La promessa

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«Svegliati» mi sussurrò Harry, dolcemente, all'orecchio.
Aprii gli occhi e scoprii che mi ero addormentato sul divano nella sua stanza
della televisione. Mi stava accarezzando i capelli, mentre dallo schermo gigante
arrivavano le immagini di Morso d'amore.
Jenny era entrata, trafelata, nello studio del professor Livingston all'università.
«Sapevo che ti avrei trovato qui!» esclamò, vedendo Vladimir seduto alla sua
scrivania, la testa immersa in un grosso tomo.
«Non dovevi venire» l'ammonì lui, senza alzare lo sguardo, «né a casa mia, né qui
allo studio. È troppo pericoloso.»
In sottofondo, si sentiva un inquietante ululato. «Perché hai lasciato che mi
addormentassi?» chiesi ad Harry, sollevando la testa dalla sua spalla. «Mi hai fatto una magia?»
«Sei tu che volevi vedere questo film» mi rispose. «Ma sei praticamente entrato
in letargo nell'esatto istante in cui ho premuto "Play". E poi è tardi, e hai avuto una
giornata faticosa.»
«Tardi?» chiesi, stiracchiandomi. «Per te è come se fosse pieno giorno.»
Jenny guardò verso la finestra. «Stanno venendo a prendermi» confessò
nervosamente a Vladimir. «Vogliono farmi diventare… come te.»
Vladimir girò tranquillamente la pagina del suo librone. Non alzò lo sguardo. Un
altro ululato spezzò il silenzio. «Ti accompagno a casa» disse Harry, mentre ci
alzavamo. Mi porse il suo giubbotto di pelle nero. «Ma io voglio restare qui» mi
lamentai. «Non puoi. I tuoi genitori saranno preoccupati.» «Gli dirò che ho fatto il
baby sitter.» «A un diciassettenne?» Mi appoggiò il giubbotto sulle spalle. «Dovrei
andare…» disse Jenny, cercando di penetrare con lo sguardo la fitta nebbia fuori dalla
finestra dello studio. «Sono stato uno sciocco a venire qui.» «Sarai tutto solo, in questo
Maniero enorme» dissi ad Harry, mentre mi aggiustavo il vestito spiegazzato.
«Qui sono al sicuro. E poi, ho fatto chiamare Jameson.» «Ma lui guida pianissimo! Ci
metterà anni ad arrivare. Lo aspetto insieme a te» dissi, tornando a sedermi.
«Aspetta!» esclamò Vladimir, ancora concentrato sul libro. Jenny si fermò sull'uscio.
Il professore si alzò e camminò lentamente verso di lei. «Da quando ti ho conosciuta,
non sono più lo stesso» confessò il professore. Gli ululati non accennavano a smettere.
«Dai, non fare così» disse Harry, per convincermi. «Avevo paura che ci fossimo
persi per sempre» disse Jenny. «Se vado via senza di te, ho paura che non ti troverò
mai più.»
Guardai Jenny sullo schermo come se lei avesse appena dato voce alle mie paure.
«E se non ci ritrovassimo più?» chiesi ad Harry, tirandolo a me.
«Domani dopo il tramonto è abbastanza presto?» «Non posso andare via» dissi ad Harry.«Pensavo che ti avrei rivisto il giorno dopo la festa di benvenuto nel
quartiere, e invece sei sparito.»
«Sono andato via per proteggerti, non per farti del male» disse, serio, sedendosi
accanto a me. «Per proteggermi da cosa?» «Da Jagger. Da me stesso. Dal mio mondo.» «Ma non devi proteggermi.»
«Il mio mondo non è solo romantico, come credi tu. È pericoloso.»
«Ci sono pericoli ovunque, mica solo tra i vampiri. Bisogna solo stare attenti.»
«Ma io non voglio che tu sia in pericolo, mai.» «Non lo sarò, se staremo insieme» replicai.
«Non voglio che tu pensi di dover cambiare per stare con me» disse, con tono
sincero. «Questo lo so» lo rassicurai io. «E non voglio chiederti di cambiare.»
«Ecco perché te ne sei andato da Dullsville» ragionai, ad alta voce. «Avevi paura
che avrei voluto diventare un vampiro.»
«Sì. Ma c'era anche un pericolo più immediato. Un vampiro con i capelli bianchi.» «Jagger.» Annuì. «Allora perché sei andato a Hipsterville?» «Hipsterville?» chiese, confuso. «Io la
chiamo così» confessai, sorridendo. «Mi fai morire» disse, ridendo. «Avevo saputo dai miei genitori che Jagger aveva trovato casa a "Hipsterville" e che stava battendo i
cimiteri delle zone circostanti, alla ricerca del monumento di mia nonna. Sapevo che,
una volta trovato, avrebbe capito dove vivevo.»
«Ecco cosa significava quel biglietto» ricordai. «Era un avvertimento che Jagger
stava arrivando, che veniva a vendicarsi.»
«Quale biglietto?» mi chiese, confuso. «In camera tua» dissi, piano.
«Ti sei intrufolata nel Maniero, dopo che me ne sono andato?»
Gli feci un sorrisetto imbarazzato.
«Avrei dovuto aspettarmelo» disse, ricambiando il sorriso. Poi il tono giocoso
divenne serio. «Ma sarebbe stato più grave se, invece di trovare me, avesse trovato te.» «Be', l'ha fatto, ma è stata colpa mia.» «Volevo precederlo, affrontarlo prima che arrivasse a DulIsville. Volevo sfruttare l'effetto sorpresa. Jameson e io abbiamo
trovato un maniero abbandonato dove nascondermi mentre formulavamo un piano, ma c'era una cosa con la quale non avevamo fatto i conti.» «Che ti avrei seguito?»
«Ho visto il ragazzo più bello del mondo scendere dall'albero nel cortile.»
«Eri tu, alla finestra della soffitta?» «Sì.»
«Ma allora perché non mi hai…»
«Ti stavo tenendo d'occhio. Era necessario, lo capisci?» «Ma insomma, perché
Jagger ce l'ha con te?» Dallo schermo arrivò un ululato penetrante, che distrasse Harry dalla mia domanda.
«Ho bisogno di portarti al cimitero… su un terreno consacrato» disse Vladimir. Il
bel professore faceva strada alla ragazza nel bosco, sul quale era calata una fitta
nebbia. Vladimir stringeva Jenny a sé, mentre gli ululati si facevano via via più forti.
Harry e io eravamo rapiti dal film. «Come possiamo stare insieme» chiedeva
Jenny, «se io non sono un vampiro?»
Improvvisamente lo schermo del televisore divenne nero. Harry posò il
telecomando sul tavolino. Si alzò e mi porse una mano. «E noi come facciamo a stare
insieme?» gli chiesi, alzandomi.
«Come potremmo non farlo?» disse lui, rassicurante. Mi prese per mano e io lo
seguii con riluttanza fuori dal Maniero, verso casa mia. Mi sentivo come un bambino
a Disneyland all'ora di chiusura.
L'aria della notte di Dullsville era più fresca che mai, il cielo era terso, l'erba
frusciava piacevolmente sotto ai nostri piedi. «Proprio non me lo vuoi dire, perché
Jagger ce l'aveva con te?»
«È una storia lunga» disse lui, sbadigliando. Harry sembrava contento di
lasciarsi alle spalle il passato e mi teneva per mano mentre camminavamo vicini. Io
però avevo bisogno di capire. «Ho tutta la notte. E tu hai fino all'alba.» «Hai ragione»
disse, mentre percorrevamo la via. «Si tratta di una promessa che non ho mai fatto.»
«Che promessa?» chiesi.
«Di prendere una certa ragazza per tutta l'eternità.» «Che ragazza?» «La gemella
di Jagger, Luna.» «Ha una gemella?» Harry annuì.
«Ma chi l'ha fatta, la promessa?» chiesi. «La mia famiglia, nell'anno in cui noi tre
siamo nati.» «Come un matrimonio combinato?» «È più di un matrimonio.» «Ma
perché proprio Luna?»
«Quando è nata, si diceva che l'oscurità non avesse effetto, su di lei, ma che in
compenso sbocciasse alla luce. Beveva solo latte. Disperati, i suoi l'hanno portata da
un medico di loro fiducia, che ha decretato che era a tutti gli effetti umana.»
Risi. Harry però non sembrava trovare la cosa divertente.
«Scusa, è che mi sembra tutto così strano» dissi, mentre giravamo l'angolo.
«Be', i Maxwell non l'hanno trovato affatto piacevole. La notizia li ha devastati.
Luna doveva vivere di giorno, mentre la sua famiglia si svegliava con il buio. Non ha
mai legato con Jagger. Quando fu stretto l'accordo, le nostre due famiglie erano molto
vicine. Convennero che quando Luna avesse compiuto diciotto anni sarebbe stata
organizzata una cerimonia del patto e saremmo stati uniti per sempre, garantendole
così un posto nella comunità dei vampiri.» «E poi cos'è successo?» chiesi, mentre
tagliavamo attraverso i prati di Oakley Woods.
«Con gli anni, la mia famiglia ha cominciato a viaggiare, e ci siamo allontanati da
loro. Luna e io vivevamo in mondi diversi, non l'avevo mai conosciuta davvero.
Quando fu tempo di tenere la cerimonia, l'avevo vista sì e no un paio di volte. Come
poteva vivere con me per sempre, se non sapeva nulla di me?»
«Be', sei piuttosto carino» dissi, timidamente. «E allora cosa hai fatto?»
«Al momento di darle il bacio dell'eternità, le ho dato un bacio d'addio.»
«Non dev'essere stato facile, per te, non assecondare la tua natura di vampiro»
sussurrai. «Lo stavo facendo per tutti e due. Ovviamente i Maxwell non la vedevano
allo stesso modo. Credevano che stessi rifiutando Luna, offendendo così tutta la
famiglia. Erano furiosi. I miei genitori hanno organizzato in fretta e furia la mia
partenza, ed è così che sono venuto a vivere qui, nel Maniero di mia nonna, con
Jameson.» «Wow. Non dev'essere stato facile ascoltare il tuo cuore invece del tuo
istinto, e le volontà del tuo clan» dissi. «E dover lasciare la Romania per colpa di
quella decisione dev'essere stato ancora più difficile.»
«Quando ho visto un certo bello ragazzo fare "Dolcetto o scherzetto" dalla
finestra della soffitta, ho capito che avrei preferito passare l'eternità da solo ad
aspettare di rivederlo, piuttosto che con qualcuno che non amavo.» In quel momento,
arrivammo davanti a casa mia. Harry mi dette un lungo bacio della buonanotte.
«Domani, al calar del sole» gli ricordai. «Non un secondo più tardi» disse lui.
Harry mi salutò con un cenno della mano, poi aprii la porta. Entrai e mi voltai per ricambiare il saluto, ma era scomparso, proprio come mi aspettavo.

ℑ𝔩 𝔭𝔞𝔰𝔰𝔞𝔱𝔬 è 𝔱𝔬𝔯𝔫𝔞𝔱𝔬. Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora