-Non è che la tua ragazza mi uccida dopo aver saputo che sono con te?- Dico indicandolo e abbassando la voce per non farmi sentire dagli altri clienti. Non credo di voler essere uccisa da qualcuno, e soprattutto da lei.
Siamo in un bar, dopo gli allenamenti pomeridiani e stiamo bevendo un caffè mentre parliamo tranquillamente.
Siamo soli, oltre al fatto che ogni tanto veniamo disturbati da qualche tifoso che vuole una foto con Paulo.
-Ci siamo lasciati, in realtà, quindi ameno ché non sia psicopatica non ti farà nulla tranquilla.- Mi batte la mano sulla spalla e io rido.
-Bene.- Concludo.
Continuiamo a parlare anche dopo che ci è arrivato il conto e solo quando vede che mi sto girando per prendere la borsa, appesa alla sedia, mi dice che avrebbe pagato lui.
-Lo faccio volentieri tranquilla. E poi di sicuro non mi mancano.- Mi fa l'occhietto e cammina verso la cassa dove c'è una ragazza bionda, ad aspettarlo.
-Però hai fatto conquiste!- Gli dico quando è abbastanza vicino a me così da parlare piano.
-Dote naturale, sai com'è.- Alza le sopracciglia e continua a camminare verso la macchina parcheggiata al lato della strada. Alzo gli occhi al cielo e rido.-Lo segui da tanto il calcio?- Mi chiede. Dopo essere saliti in macchina e aver riso della cassiera inizia a parlare.
-Da sempre, devo ringraziare mio padre per questo. Ho giocato a calcio per un po' di anni poi.- Dico alzando le spalle.
-Quindi ha influito sulla tua laurea?.-
-Credo di si.- Rispondo.
Il semaforo rosso fa rallentare Paulo nella sua corsa per accompagnarmi a casa. Si gira un secondo e mi guarda sorridendo, è così carino.
-Che c'è?- Dico.
-Non posso guardare una bella ragazza?- Mi risponde con un'altra domanda.
-Mm, grazie. Non sono così speciale.- Dico alzando le spalle.
Ride ma non risponde. Il fatto che io non abbia così tanta autostima è risaputo e rende tutto così difficile nel relazionarmi con le persone. Mi ci vuole parecchio tempo per fidarmi di qualcuno.
-Siamo arrivati.- Dice scendendo dalla macchina per venire ad aprirmi la portina.
-Grazie, che gentiluomo.- Dico uscendo dalla macchina, sportiva, bianca.
-Grazie per la serata, alla fine non sei così noioso.- Tratengo la risata e lui mi guarda storto.
-Simpatica. Grazie a te per essere venuta.- Dice avvicinandosi a me per poi baciarmi la guancia.
-Ciao, a domani.- Continua.
-A domani.-Sono appena le otto quando varco la porta di casa e trovo la mia amica alle prese con le pulizie. Abbiamo prefissato dei giorni per quello e questa settimana tocca a lei.
-Ciao, hai quasi finito?- Le chiedo. Guardandola deduco che sia in fase finale.
-Si in realtà devo passare lo straccio in camera mia e poi ho finito. Ah e ho ritrovato quella chiavetta che avevamo perso ad inizio semestre.- Dice prendendola dal tavolo e agitandola per farmela vedere.
-Sul serio? Grazie Bet, dov'era?-
-Dietro il tuo comodino hahaha.- Ride.
Com'è andata?- Aggiunge.
-Bene, non ha voluto che pagassi e poi la cassiera si è aperta un po' troppo, ma per il resto tutto bene.- Dico enfatizzando la parola aperta per poi ridere insieme a lei.
-E tu divertita a fare pulizie?- Domando ancora.
-Si, non ci ho impiegato tanto e solo che mi sono fermata per bere e alla fine mi sono alzata dopo mezz'ora.- Dice alzando le spalle.
STAI LEGGENDO
«Ci siamo sempre appartenuti» Paulo Dybala
FanfictionValentina e Paulo. Lei, universitaria di fisioterapia e prossima alla laurea per poter lavorare nel centro sportivo più stimato d'Italia. La Juventus. Lui, calciatore professionista acquistato da due anni alla Juventus. Questa storia è dedicata alla...