Lo fisso senza sapere che rispondere. Io so cosa è lui per me, ma io cosa sono per lui?
-E cosa sono per te?- Rispondo dopo una manciata di secondi. Mi siedo sul letto aspettando una sua risposta. Perché gli ho chiesto di rimanere? Sono sicura che questa situazione non si sarebbe creata.
-Sei entrata nella mia vita in punta di piedi. Dopo Antonella credevo di dover stare solo, non ho avuto altre relazioni importanti come quella, ma poi sei arrivata tu.-
Cosa vuole dire? Non ci sto capendo più nulla.
-Voglio dire che potremmo provarci, insomma sei una bella ragazza in tutti i sensi, sarei stupido a lasciarti andare.- Continua.
Gli sorrido avvicinandomi a lui, ho sonno vorrei dormire, ma il fatto che mi abbia appena rivelato i suoi sentimenti mi ha svegliata tutto d'un colpo.
-Sì, possiamo.- Dico, entro nelle coperte e mi giro verso di lui, mi bacia e io ricambio, ci fermiamo solo quando non abbiamo più ossigeno.
-Buonanotte nena.- Mi bacia un'altra volta e spegne la luce.Sento la sveglia suonare, la stacco in fretta alzandomi dal letto. Sento una mano sul mio braccio, quando mi giro vedo Paulo ancora addormentato. Tra un'ora dobbiamo essere a Vinovo quindi devo svegliarlo per forza. Gli bacio la guancia, la bocca, il naso finché non dà segni di vita.
-Buongiorno, fra un'ora devo essere a Vinovo e anche tu, muoviti.-
Entro in bagno, mi chiudo dentro la doccia aprendo l'acqua calda. Scende velocemente, mi insapono, mi risciacquo e allungo il braccio per prendere l'accappatoio, mi asciugo metto l'intimo ed esco da lì. Quando torno in camera Paulo non c'è, meglio evito disguidi, infilo dei panta neri e un maglione bianco, le scarpe e prendo il giubbotto e la borsa.
-Buongiorno, oddio grazie. Il bagno è libero.- Dico mentre prendo dalle sue mani la tazza di tè fumante.
-Buongiorno tesoro.- Mi bacia la testa e sparisce in bagno con il borsone. Sento l'acqua scorrere, spero solo non ci impieghi tanto.-Siamo arrivati in orario, ci vediamo dopo all'allenamento- Mi bacia e corre verso lo spogliatoio.
-Che avete fatto?- La voce della mia migliore amica mi arriva da dietro, sta ammiccando.
-Abbiamo deciso di provarci. Tu a proposito mi devi raccontare.- Le punto il dito mentre riprendiamo il cammino verso lo studio.
-Abbiamo cenato, ristorante carino, mi ha portato a casa sua, abbiamo parlato di quello che volevamo entrambi. Solo che mi ha fatto una rivelazione, alla fine ho dormito nel divano.- Alza le spalle appendendo il giubbotto nel porta abiti e si siede. La guardo è tranquilla, sapeva che non sarebbe andata bene, non ci ha sperato.
-Cosa? Oh potevi chiamarmi venivo a prenderti, mi dispiace Bet.- L'abbraccio, sta piangendo, le sbatto delicatamente la mano nella schiena e aspetto che si calmi.
-Ha un figlio. Lo ha con quella troia, ha quattro anni. Quattro. So fare i calcoli, ci è andato a letto quando stavamo ancora insieme. Ci ha scopato quando ancora stavamo assieme.-
La stringo di più a me nella speranza che si calmi, vorrei ammazzare quello stronzo.
-Hey guardami. Sai cosa facciamo stasera? Andiamo al Mc compriamo schifezze e guardiamo qualche film stupido, però ora devi riprenderti, Ok?- Annuisce e tira su col naso, si alza e comincia a lavorare aspettando il dottore. La raggiungendo iniziando a catalogare fascicoli e inserire pezzi mancanti.
-Oh, buongiorno ragazze. Pensavo arrivaste più tardi.- La voce del dottore mi fa alzare la testa e sorridere.
-Oggi siamo mattiniere. Come sta il ragazzo?- Dice Betty sistemandosi sulla sedia. È tranquilla, ha ancora gli occhi un po' rossi ma non sembra che abbia pianto.
-Dovrà stare fermo una settimana, ed è tutto merito vostro. Ora andiamo all'allenamento di quei pazzi.- Prendiamo il giubbotto e lo seguiamo sino al campo.
Oggi si sta un pochino meglio, la neve ha smesso di scendere ma ancora non si scioglie. Prendo il telefono scattando qualche foto per poi mandarla a mamma più tardi. Ogni tanto il mister urla e dice tattiche, facendo capire ai giocatori quello che devono fare.Nessuno si è fatto male, tutti hanno le gambe doloranti e il medico ci ha avvisato che dopo parnzo faremo massaggi.
Mangiamo tranquillamente tutti insieme e scherziamo, Paulo, seduto vicino a me, non ha ancora aperto bocca, cosa rara da quando l'ho incontrato.
-Che hai?- Gli chiedo.
-Niente, tranquilla.-
Alzo le spalle non volendo inziare la conversazione che potrebbe finire male. Vedo Betty, seduta vicino ad Alves, ridere alle sue battute squallide. Ogni tanto le sfiora il braccio, parlano a sotto voce come se stessero coplottando qualcosa.
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«Ci siamo sempre appartenuti» Paulo Dybala
FanfictionValentina e Paulo. Lei, universitaria di fisioterapia e prossima alla laurea per poter lavorare nel centro sportivo più stimato d'Italia. La Juventus. Lui, calciatore professionista acquistato da due anni alla Juventus. Questa storia è dedicata alla...