,
mano nella mano, poco dopo che fu calato il buio. Attraversammo i due archi fatti di
palloncini colorati, in mezzo ai quali c'era un piccolo chiosco di legno bianco, la
cassa. Harry si avvicinò al vecchio Jim, che vendeva i biglietti; Luke, il suo
alano, pigrottava ai suoi piedi.
«Due, per favore» chiese Harry, pagando per entrambi.
«Sei venuto a dormire in una delle tombe vuote» disse il vecchio Jim.
«Non dormo al cimitero da mesi» risposi. «Forse è…» Mi guardò con aria scettica. «Be', se ti scopro dovrò dirlo ai tuoi genitori, lo sai.»
Harry mi prese la mano e mi portò via dal chiosco. La Sagra si estendeva per
tutto il campo da calcio della mia scuola. C'erano stand che vendevano torte fatte in
casa, panini, granite, una ruota panoramica e altre giostre, un labirinto e ancora il
chiosco del gioco del tris, il lancio degli anelli e i tiri a canestro. L'aria odorava di
zucchero filato e di pannocchie arrostite. Harry e io attraversammo la folla
sentendoci il principe e la principessa delle tenebre. Lui però non si rendeva conto
degli sguardi della gente, e aveva tutta l'aria di un bambino che non sa con cosa vuole
cominciare a giocare.
«Non sei mai stato a una sagra prima d'ora?» chiesi. «No. E tu?» «Ma certo.»
«Ce l'avete fatta» sentii dire a una voce familiare. Era mio padre. Mi voltai e vidi
i miei genitori che mangiavano hot dog seduti a un tavolino da picnic.
Harry strinse la mano a mio padre e salutò educatamente mia madre.
«Vi va di sedervi con noi?» ci chiese la mamma. «Non vorrai che passino la
serata con due vecchietti come noi?» disse mio padre. «Divertitevi» aggiunse,
mettendo una mano in tasca per allungarmi venti dollari. «Non si preoccupi, ci penso
io, signor Madison» disse Harry.
«Mi piace il tuo stile, ragazzo» disse papà, rimettendo la banconota nel
portafogli.
«Grazie lo stesso, papà» dissi io. «Ci vediamo dopo.» Mentre Harry e io
camminavamo tra le attrazioni, la gente ci fissava come se fossimo parte dello
spettacolo. «Ciao, Louis» disse Niall, quando lo trovai a vendere torte allo stand di
suo padre. «Papà è dovuto correre a casa. Abbiamo finito le mele caramellate e ci
restano solo due crostate.»
«Congratulazioni» dissi. «Però peccato, speravo di mangiarne un po'.»
«Quando torna ve ne metto da parte due» disse Liam, mentre porgeva una
porzione di torta a un cliente. «Credo che tu abbia trovato la tua strada. Sei
bravissimo!» gli dissi.
Li salutammo un attimo prima che venissero assaliti da una torma di clienti
affamati.
Verso le giostre, mi accorsi di Ruby, in piedi tra due chioschi. «Ciao, Ruby, sei
venuta con Janice?» chiesi. «Oh, ciao, Louis» disse lei, abbracciandomi
affettuosamente. «No, sono qui con un amico» aggiunse ammiccando. In quella arrivò
Jameson, senza la marsina da maggiordomo, elegantissimo in completo nero e
cravatta coordinata, con dello zucchero filato blu in una mano. «Salve, signorino Louis» disse cortese, porgendo lo zucchero filato a Ruby. «Lieto di constatare che
Harry è in ottime mani, nella mia sera libera.» Harry rivolse un sorriso a
Mister Spavento. «Io sono lieta che tu e Jameson siate tornati in città, invece» disse
Ruby, rivolta ad Harry.
«Anche io» disse lui, stringendomi la mano. «Jameson si comporta bene? Sai,
può essere un po' rude, a volte» scherzò.
«È un gentleman assolutamente squisito» disse lei, ma poi sussurrò: «Spero di
corromperlo nel corso della serata.» Harry e io ridemmo. «Allora vi lasciamo al
vostro zucchero filato, ragazzi. Ho promesso a Louis di portarlo sulla ruota panoramica.»
Oltrepassammo gli stand gastronomici e i chioschi dei giochi.
«Louis» disse Billy Boy, dietro di me. Ci voltammo, e mio fratello ci corse
incontro, tenendo in mano un sacchetto che conteneva un pesce rosso molto
preoccupato. Henry lo seguiva a breve distanza, con un'analoga preda.
