Siamo ancora sedute aspettando che la gente si dilegui un po' così da non ucciderci.
Decido di prendere il telefono e postare la foto che abbiamo fatto prima.
Metto un paio di hashtag riferite alla squadra e poi clicco su 'condividi'.
Appena alzo la testa noto che c'è molta meno gente di prima così mi alzo e mi metto bene così da non morire di freddo fuori dallo stadio.
-Betty andiamo?- chiedo alla mia amica che vedo alzarsi e fare la mia stessa azione.
-Si, vai ti seguo- dice facendomi passare per prima.
-Metti mi piace alla mia foto- dico camminando più lentamente per raggiungere il suo passo. La punzecchio nei fianchi e la vedo ridere e la seguo.
-Come ci sediamo in macchina lo faccio. Ora vedi di non farci ammazzare mentre non guardi dove cammini che stavi per sbattere contro questo palo- dice indicando il palo davanti alla mia faccia per lo più a pochi centimetri dalla mia faccia.
-Hahahaha ok- dico.
-Sono le cinque e mezza, alle sei siamo a casa e alle sette devo andare a prendere il bambino della ragazza che sta sopra di noi. Penso di chiederle se lo possiamo portare in pizzeria- dice guardando il telefono che si è appena illuminato per l'arrivo di un messaggio.
Nello stesso momento in cui vedo la mia amica risponderle ad una chiamata chiamano anche me.
Non guardo neanche striscio il dito verso il verde.
-Pronto?- dico.
-Ciao Vale- dice la voce dall'altra parte del telefono. È mio fratello.
-Ciao Scemo come stai?- dico sorridendo. Con mio fratello ci sentiamo praticamente sempre.
-Bene, ma dove sei? Sento un casino assurdo- chiede.
-Sto uscendo dallo stadio, è appena finita la partita e stiamo andando via da qui. Ma è talmente pieno di gente che rimarremo qua a vita- dico per poi far uscire dalla mia bocca un verso di frustrazione.
-Oh papà me lo ha detto ieri che dovevi andare a vedere la partita. Com'è vederla dal vivo?- chiede emozionato, lo sento dalla voce.
-È una figata- dico ridendo.
-Quando torni?- dice.
-Credo il ventitré- dico.
-E ti va a prendere?- chiede.
-Credo il padre di Betty dato che il nostro paese è prima del loro, così lasciano me è poi finiscono di arrivare a casa- dico.
Io e Betty non siamo dello stesso paese essendoci conosciute nel liceo.
Il suo paese è molto più lontano rispetto al mio, rispetto all'aeroporto, quindi non ha senso far venire o mio padre o mio fratello se poi deve venire o la madre o il padre di Betty a prenderla da casa mia per poi andare a casa.
-Bene, ora ti lascio devo tornare a lavoro. Tanti saluti da Claudia credo che ti manderà un messaggio per chiederti qualcosa ma non ne sono sicuro- dice ridacchiando.
-Avete fatto qualcosa e non me lo volete dire bastardini- dico ridendo.
-Può essere, ora ti lascio sul serio ciaoooooo- dice per poi chiudermi la telefonata in faccia.
-Dio quanto è stupido- dico ridendo.
-Chi?- chiede Betty. Anche lei ha appena finito la telefonata.
-Mio fratello, ha detto che la fidanzata mi deve mandare un messaggio per non so cosa- dico guardandola.
Siamo ancora bloccate all'interno di questo stadio e sto iniziando a rompermi le palle.
-Ma perché siamo ancora qua dentro?- dico guardando Betty che se la ride sotto i baffi per il mio nervosismo.
-Dai calma ora usciamo. Vedi? si sta già liberando- dice e poi indicandomi la gente che comincia ad uscire dallo stadio.
-Grazie al cielo- dico cominciando a camminare verso l'uscita.Finalmente siamo dentro la macchina per tornare a casa.
-Hai messo mi piace alla mia foto?- chiedo ridendo.
-No, fallo tu il telefono è nel cruscotto. La password è sempre quella- dice ridendo.
-Dio da quanti anni non cambi la password? Ha tipo sei anni- dico sbloccando il telefono della mia amica per poi entrare su instagram e mettere mi piace.-Non ho voglia di cambiarla e poi mi piace- dice ridendo.
-Tu sei pazza- dico guardandola.
-Se la cambio me la scordo, quindi è meglio che rimanga quella haha- dice ridendo per poi fermarsi per il semaforo rosso.
Io appoggio di nuovo il suo cellulare nel cruscotto per poi prendere il mio per sapere perché vibra così tanto.
È un paio di minuti che vibra ininterrottamente, ed è leggermente urtante.
-Dio basta, smetti di vibrare per Dio-Chat: Brother
"Dio, Matteo che vuoi?"
"Devo chiederti se per caso hai visto, l'ultima volta che sei venuta, il foglio
della password del Wi-Fi"
"Ma sei cretino? Mi hai fatto venire un infarto. Comunque credo sia vicino al modem. Hai guardato?"
"No lì non ho controllato. Ti saluta
papà e ha detto che quando andrà
da te dovrai portarlo allo stadio haha""Se paga lui possiamo andarci haha. No scherzo. Dovresti farmi una cortesia
che mi sono scordata di chiederti""Dimmi"
"Devi prenotarmi i biglietti per venire da voi"
"Anche per Betty?"
-Senti, ho chiesto a mio fratello di prenotare i biglietti per tornare in Sardegna. Deve prenderlo anche a te?- chiedo staccando gli occhi dal telefono per poter guardare la mia amica. Siamo ancora in macchina, ma siamo quasi arrivati manca giusto una traversa.
-Ehm, non lo so. Quest'anno avevo intenzione di rimanere qui se mai salivano i miei. Ma non lo so, devo sentire mia madre, se devi prenotare il biglietto fallo. Io mi arrangio- dice guardando di fronte a se.
-Ok- rispondo.
Ritorno a guardare il telefono e rispondo a mio fratello.Chat: Brother
"Ha detto che lo fa lei. Ti saluta. E anche io devo fare delle cose, ci sentiamo fratellino."
"Ok. Ricambia. Ci sentiamo dopo o domani, ciao sorellina."
-Scendi che parcheggio qua così la macchina è vicina- dice guardandomi e portandomi la sua borsa, così quando scende dalla macchina deve solo chiuderla.
-Ok- dico prendendo le borse e lasciandomi verso la porta del nostro palazzo, rigorosamente accostata.
Si, due anni che sono qua, non ho mai visto la porta chiusa.
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«Ci siamo sempre appartenuti» Paulo Dybala
FanfictionValentina e Paulo. Lei, universitaria di fisioterapia e prossima alla laurea per poter lavorare nel centro sportivo più stimato d'Italia. La Juventus. Lui, calciatore professionista acquistato da due anni alla Juventus. Questa storia è dedicata alla...