Part 23

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Lo fisso senza sapere che rispondere. Io so cosa è lui per me, ma io cosa sono per lui?

-E cosa sono per te?- Rispondo dopo una manciata di secondi. Mi siedo sul letto aspettando una sua risposta. Perché gli ho chiesto di rimanere? Sono sicura che questa situazione non si sarebbe creata.
-Sei entrata nella mia vita in punta di piedi. Dopo Antonella credevo di dover stare solo, non ho avuto altre relazioni importanti come quella, ma poi sei arrivata tu.-
Cosa vuole dire? Non ci sto capendo più nulla.
-Voglio dire che potremmo provarci, insomma sei una bella ragazza in tutti i sensi, sarei stupido a lasciarti andare.- Continua.
Gli sorrido avvicinandomi a lui, ho sonno vorrei dormire, ma il fatto che mi abbia appena rivelato i suoi sentimenti mi ha svegliata tutto d'un colpo.
-Sì, possiamo.- Dico, entro nelle coperte e mi giro verso di lui, mi bacia e io ricambio, ci fermiamo solo quando non abbiamo più ossigeno.
-Buonanotte nena.- Mi bacia un'altra volta e spegne la luce.

Sento la sveglia suonare, la stacco in fretta alzandomi dal letto. Sento una mano sul mio braccio, quando mi giro vedo Paulo ancora addormentato. Tra un'ora dobbiamo essere a Vinovo quindi devo svegliarlo per forza. Gli bacio la guancia, la bocca, il naso finché non dà segni di vita.
-Buongiorno, fra un'ora devo essere a Vinovo e anche tu, muoviti.-
Entro in bagno, mi chiudo dentro la doccia aprendo l'acqua calda. Scende velocemente, mi insapono, mi risciacquo e allungo il braccio per prendere l'accappatoio, mi asciugo metto l'intimo ed esco da lì. Quando torno in camera Paulo non c'è, meglio evito disguidi, infilo dei panta neri e un maglione bianco, le scarpe e prendo il giubbotto e la borsa.
-Buongiorno, oddio grazie. Il bagno è libero.- Dico mentre prendo dalle sue mani la tazza di tè fumante.
-Buongiorno tesoro.- Mi bacia la testa e sparisce in bagno con il borsone. Sento l'acqua scorrere, spero solo non ci impieghi tanto.

-Siamo arrivati in orario, ci vediamo dopo all'allenamento- Mi bacia e corre verso lo spogliatoio.
-Che avete fatto?- La voce della mia migliore amica mi arriva da dietro, sta ammiccando.
-Abbiamo deciso di provarci. Tu a proposito mi devi raccontare.- Le punto il dito mentre riprendiamo il cammino verso lo studio.
-Abbiamo cenato, ristorante carino, mi ha portato a casa sua, abbiamo parlato di quello che volevamo entrambi. Solo che mi ha fatto una rivelazione, alla fine ho dormito nel divano.- Alza le spalle appendendo il giubbotto nel porta abiti e si siede. La guardo è tranquilla, sapeva che non sarebbe andata bene, non ci ha sperato.
-Cosa? Oh potevi chiamarmi venivo a prenderti, mi dispiace Bet.- L'abbraccio, sta piangendo, le sbatto delicatamente la mano nella schiena e aspetto che si calmi.
-Ha un figlio. Lo ha con quella troia, ha quattro anni. Quattro. So fare i calcoli, ci è andato a letto quando stavamo ancora insieme. Ci ha scopato quando ancora stavamo assieme.-
La stringo di più a me nella speranza che si calmi, vorrei ammazzare quello stronzo.
-Hey guardami. Sai cosa facciamo stasera? Andiamo al Mc compriamo schifezze e guardiamo qualche film stupido, però ora devi riprenderti, Ok?- Annuisce e tira su col naso, si alza e comincia a lavorare aspettando il dottore. La raggiungendo iniziando a catalogare fascicoli e inserire pezzi mancanti.
-Oh, buongiorno ragazze. Pensavo arrivaste più tardi.- La voce del dottore mi fa alzare la testa e sorridere.
-Oggi siamo mattiniere. Come sta il ragazzo?- Dice Betty sistemandosi sulla sedia. È tranquilla, ha ancora gli occhi un po' rossi ma non sembra che abbia pianto.
-Dovrà stare fermo una settimana, ed è tutto merito vostro. Ora andiamo all'allenamento di quei pazzi.- Prendiamo il giubbotto e lo seguiamo sino al campo.
Oggi si sta un pochino meglio, la neve ha smesso di scendere ma ancora non si scioglie. Prendo il telefono scattando qualche foto per poi mandarla a mamma più tardi. Ogni tanto il mister urla e dice tattiche, facendo capire ai giocatori quello che devono fare.

Nessuno si è fatto male, tutti hanno le gambe doloranti e il medico ci ha avvisato che dopo parnzo faremo massaggi.
Mangiamo tranquillamente tutti insieme e scherziamo, Paulo, seduto vicino a me, non ha ancora aperto bocca, cosa rara da quando l'ho incontrato.
-Che hai?- Gli chiedo.
-Niente, tranquilla.-
Alzo le spalle non volendo inziare la conversazione che potrebbe finire male. Vedo Betty, seduta vicino ad Alves, ridere alle sue battute squallide. Ogni tanto le sfiora il braccio, parlano a sotto voce come se stessero coplottando qualcosa. 

«Ci siamo sempre appartenuti» Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora