Spaventoso addio

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Mi ritrovai nuovamente steso sull'erba umida. La pioggia mi sferzava il viso. Mi
toccai ansiosamente il collo, alla ricerca dei segni di un morso.
Harry era chino su di me, gli occhi pieni di apprensione.
«Stai bene?» mi chiese, preoccupato. «Ti sei trovato nel mezzo.»
«Sono diventato un…?» non osavo nemmeno finire il pensiero.
Scosse la testa e mi aiutò a rialzarmi. «Devi andare via!» ordinò, ancora una
volta. «Non dovresti essere qui… sei in pericolo.» Mi voltai, cercando Jagger, ma vidi
solo lapidi. «Ma potrei non rivederti» piagnucolai. «Devi andartene subito» insistette.
Harry mi stava spezzando il cuore un'altra volta. Se me ne fossi andato, sarebbe
stato per sempre. Come facevo a sapere che Jagger non gli avrebbe fatto del male?
Harry poteva scomparire nella notte e non fare più ritorno. Ma se non avessi fatto
come chiedeva, avrei potuto danneggiarlo ancora di più, perché gli sarei stato
d'intralcio. Vidi Jagger zoppicare nei pressi del monumento della Baronessa,
pulendosi la bocca. I suoi occhi spaiati si erano fatti rosso sangue. Vidi i suoi muscoli
guizzare. Mi guardò e si leccò le labbra come un animale selvaggio pronto a sbranare
la preda.
Non avevo nemmeno il tempo per un bacio d'addio al mio amore. Cominciai a
correre senza voltarmi, pioggia e lacrime che mi bagnavano il viso, il fango del
cimitero che mi inzaccherava gli anfibi, il cuore che scoppiava. I tuoni facevano
tremare gli alberi e sembravano echeggiare tra le tombe.
Raggiunsi l'ingresso e mi arrampicai sulla cancellata. Quando mi voltai a
guardare, Jagger e Harry erano scomparsi.

ℑ𝔩 𝔭𝔞𝔰𝔰𝔞𝔱𝔬 è 𝔱𝔬𝔯𝔫𝔞𝔱𝔬. Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora