Il mattino seguente, fui svegliato di soprassalto dalla musica dei Doors. Il sole splendeva attraverso le finestre spalancate, salutando il mio mal di testa. Ero esausto, dopo il viaggio in autobus a Hipsterville, le ricerche di Harry e la visita notturna al Coffin Club. Guardai fuori, e il mondo dei mortali pareva sempre lo stesso di
sempre. Jeep parcheggiate una accanto all'altra. Mammine che spingevano carrozzine chic. Uccelli appollaiati sui fili del telefono. Ma il sole del mattino gettava nuova luce
sugli eventi della serata. Forse la mia avventura al Coffin Club era stata solo un sogno e Jagger solo un parto della mia immaginazione notturna.
Mi alzai dal futon ridacchiando tra me, pensando alla fantasia dei miei sogni, poi
vidi qualcosa sulla scarpiera di legno di zia Libby, accanto ai miei braccialetti.
L'orecchino a forma di teschio di Jagger. Non era stato solo un sogno.
Lo presi tra le dita. Le sue orbite vuote sembravano fissarmi. Se Jagger era davvero un vampiro, mi domandavo cosa quel teschio avesse visto, appeso al suo
orecchio. Aveva assistito ai suoi morsi rapinosi, ai danni di povere ragazzine inermi?
Aveva forse visto anche Harry? Mi rammentai che stavo giudicando Jagger come
Zayn aveva giudicato Harry. Zayn aveva sparso la voce che gli Styles fossero vampiri, non perché sapesse la verità su di loro, ma perché voleva renderli
protagonisti di uno scandaletto locale. Io stavo saltando a conclusioni affrettate su
Jagger allo stesso modo, pur non sapendo come stavano veramente le cose. Dovevo
concentrarmi sul vero motivo della mia visita a Hipsterville: stavo cercando un vero
vampiro, non un aspirante tale.
Ricordai cosa mi aveva detto il Dracula del Villaggio. Dovevo andare alla
Società Storica non appena apriva. Trovai zia Libby in cucina, che preparava le uova.
«Buongiorno, tesoro» mi disse. «Hai dormito bene?» «Come un bimbo.»
«Mi sorprende» disse, interrompendomi. «C'è un odore strano, in salotto» disse,
spegnendo il fornello e mettendo il tegamino su un altro fuoco.
«La mamma mi ha preparato uno spuntino per il viaggio in autobus» dissi,
seguendola in salotto. «Forse qualcosa è andato a male.»
«Mi sembra che venga da lì» disse lei, indicando la finestra sopra al futon.
Alzò la veneziana rotta prima che io potessi fermarlo. «L'ho trovato per terra ieri
sera, quando sono andato in bagno» improvvisai. «Pensavo che fosse una conchiglia.»
Mi fermai, in attesa della sua risposta. Mi guardò con aria scettica.
«Okay, dopo lo spettacolo di ieri, non riuscivo a prendere sonno» aggiunsi.
«Ma credevo che i vampiri ti piacessero.» «Sì, ma non se entrano dalla mia
finestra.» «Mi ricordi tuo padre quando era ragazzo. Gli piacevano i film dell'orrore,
ma credo che abbia dormito con la luce accesa fino alla maggiore età» disse.
«Allora mi sa che è ereditario» dissi, togliendo l'aglio dallo stipite della finestra e
rimettendolo nel contenitore ermetico.
«Se vuoi lo butto via io» disse la zia, protendendo una mano verso di me.
«Vorrei tenerlo» dissi, rimettendo il contenitore nella borsa. «Fino alla maggiore
età.»
Zia Libby rise, e io la seguii fino in cucina. «Ho fatto una lista di cose che
potremmo fare» mi disse, mentre cominciavamo a fare colazione. «Potremmo
cominciare andando al museo d'arte moderna. C'è una mostra di Edward Gorey che
secondo me ti piacerebbe. Poi possiamo pranzare al diner Nifty Fifties; fanno un
cheeseburger al bacon favoloso. Ovviamente io non l'ho mai mangiato, ma ne ho
sentito parlare. Dopodiché potremmo andare in cerca di cose vecchie in centro. Poi c'è
il mio spettacolo, ma se ti va puoi restare dietro le quinte. Temo che se lo rivedessi, ti
spaventeresti troppo» disse, canzonandomi. «Che ne dici?» «Vorrei andare alla
Società Storica» proposi. «Per via della tua chiacchierata sui manieri con Marshall?»
tirò a indovinare lei.
«Pensavo di fare una ricerca per il corso di storia.» «Durante le vacanze di primavera? Non preferiresti magari fare un picnic al cimitero, invece?» chiese, posando la tazza del caffè. «Ottima idea! Facciamo entrambe le cose.» «Stavo scherzando» precisò lei.
Ci mettemmo quasi tutta la mattinata a fare la doccia, vestirci e prepararci. Libby
era l'opposto assoluto di mio padre. Tanto lui era preciso e ordinato, tanto lei era
casinista e perditempo. Lui arrivava al cinema un quarto d'ora prima dell'inizio, lei era
fortunata se trovava posto prima che finissero i titoli di testa.
Non mi riuscì di convincere zia Libby a fare un cestino di panini al tofu avvolti in
tortilla, da mangiare seduti su tombe vuote, ma la convinsi a scambiare la visita al
museo con quella alla Società Storica. Presi dalla valigia il mio diario di Olivia
Outcast e me lo misi nello zainetto, poi finalmente varcammo la porta di casa.
* * *
La Società Storica di Dullsville si trovava in una chiesa dall'aria non infestata,
una costruzione del tardo diciannovesimo secolo. Ci ero stato, una volta, durante
un'uscita scolastica, e avevo passato quasi tutto il tempo a studiare le tre lapidi nel
cimitero adiacente, finché un insegnante non mi aveva trovato e mi aveva riportato tra
gli altri, minacciando di chiamare i miei genitori.
La Società Storica di Hipsterville si dimostrò subito più interessante, anche
perché aveva la sede in due antiche carrozze ferroviarie Pullman, parcheggiate alla
vecchia stazione ferroviaria.
Potei rovistare tra collezioni di fotografie di case vittoriane, menu originali del
Joe's Eats e lettere dei primi abitanti della città. Dalla seconda carrozza a un certo
punto comparve una donna che indossava un pantacollant verde acido con sandali
coordinati e una testa di capelli rossi acconciati in una vaporosa pettinatura anni
Sessanta. «Posso aiutarvi?» mi chiese.
«Mio nipote è in visita, e vorrebbe fare una ricerca sui manieri storici» spiegò zia
Libby, scrutando alcune foto in bianco e nero di vecchi tram, appese attorno alla leva
del freno d'emergenza.
«Be', siete venuti nel posto giusto» rispose la donna, prendendo un libro da una
mensola.
«Mi interessano le proprietà abbandonate nei pressi dei cimiteri.»
La donna mi guardò come se fossi un fantasma. «Che strano. L'altro giorno un
signore mi ha chiesto la stessa identica cosa!»
«Davvero?» chiesi, sorpreso.
«Era Marshall Kenner?» si informò zia Libby. «Sa, è il protagonista di Dracula.»
«No, Marshall è venuto a inizio del mese. Era un signore distinto, arrivato da poco in città.» Rizzai le orecchie. Prese diversi altri libri e li sfogliò, mentre zia Libby faceva il giro del piccolo
museo.
«Ecco il Maniero Landford» indicò la donna. «È all'estremo nord della città. E la Tenuta Kensley, a est.» Studiai le fotografie, cercando di capire quale avrebbe scelto Tameson. Niente di ciò che vedevo ricordava il Maniero di Benson Hill, neanche alla lontana. «A quale era interessato quel signore?» sussurrai. Mi guardò, incuriosita.
«Dovresti fare la ricerca su ciò che piace a te.»
Riguardai tutte quelle dimore, una più signorile dell'altra. Annotai i nomi e gli
indirizzi sul retro del volantino della Società Storica, rendendomi conto, mentre lo
facevo, che ci avrei messo anni di vacanze di primavera, per visitarle tutte.
Stavo per chiudere il libro, quando notai il margine di un segnalibro spuntare tra
due delle ultime pagine. Aprii in quel punto, e mi si mozzò il fiato. C'era la foto in bianco e nero di una grande residenza ottocentesca. Il cancello di ferro battuto circondava il corpo principale della casa, in cima al quale si vedeva la minuscola
finestra della soffitta. Immaginai i fantasmi nascosti dietro alle tende, troppo timidi
per lasciarsi fotografare.
Sotto alla fotografia c'era scritto: "Maniero Coswell". «E questa cos'è?» chiesi
alla donna, che stava riordinando i volumi sullo scaffale.
Gettò uno sguardo verso la foto. «Non te ne ho parlato perché è proprio in periferia. Ed è abbandonata da anni.» «È perfetta» dissi.
«Strano. È la stessa cosa che ha detto quel signore.» La donna annotò un indirizzo
e me lo diede. «Si trova a Lennox Hill, in fondo alla strada provinciale.» Depositai
una donazione nella cassetta a sostegno della Società, e poi ce ne andammo.
«Sei stata carino» disse la zia, mentre raggiungevamo la macchina, per andare a
pranzare al diner Nifty Fifties. «Ti assicuro che le avrei dato i miei risparmi per il
college, se avessi potuto.»
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ℑ𝔩 𝔭𝔞𝔰𝔰𝔞𝔱𝔬 è 𝔱𝔬𝔯𝔫𝔞𝔱𝔬. Larry Stylinson
FanfictionSeguel di ¿Vampiro o no? Harry Styles dopo essere stato scoperto come vampiro dal suo finalmente ragazzo Louis Tomilnson, scappa da Dullsville. Louis non si dà pace, è preoccupato per il suo amore ed è disposto ad andare in capo al mondo, se necess...