Visite Vampiresche

294 25 0
                                    

«Dove l'hai preso?» mi chiese Billy Boy, quando entrai in casa con Incubo. «Me
l'ha data Harry.»
«Com'è carina. Ma dovrai tenerla nascosta a papà. Sai che non vuole animali.»
«Lo so, ma questa volta non ho portato in casa lucertole. È solo un gattino.»
«Dove l'hai preso?» chiese papà, scendendo le scale. «Me l'ha data Harry.»
«Anche se te l'avesse data il presidente, non cambierebbe. Qui non può stare.»
«Paul, hai visto com'è carina?» commentò mia madre, accarezzando la testolina
di Incubo. «E Louis ha ormai l'età giusta per prendersi cura di un gatto.» «Non è la
sua età a preoccuparmi» disse lui. «Papà, non ti ho dimostrato di essere responsabile
quando ho lavorato alla Armstrong Travel? Non sono più una bambina.»
Esitò, quando sollevai la mia Incubo davanti al suo viso. «D'accordo. Ma deve
stare in camera tua. Non voglio trovarla che scorrazza per la cucina o che si affila le
unghie sul mio divano.»
«Grazie, papà.» Lo abbracciai forte e gli schioccai un bacio sulla guancia.
«Adesso ti faccio vedere la tua nuova casa» dissi a Incubo mentre la portavo
verso la mia stanza. Mi guardai intorno, nella stanza. Non sapevo dove metterla.
«Ho una vecchia scatola, in garage, piena di vecchi vestiti dei tempi del college.
Scommetto che sarebbe un ottimo lettino, per lei» disse la mamma, facendo capolino
dalla porta. «È sopra agli attrezzi. Tu portami la scatola, e ai vestiti ci penso io.»
«Grazie.»
Feci per chiudere la porta della mia camera e Incubo cominciò a seguirmi.
«Torno subito, tesoro» dissi, riportandola al centro della stanza. «Ti preparerò
una bella cuccia.» Incubo rizzò le orecchie, e si voltò verso la finestra. Saltò sulla mia
poltroncina e da lì sulla scrivania. Guardava fuori dalla finestra, soffiando. La presi in
braccio e la posai sul mio letto.
«Torno subito. Dormi qui, per adesso.» Quando arrivai alla porta della stanza,
Incubo era già tra i miei piedi, e mi guardava con quegli intensi occhietti verdi. Mi
soffiò e posò una zampina sull'anfibio. La presi in braccio. «Mammina torna subito.»
Le depositai un bacetto sul naso, la appoggiai a terra e chiusi rapidamente la porta alle
mie spalle. Cominciò immediatamente a grattare il battente.
Andai in garage e salii sul carrello degli attrezzi di mio padre, alla ricerca della
scatola. Da fuori veniva il canto dei grilli.
L'albero davanti alla mia finestra frusciava con insistenza. Mi bloccai.
Ancora fruscio. Poteva essere uno scoiattolo. Avevo visto Zayn la sera prima e
pensai che fosse venuto ad appiccicare carta igienica alla mia finestra.
Spensi la luce del garage e mi avvicinai silenziosamente all'albero, ma le fronde
non facevano più alcun rumore. Niente uccelli. Niente scoiattoli. Niente giocatori di
calcio. Tornai verso il garage e vidi Jagger. Mi si mozzò il respiro. «Cosa ci fai qui?»
«Volevo solo vederti.»
«Pensavo che fossi tornato in Romania» dissi, facendo un passo indietro.
«Speravo che volessi venirci con me.» «Harry mi ha detto che avevate risolto
tutto e che te ne saresti andato per sempre.» «Ecco perché non puoi dirgli niente»
rispose. «Altrimenti non sarete in pericolo solo tu e gli Styles, ma tutto il paese.»
«Tutto il paese?» chiesi.
«Non mi stuzzicare» disse lui, leccandosi le labbra. «Credimi, non ti piacerebbe
scoprire cosa succede quando un paesino scopre che c'è un vampiro tra gli abitanti e
che ha messo gli occhi su un ragazzo del luogo.» Restai impietrito. Pensai a quanto
facilmente si erano propagati per Dullsville i pettegolezzi di Zayn, che si erano ben
presto trasformati in maldicenze e scritte sui muri. Se avessero avuto le prove della
vera natura di Harry, non so cosa sarebbe potuto succedere.
«Va bene, non gli dirò niente. Ma tu devi andartene subito!»
Jagger invece si avvicinò ancora.
«Guarda che non ci vengo al cimitero con te» dissi. «Adesso mi metto a gridare.
C'è mio padre, in casa, ed è un avvocato.»
«Non sarà necessario. Perché mai dovresti passare la vita chiusa in un maniero
con un timido pittore, quando potresti girare il mondo con me?»
«Ma io non voglio venire da nessuna parte, con te!» «Allora sono certo che saprai
persuadermi a restare qui. Anzi, sai che c'è? Comincia a piacermi, questa città.» «Non
ti voglio! Non hai più motivo di vendicarti di Harry. Torna a casa e…»
«Vendicarmi? Ho altro per la mente, ora. Harry riesce a negare ciò che è, ma
io non sono altrettanto bravo.» I suoi occhi spaiati mi trapassarono da parte a parte.
Distolsi lo sguardo, temendo di cadere nuovamente sotto il suo controllo.
Lui mi venne vicinissimo.
«Louis!» chiamò Billy Boy, dalla porta sul retro. Mio fratello corse giù per il
vialetto tenendo Incubo tra le mani. Jagger si ritirò tra le ombre.
«Billy Boy! Torna dentro, subito!» dissi, correndogli incontro.
«Perché ci hai messo tanto?» mi chiese Billy. «Incubo sta dando di matto. L'ho
trovata che grattava la porta di camera tua.»
Lo fermai a metà del vialetto, costringendolo a voltarsi, facendogli scudo con il
mio corpo. Il cortile era deserto. Jagger se n'era andato. Tornai dentro con Billy e
chiusi la porta. «Non sono mai stata tanto felice di vederti!» dissi, abbracciando il mio
fratellino, che reggeva ancora Incubo. «Che ti prende?» mi chiese, facendo una
smorfia di disgusto.
«Ho solo avuto la sensazione di vedere l'uomo nero.» «Tu guardi troppi film dell'orrore» disse lui. «A volte la mia vita mi sembra un film dell'orrore, sai?» risposi.

ℑ𝔩 𝔭𝔞𝔰𝔰𝔞𝔱𝔬 è 𝔱𝔬𝔯𝔫𝔞𝔱𝔬. Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora