«Sai, non è facile, senza uno specchio» dissi, nervoso, a Harry, nella sua
stanza, mentre cercavo di incollare i denti finti sui miei. C'era la colonna sonora di
Morso d'amore in sottofondo. «Sono dritti?» chiesi, sfoderando un sorriso vampiresco
e sexy.
«Wow!» disse lui, colpito. «Ma sei sicura che siano di plastica?» Li toccò con un dito. «Sembrano così veri…» «Attento, la colla non è ancora asciutta» scattai. «Ehi,
perché sei così nervoso? È solo un film.» «Invece no. Devo farti una confessione.
Prometti che non ti arrabbierai.»
«D'accordo. C'è di mezzo un altro uomo?» «Sì, ma non come pensi tu. Jagger è ancora a Dullsville.»
«E tu come lo sai?» mi chiese, preoccupato. «L'ho appena visto» ammisi.
«Dove?»
«Fuori dal Maniero, con Zayn.»
«Zayn? L'ultima persona con la quale dovrebbe parlare.» «Be', Jagger l'ho visto
anche l'altra sera, a casa mia. Ma mi ha detto che se te l'avessi detto avrebbe
raccontato a tutti la verità su di te.»
«È venuto a casa tua?» chiese, alterato. «Ti ha fatto male?» «No» lo rassicurai.
«Ma vuole farlo, stanotte, al drive-in. Zayn gli ha detto che è stato costruito su un
terreno consacrato, e Jagger l'ha convinto a fargli vedere dove si trova. Prima Jagger
mi voleva per vendicarsi di te. Ora credo che mi voglia tutta per sé… a meno che non
lo convinciamo che sono già stato preso prima.» «Ma…»
«Dovrai convincerlo tu.» «Ma questo significa…»
«Proprio come Vladimir salva Jenny nel film. Sarà così romantico!»
«Non so se posso farlo.» «Devi. Non abbiamo altra scelta.»
Gli schioccai un bacio per rassicurarlo. «Andrà tutto bene. Fidati di me.»
Mi ravviai i capelli. Feci una piroetta, per fargli vedere bene il mio costume.
«Come sto?» «Mi piaci, biondo» disse lui, ancora assorto. «E tu sei identico a Vladimir» dissi, fiero, sistemandogli le pieghe del completo scuro e raddrizzandogli il
mantello nero.
«Sei proprio identica a Jenny» disse. «Voglio vedermi.»
Presi la borsa dal letto, la aprii e ci infilai una mano, alla ricerca del portacipria di
Ruby.
Harry si portò una mano allo stomaco. «Non mi sento tanto bene.»
«Sei solo nervoso. Ti prometto che andrà tutto bene.» «Però non…»
«Aspetta un attimo» dissi, cercando una mentina. «Che cos'è?» chiese, disgustato,
quando gliene porsi una. «Solo una mentina» risposi. «Non le avete, in Romania? Per
rimetterti a posto lo stomaco.» «Falla sparire, per favore» disse, allontanandosi. Poi mi
accorsi di uno strano odore che proveniva dalla mia borsa.
Ci infilai una mano, e trovai l'origine dell'odore sotto al portafogli e a un
pacchetto di fazzoletti. «Oh, no! La polvere d'aglio!» dissi, facendo vedere il
recipiente di plastica a Harry. Il coperchio si era aperto. «Mettilo via!» disse lui,
tenendosi lo stomaco. «Scusa!» dissi, dirigendomi verso il lato opposto della stanza.
«Più lontano. Tipo, in Utah!» «Ma non volevo…» mi scusai.
Il suo volto già pallido diventava più emaciato a ogni respiro.
Aprii la finestra della soffitta e lanciai la boccetta più lontano che potei, nel cielo
buio. Harry era ancora intontito, il suo respiro affannato e rapido.
«Giuro che se serve butto anche la borsa.» Lui non disse niente, cercando di
riempirsi d'aria i polmoni.
«Jameson!» gridai, ma la musica di Morso d'amore era troppo forte perché mi potesse sentire.
Corsi fuori dalla stanza, scesi le scale. «Jameson!» gridai. «Jameson!» Non
sentivo volare una mosca, mentre correvo per tutto il primo piano. Volai giù dallo
scalone. Ma perché vivevano in una casa così grande?
Entrai di corsa in cucina, dove Jameson stava caricando la lavapiatti.
«Harry!» dissi, col fiato corto. «È stato esposto all'aglio! Chiama il nove uno uno!» Gli occhi di Jameson sembrarono farsi ancora più sporgenti del solito e io mi
spaventai ulteriormente per la gravità della situazione. Poi si ricompose e aprì uno
stipetto. Dentro c'era una siringa di antidoto, che Jameson mi porse.
«Deve iniettarglielo nella gamba» disse, perentorio. «Io?» chiesi, scioccato.
«Con il mio passo, signorino Louis, arriverei in cima a quella scala troppo tardi.»
Presi la siringa dalla sua mano scheletrica e corsi via. Avevo il cuore in gola,
mentre salivo le scale; temevo di non arrivare in tempo.
Entrai nella soffitta e lo trovai steso sul letto, la pelle bluastra e lo sguardo vacuo.
Respirava a fatica.
Mi ricordai di quando avevo visto Pulp Fiction. La scena in cui un nervosissimo
John Travolta alzava il braccio e piantava una siringa con violenza nel cuore di una
moribonda Urna Thurman. Mi domandai se sarei stato altrettanto coraggioso.
Posai una mano sulla coscia di Harry, e alzai il braccio con la siringa. «Uno.
Due. Tre.» Mi morsi il labbro e conficcai l'ago nella sua gamba.
Attesi, ma Harry non si muoveva. Quanto ci voleva? Ero arrivato troppo tardi? «Harry! Parlami! Ti prego!»
Improvvisamente si tirò a sedere, rigido, gli occhi spalancati. Inspirò con foga,
come se volesse risucchiare tutto l'ossigeno della stanza. Poi espirò e il suo corpo si
rilassò. Mi guardò, debole. «Stai bene?» chiesi. «Non volevo…» «Ho bisogno di un
po' di…» cercò di dire. «Sangue?» chiesi, preoccupato. «No. Acqua.»
In quell'istante Jameson entrò nella stanza con un bicchiere in mano.
Portai il bicchiere alle sue labbra. Harry bevve rapidamente. A ogni sorso, il
suo sguardo sembrava più vivace. «Il tuo viso è di nuovo quasi pallido» dissi, in ansia.
Jameson e io tirammo un sospiro di sollievo, mentre Harry si ricomponeva.
«Perché avevi dell'aglio con te?» mi chiese, alla fine. «Nel caso Jagger fosse
tornato a trovarmi.»
«Jagger?» chiese Jameson, allarmato. «È qui?» Harry e io annuimmo.
«Allora non dovremmo andarcene? Il signorino Louis non è forse in pericolo?»
Presi la mano di Harry nella mia. «Batman mi ha già salvato dal suo nemico
giurato. E stanotte lo farà per l'ultima volta.
* * *
Le volte in cui più mi ero avvicinato al drive-in di Dullsville risalivano a quando
Niall e io andavamo alle elementari. Ce ne stavamo seduti fuori dalla recinzione
metallica e guardavamo i film seduti nell'erba, mangiando popcorn e caramelle
portate da casa. Se ci andava bene, gli spettatori tenevano gli altoparlanti a volume
alto; altrimenti ci inventavamo le battute e ridevamo come matti finché qualche
guardia non ci mandava via.
Nemmeno nei miei sogni più folli avrei mai immaginato che Niall e io saremmo
venuti in macchina al drive-in, in compagnia dei nostri fidanzati.
La prima volta che si seppe che il drive-in di Dullsville era costruito su un antico
terreno consacrato, fu chiuso; ma tutto ciò che le scavatrici riuscirono a disseppellire
furono solo vermi, così recentemente il cinema aveva avuto il permesso di riaprire i
battenti. L'odore di vernice fresca si mescolava a quello dell'aria della sera.
Altoparlanti metallici, posti su appositi paletti, delimitavano lo spazio destinato a
ciascuna automobile. Cinquanta metri oltre l'ultima fila c'era un chiosco bianco e
giallo, con relativi tavolini da picnic. Harry portò Liam, Niall e me al posto che
ci era stato assegnato; c'erano altre coppie con mantelli e capelli allisciati all'indietro,
e bambini con pigiami e ali di pipistrello se ne stavano appollaiati sui cofani e i
tettucci della auto. Alcuni ragazzi della Dullsville High School erano venuti in jeans e
maglietta neri. Era palese che nessuno, a parte Harry e me, aveva mai visto quel
film. Noi eravamo i soli vestiti come Vladimir e Jenny; gli altri sapevano solo che era
un film di vampiri, così si erano vestiti di nero. La gente ci guardava, mentre ci
facevamo largo tra le auto. Trovammo il posto, nella zona posteriore del parcheggio,
poi uscimmo dall'auto e cominciammo a discutere su cosa mangiare.
Io avevo in mente ben altro che il popcorn. Mentre gli altri tre dibattevano
l'importante tema "con o senza burro", io feci un giro della zona. Jagger poteva essere
ovunque, pronto ad affondare le sue zanne nel mio collo. Harry mi raggiunse
mentre perlustravo dei cespugli. «Vieni qui» disse, riportandomi verso la macchina.
«Lui ci ha già rovinato la vita abbastanza. Cerchiamo almeno di passare una bella
serata. Guardati intorno. Questa sera non siamo tanto diversi dagli altri» aggiunse,
abbracciandomi. Aveva ragione. Guardai la gente. Erano ancora di più che alla festa
di benvenuto per la famiglia di Harry. «Che forza» dissi, dimenticando per un
istante il pericolo imminente.
Liam e Niall tornarono con popcorn e bibite. Iniziarono i trailer dei film in
uscita, così rientrammo in macchina, Liam e Niall sul sedile posteriore, Harry e
io davanti. Chiusi subito le sicure delle portiere. «Che fai?» chiese Liam. «Siamo in un
drive-in.» «Tengo lontani i teppistelli» dissi io.
Proprio in quel momento, un ragazzino che si era messo in bocca due cannucce a
mo' di zanne appoggiò il viso al mio finestrino.
«Visto?» dissi, e scoppiammo tutti a ridere. Mi avvicinai al finestrino, strabuzzai
gli occhi e snudai i miei denti da vampiro.
Il ragazzino spalancò la bocca, lasciò cadere le cannucce e corse via, gridando:
«Mamma!» «Sei stato tremendo» mi ammonì Niall. «Ma divertente» aggiunse Liam.
Mangiucchiammo popcorn abbracciandoci, mentre il film iniziava. Harry e
io controllavamo nervosamente il parcheggio, cercando di capire se ci fossero vampiri
in avvicinamento.
«Non so se ci riesco, sai?» sussurrò Harry, quando si accorse che stavo più
attento ai tavolini attorno al chiosco che non al film.
«Ma sì che ci riesci.» Leggevo la preoccupazione nei suoi occhi. Mi piegai verso
di lui e lo baciai sulla bocca. «Ehi, così non vediamo» dissero Liam e Niall.
Harry e io ridemmo, contenti che qualcosa avesse spezzato la tensione che si
stava accumulando in noi. Mi acciambellai sulla sua spalla per un po',
dimenticandomi di Jagger. Ci perdemmo nell'istante, cominciando a recitare le battute del film all'unisono.
A tre quarti della pellicola, proprio quando il vampiro Vladimir stava portando
Jenny al matrimonio nel cimitero, lo schermo divenne giallo, e la pellicola iniziò a
bruciare. Si sentiva il suono del rullo che girava a vuoto. Il pubblico cominciò a
gridare: «Buuu!» «Cavoli» disse Liam.
«È una congiura per farci comprare altro popcorn» dissi io. Uscimmo dalla
macchina per sgranchirci le gambe. «Mi è venuta voglia di una bibita. Voi volete
qualcosa?» chiese Liam «No, grazie» risposi.