«Guarda cos'abbiamo appena vinto!» esclamò Billy Boy. «Forte» commentò
Harry.
«Com'è carino» dissi, sfiorando il sacchetto. «Attento solo a tenerlo lontano dalle
grinfie di Incubo. Ora è piccola, ma crescerà presto.»
«Non c'è pericolo, farò un tettuccio di sicurezza ai nostri acquari» proclamò
Henry, fiero.
«Allora sono sicuro che non ci sarà alcun pericolo» dissi all'amichetto nerd di mio
fratello.
«Abbiamo finito i biglietti» si lamentò Billy Boy. «Hai visto papà da qualche
parte?»
«Prendi» disse Harry, infilando una mano nella tasca posteriore prima che
potessi rispondere. Allungò a Billy un po' di soldi.
Gli occhi di mio fratello strabuzzarono come se avesse appena vinto alla lotteria.
«Grazie, Harry!» esclamò.
«Ehi, grazie, amico» aggiunse Henry, e se ne andarono entrambi verso lo stand
dei pesci rossi. «Sei stato gentile. Non occorreva» dissi. «Non ti preoccupare. Ora
andiamo alla ruota?» mi chiese. Solitamente odiavo aspettare il mio turno davanti alle
giostre e cercavo di passare avanti nelle file, trascinando di peso una riluttante Niall.
Ma quella sera l'attesa non mi dava fastidio, perché significava stare più a lungo con
Harry.
Ben presto ci ritrovammo a salire nel cielo notturno. Quando fummo in cima, la
giostra si fermò per consentire a quanti erano tornati a terra di scendere.
«Credi che sarà difficile perché siamo diversi?» chiesi, guardando le altre coppie.
«Siamo più simili della maggior parte della gente.» «Ti dà fastidio che siamo così
diversi, nel profondo?» gli chiesi, guardandolo negli occhi. «Ma qui siamo uguali»
disse, indicandosi il cuore. «Se io fossi stata Luna, te ne saresti andato dalla
cerimonia?»
Harry parve confuso. «Cosa vuoi dire?» «Tu vuoi che io diventi un…?»
chiesi.
Improvvisamente la giostra ripartì, interrompendo la conversazione. Ci tenemmo
stretti mentre la cabina scendeva lentamente verso terra.
Harry mi aiutò a scendere. Restammo un istante fermi, indecisi su cosa fare
tra le tante attrazioni che ancora dovevamo provare.
«Andiamo a lanciare gli anelli» disse lui alla fine. Arrivammo al chiosco quando
un'altra coppia stava finendo di giocare, e se ne andava a mani vuote. Guardai gli
animali di peluche in palio per i vincitori, mentre l'addetto, nella sua uniforme bianca
e con un cappello a cilindro nero in testa, raccoglieva gli anelli da terra. «Dev'essere
truccato. Non vinco mai. Di solito mi ci gioco una settimana di paghetta e non vinco
neanche un premio di consolazione» dissi.
Harry mise qualche moneta sul banco e l'addetto gli consegnò tre anelli.
«Ti assicuro che è più difficile di quel che sembra» lo avvertii.
Harry guardò il solitario palo di legno come un lupo guarda un agnello
ignaro del pericolo. Lanciò i tre anelli con la rapidità del croupier di un casinò.
L'addetto e io eravamo esterrefatti. Tutti e tre gli anelli centrarono il palo.
Io saltellavo per la gioia. «Ce l'hai fatta!» Harry era raggiante, nel vedere
l'addetto che mi consegnava un enorme orso viola. Lo abbracciai forte, e schioccai un
bacio al mio ragazzo.
Ero senza parole, orgogliosissimo di portare in giro un orso quasi più grande di
me.
«Le granite le offro io» annunciai, mentre ci immergevamo nuovamente nella folla. Dovetti fermarmi quando, con la visuale impedita dal peluche, sbattei contro
qualcuno. «Scusi» dissi, spostando l'ingombrante premio per vederci meglio.
«Ehi, mostriciattolo, sta' attento» disse Zayn, che aveva in mano due biglietti.
«Stai andando a farti la plastica facciale?» chiese. «Ottima idea.»
«Anche per me è un piacere vederti» dissi, sarcastico. Presi la mano di Harry
e riprendemmo la rotta verso le nostre granite.
«Ehi, Luna!» sentii dire a Zayn, alle nostre spalle. Harry e io restammo
paralizzati, a quelle parole. Non poteva aver detto quello che credevamo di aver
sentito. «Luna!» disse nuovamente Zayn.
Luna? Non poteva essere! La gemella di Jagger? Era davvero a Dullsville?
Ci voltammo e vedemmo Zayn che guardava il labirinto, un grande edificio
rettangolare dalle pareti multicolori. In alto a sinistra c'era una minacciosa testa di
clown, la cui bocca era l'ingresso dell'attrazione. In basso a destra i visitatori uscivano
oltrepassando una tenda di nastri rossi che si apriva al centro dell'enorme scarpa
marrone del pagliaccio. «È davvero lei» disse Harry, indicando con un dito
tremante una ragazza minuta che se ne stava accanto alla rampa che conduceva
all'ingresso. Aveva lunghi capelli bianchi fluenti e pelle di porcellana, pallidissima.
Indossava un abitino rosa pastello e stivali neri.
«È come vedere un fantasma. Non la vedo dai tempi della Romania.»
«Che cosa ci fa qui?» chiesi. «Non è che questa città sia precisamente una meta
turistica.» «Me lo sto domandando anche io!»
Diedi il peluche ad Harry, e corremmo a raggiungere Zayn.
«Conosci quella ragazza?» gli chiesi, con il cuore che accelerava.
«Ci ha presentati un amico di Harry e lei mi ha chiesto di portarla alla Sagra.
È molto carina» mi disse, spudoratamente. «Cosa sei, gelosa?» «Jagger? È ancora
qui?» chiesi, spaventato. «Se foste veramente amici, lo sapresti.» «Non è mio amico. È
malvagio, e tu non devi fidarti di lui» lo avvertii.
«Be', è un po' strambo, come voi, ma siccome mi ha detto che ha litigato con
Harry, ho deciso che non può essere poi tanto male.»
«Ti ha parlato ancora, dopo quella sera fuori dal Maniero?»
«E tu che ne sai? Mi controlli? È venuto a una partita in notturna e mi ha detto
che sua sorella stava per arrivare in città. Mi ha chiesto se mi andava di conoscerla. Il
coach non l'ha fatto entrare in campo, però. Quel tipo ha più metallo in faccia di uno
sfasciacarrozze.»
«Jagger non è un buon sostituto per Liam.» gli dissi. «È molto diverso. Sta
cercando di usarti.» «Direi che sei geloso.»
«Lui non è come tu lo credi» disse Harry, con tono esasperato. «Sentite, è stato bello chiacchierare con voi, ma ho da fare. E poi fareste meglio a
tornare alle vostre gabbie, prima che allo zoo si accorgano che siete scappati.» Se ne
andò, scomparendo nella folla. Cominciammo a seguirlo, ma un omone che teneva per
mano un bambino piccolo ci tagliò la strada. Un attimo dopo, Zayn e Luna entrarono
nel labirinto.
«Rispettate la fila!» disse l'omone, indicando un punto alle nostre spalle. «Ma è
urgente» dissi io. Zayn e Luna dettero i loro biglietti all'addetto dell'attrazione e scomparvero
nella bocca del clown. Presi Harry per mano e aggirammo il nerboruto signore
mentre puliva la bocca al figlioletto. Ci facemmo largo tra la gente, mentre qualche
ragazzino si lamentava: «Ehi, non è giusto! C'è una fila!» Arrivati all'ingresso,
l'addetto ci placcò. «Biglietti, per favore.»
«Non ho…» Infilai la mano in tasca e ne cavai un pugno di monete, che depositai
nel palmo aperto della sua mano. «Questi bastano solo per uno.»
Harry prese un fascio di banconote, le mise in mano all'addetto e gli
appoggiò l'orso tra i piedi. «Dopo torno a prenderlo» disse. Mi prese la mano e
corremmo nella bocca del clown.
Ci ritrovammo in una stanza piena di palline colorate, ci arrivavano alle
ginocchia. Cercammo di avanzare più velocemente che potevamo.
«Di questo passo, non la troveremo mai» dissi. Quando arrivammo al capo
opposto della stanza, trovammo una porta rossa a destra e un cunicolo bianco e nero a
sinistra.
«Oh, no! E ora dove andiamo?» mi lamentai. «Lanciamo una moneta?»
«Non c'è tempo» disse Harry.
Lo seguii nel tunnel dipinto a motivi bianchi e neri che creavano illusioni ottiche
man mano che procedevamo. Mi girava la testa, inciampavo, mi reggevo al corrimano
e ad Harry per non cadere. Oltrepassammo un ponte di vetro. Sotto, vidi Zayn.
Colpii il vetro più volte, ma lui non alzò lo sguardo.
Alla fine del ponte, c'era uno scivolo rosso. Io scesi per prima, Harry mi
seguì da vicino. Quando ci rialzammo, vidi i capelli biondi di Zayn a neanche tre
metri da me. «Zayn…» gridai.
Ma lui svoltò l'angolo, diretto alla stanza seguente. Superai una famiglia di tre
persone e aprii una porta a pois. Harry e io ci ritrovammo soli. «Zayn?» dissi. Si
spensero le luci. Ero impietrito. Si sentiva la risata isterica di un clown mentre una
luce fioca iniziava ad accendersi. Poi Luna ci apparve davanti.
Era bellissima. Occhi azzurro oceano, carnose labbra rosa, lunghe ciglia da
bambola. Il vestitino rosa con profili fucsia metteva in risalto il suo fisico. Aveva
lunghe gambe color alabastro, che gli stivali al ginocchio lasciavano parzialmente
scoperte. Un orsetto Scare Bear di plastica trasparente rosa pendeva dalla lampo del
vestito. Sul braccio, poco sotto la spalla, aveva tatuata una rosa nera. Prima che
potessimo parlare, le luci si spensero del tutto. Harry mi prese la mano mentre le
luci tornavano, e le pareti nere erano diventate di vetro. Luna non si era mossa.
Vidi il mio riflesso. Le pareti non erano semplicemente di vetro, erano specchi.
C'erano decine di Louis, riflesse su ogni muro della stanza. Harry, che era
ancora accanto a me, non aveva riflesso. E ne mancava anche un altro. Ero senza fiato.
«Perché sei venuta?» chiese Harry. «Luna!» Zayn stava chiamando da
un'altra stanza. «Dove sei finita?» Luna sorrise debolmente, un sorrisetto malefico che lasciava intravvedere due
canini aguzzi. Rabbrividii. «Be', se hai avuto quello che volevi, e sei diventata una
vampira» chiese Harry, «cosa ci fai qui?» «Jagger mi ha chiamato. Ora voglio
godermi la vita che mi era stata negata. Mio fratello mi ha dato un'opportunità per
uscire dalla Romania.»
«E il vampiro che ti ha morso? Non dovresti essere con lui?» obiettò Harry.
«È stata solo una scappatella, su terreno comune. Dopo che mi hai lasciato, mi
sono resa conto che potevo usare qualcun altro – chiunque altro – per farmi
trasformare. Per il vero amore c'era tempo.»
«Lo potresti trovare anche in Romania» disse Harry. «Tu non ci sei riuscito»
disse lei, gli occhi pieni d'odio. «E poi Jagger mi aveva detto di aver conosciuto un
tipo che poteva essere perfetto per me.» <<Zayn?» chiesi. «Ma figurati.»
«Ma non puoi fidarti di Jagger» insistette Harry. «Non ha a cuore i tuoi
interessi, fa solo i propri comodi. La sua sola ragion d'essere è la vendetta.»
«Ora che sono nel vostro mondo, vedo le cose diversamente. L'ho capito dal tuo
sguardo al cimitero, Harry. Tu e io vogliamo la stessa cosa» disse. «Vampiro o
umana, io voglio una relazione nella quale affondare davvero i denti.» Si spensero le
luci. Strinsi con forza la mano di Harry. Avanzai alla cieca. Dovevo trovare Zayn prima che Luna lo raggiungesse. «Zayn!» gridai. «Non…» Le luci si
riaccesero di colpo. Di Luna non c'era traccia.◾◾◾◾◾◾◾◾◾◾◾
CONTINUA NEL PROSSIMO LIBRO. LO PUBBLICHERÒ A BREVE!
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ℑ𝔩 𝔭𝔞𝔰𝔰𝔞𝔱𝔬 è 𝔱𝔬𝔯𝔫𝔞𝔱𝔬. Larry Stylinson
FanfictionSeguel di ¿Vampiro o no? Harry Styles dopo essere stato scoperto come vampiro dal suo finalmente ragazzo Louis Tomilnson, scappa da Dullsville. Louis non si dà pace, è preoccupato per il suo amore ed è disposto ad andare in capo al mondo, se necess...