«Vengo con te» disse subito Niall. Liam lo prese per mano, e si diressero verso il
chiosco.
«Dici che sono in pericolo anche loro?» chiesi, preoccupato.
«Jagger vuole te, non una partita di calcio.» Mi guardai intorno. Sentivo il cuore
accelerare le pulsazioni.
«Mi sto innervosendo» dissi.
«Perché non ti siedi un po' in macchina? Sto di vedetta io.» Aprii la portiera dal
lato del guidatore, saltai a bordo e subito chiusi la sicura.
Mi voltai per chiudere anche quella dal lato del passeggero, e sobbalzai.
Jagger era seduto accanto a me!
«Pensavi che non ti avrei riconosciuta con i capelli biondi?» mi canzonò.
Cercai di aprire la portiera, ma lui mi trattenne il braccio. «Sono venuto a
reclamare ciò che non ho potuto prendere prima» disse, guardandomi negli occhi con i
canini snudati. Lo spinsi via, mentre sentivo dei colpi provenire dal finestrino, alle
mie spalle. Alzai lo sguardo e vidi il volto distorto dalla rabbia di Harry.
Cercava di aprire la portiera, mentre io mi difendevo dai denti di Jagger.
Terrorizzato, Harry corse dall'altro lato della macchina, ma Jagger aveva già
chiuso tutte le porte. «Aiuto!» gridai, protendendo le braccia in avanti per tenerlo a
distanza.
Harry tornò dal mio lato, serrando un pugno per cercare di sfondare il vetro,
mentre io sollevavo un piede per spingere via il corpo di Jagger. Spinsi indietro un
braccio, riuscendo appena a sfiorare la sicura. Cercai con tutta me stesso di sollevarlo
usando solo l'indice. La portiera si aprì di colpo, ma Jagger mi tirò fuori dal lato del
passeggero prima che Harry potesse raggiungermi.
Mi trascinò lontano dalla macchina, verso il fondo del drive-in.
Prima che potesse guadagnare l'uscita, però, Harry lo raggiunse e gli prese
un braccio. «Lascialo andare» disse, perentorio, «prima che ti…»
Jagger non lasciò andare il mio polso. «Sono venuto a fare ciò che a te non è mai
riuscito» disse. «Cosa vuol dire?» chiesi io.
Harry digrignò i canini guardando Jagger, e si frappose tra me e lui. «Non
costringermi a farlo davanti a tutti» disse Harry, riferendosi ad alcuni clienti delle
ultime file, che ci guardavano, incuriositi. Arretrai, allontanandomi da Jagger.
«Non sarebbe dovuto succedere» continuò Jagger. «Mia sorella voleva solo
essere come tutti gli altri. Avrebbe potuto scegliere chiunque, ma noi volevamo te! E
tu l'hai abbandonata!»
«Sai bene il perché. Non ho mai voluto fare del male a lei o alla tua famiglia» si
difese Harry. «Farai lo stesso con Louis. Non sei mai stato come noi. Tu puoi
negare la tua natura» gridò Jagger, «ma io non negherò la mia!»
Corse verso di me e mi prese per un braccio mentre Harry mi afferrava dall'altro.
Poi Jagger scoprì i canini e si avventò sul mio collo. «È troppo tardi!» dissi,
schivando il morso. «Appartengo già a Harry.» Mi chinai e morsi Jagger con
tutta la mia forza, sul braccio.
Improvvisamente le luci si abbassarono e la proiezione ricominciò. Il vampiro
Vladimir stava facendo strada a Jenny nel cimitero. Una banda di vampiri li seguiva,
cercando invano di interrompere la cerimonia, per reclamare la vita della ragazza.
Jagger emise un grido di dolore e io strattonai Harry perché mi seguisse
verso lo schermo, ma lui mi resisteva. «Dove stai andando? Non possiamo voltargli le
spalle, è troppo pericoloso!»
Guardai lo schermo. Vladimir si stava facendo strada tra le tombe insieme a
Jenny. «Non abbiamo molto tempo.» Ma Harry guardava Jagger, il cui volto
emaciato stava avvampando di rabbia.
«Ricordati il piano. Ti prego, fidati di me» lo supplicai, tirandolo per la mano.
Harry si voltò ancora. Jagger stava correndo verso di noi.
Vidi Niall e Liam attraversare il parcheggio con le bibite in mano. «Ehi, che succede?» chiese Niall, facendo un passo nella nostra direzione.
«Ora non posso spiegarti, ma entrate in macchina e chiudetevi dentro!» ordinai.
Harry e io iniziammo a correre verso il lato opposto del terreno, dove si
trovava lo schermo. Jagger, furioso, ci incalzava a poca distanza. «Ma cosa sta
facendo, Louis?» sentii chiedere a Niall, mentre lui e Liam entravano nella
Mercedes. Harry e io eravamo davanti al grande schermo, davanti alle nostre
controparti in Morso d'amore. La gente cominciò a lamentarsi: «Ehi, cosa sta succedendo?»
Io guardavo la folla, ma non riuscivo a distinguere Jagger. Poi lo vidi indugiare
dietro a una famiglia, a neanche cinquanta metri da noi.
«Presto!» esclamai. «Non c'è più tempo!» Mentre Vladimir prendeva in braccio la
sua amata Jenny, misi le braccia intorno al collo di Harry, e lui mi sollevò.
La folla ci incitava, battendo le mani e dando colpetti di clacson, mentre noi
mettevamo in scena il momento clou del film che veniva proiettato alle nostre spalle.
Con la coda dell'occhio vidi che Jagger mi si stava avvicinando, che era a pochi passi
da me. «Proprio come nel film» sussurrai.
Harry mi guardò negli occhi, preoccupatissimo. Strinsi il pugno, pronta per
quello che sarebbe successo. «Mordimi, Harry!» dissi. «Mordimi!»
* * *
Jagger si avventò in avanti. Harry portò la bocca sul mio collo proprio
mentre il vampiro del film faceva la stessa cosa con la sua bella. Avvertii una leggera
pressione sulla pelle. Mi portai le mani al collo e gridai. Abbandonai la testa
all'indietro, il mio corpo era inerte tra le sue braccia. Il mio cuore batteva così
velocemente che sembrava voler pulsare per entrambi. Sentivo il caldo liquido rosso
colarmi lentamente lungo il collo, mentre l'odore del sangue riempiva l'aria.
Harry alzò la testa, fiero, proprio come l'attore nel film, reggendomi come un
trofeo, mentre un rivolo rosso colava dalla bocca di entrambi i vampiri. La folla
applaudiva.
Guardai Jagger, i cui occhi spaiati erano rossi di rabbia. Harry mi depose
dolcemente a terra. Mi girava la testa. Mi alzai a fatica, tenendo una mano sul collo
macchiato di sangue, mentre il liquido mi colava lungo l'avambraccio. Mentre la
cinepresa si avvicinava al viso di Jenny per un primo piano, io guardavo Jagger con
occhi spiritati. Snudai i denti.
Iniziò a ululare furiosamente, il corpo scosso da spasmi. La sua rabbia fu
sovrastata dal suono dei clacson del pubblico entusiasta.
Non poteva fare più niente, non c'era altro che potesse togliere ad Harry.
Strabuzzò gli occhi, tese i muscoli e si leccò i canini. Senza staccarci gli occhi di
dosso cominciò ad arretrare, poi tornò tra le ombre e scomparve.
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ℑ𝔩 𝔭𝔞𝔰𝔰𝔞𝔱𝔬 è 𝔱𝔬𝔯𝔫𝔞𝔱𝔬. Larry Stylinson
Fiksi PenggemarSeguel di ¿Vampiro o no? Harry Styles dopo essere stato scoperto come vampiro dal suo finalmente ragazzo Louis Tomilnson, scappa da Dullsville. Louis non si dà pace, è preoccupato per il suo amore ed è disposto ad andare in capo al mondo, se necess...