La storia di Jack

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Quando entrarono Amy notò che la stanza era piena di libri  e ne rimase ammirata.
<<Questa è casa tua?!>> esclamò sorpresa.
<<Beh sì, anche se in realtà questa è la biblioteca della Torre delle Virtù...>>
Amy guardò la stanza stupita.
<<Vedo con piacere che ti piace... fammi indovinare: sei una lettrice?>>
Amy annuì senza guardarlo, con aria trasognata.
<<Devo ammettere che mi hai stupita>>
<<Lo vedo>>
<<Ora però mi risponderai davvero?>>
<<Sì, ma per favore non tempestarmi con troppe domande>>
<<Ok... chi sei?>>
<<Te l'ho già detto che mi chiamo Jack>>
<<Non mi riferivo a quello>>
Jack capì.
<<Non so dirti di preciso cosa sono, so solo che sono così dalla nascita>> rispose lui chiedendosi dentro di sé come mai riusciva a parlarne con lei: una sconosciuta. Non riusciva davvero a credere che avesse così tanta fiducia in quella ragazza.
Amy rimase un attimo in silenzio non sapendo che dire. Poi continuò.
<<Perché non posso parlare di te con nessuno?>>

Jack la guardò male e lei capì che gli stava facendo troppe domande.

<<Scusa, quando ho bisogno di risposte... chiedo agli altri di chiarirmi tutti i dubbi che ho facendo richieste a raffica>>

<<L'ho notato>>

<<E... quindi...>> provò a chiedergli lei non sapendo bene cosa dire di preciso.
A quel punto Jack sospirò e rispose lo stesso.

<<Loro potrebbero sapere che sono qui>>
<<Loro chi?>>

Jack si innervosì, ma non disse nulla relativo al motivo di tanto nervosismo: era evidente che a lui non piaceva affatto parlare di quegli argomenti. Nonostante questo provò a rispondere: 

<<Di preciso non lo so, potrebbero essere quelli che hanno cercato di uccidermi, o almeno che credo volessero uccidermi.>>
<<Non potresti essere più chiaro?>> chiese Amy timidamente temendo la reazione di Jack.
Jack si diresse verso la finestra. Per lui era molto difficile raccontare di sé a qualcuno: non lo aveva mai fatto con nessuno e ora era costretto a parlarne con lei, un'estranea. Ci pensò bene prima di dirle qualcosa poi, fu lui a farle una domanda senza togliere lo sguardo dalla finestra, come se avesse paura di incontrare il suo sguardo, come se avesse paura di qualcosa: paura di lei. 

<<Una volta che avrò risposto a questa domanda, tu cosa farai?>>

Amy capì subito a cosa si riferiva e rispose con assoluta sicurezza.

<<Non dirò niente a nessuno: non penso che mi crederebbero e poi... sarei costretta a spiegare cose che non so spiegare nemmeno a me stessa. Sarebbe difficile tentare oltre che pericoloso.>>

Jack ascoltò con molta attenzione le parole di Amy e sentì che poteva fidarsi di lei, non riusciva a spiegarselo, ma era così.

Subito dopo si girò verso di lei e cominciò a raccontarle la sua storia. Non fu facile, lo si percepiva dal tono della sua voce da cui Amy avvertì la sua sofferenza. Nonostante fosse difficile lo fece ugualmente.
"Quando ero ancora in fasce fui abbandonato davanti alla casa dei miei genitori adottivi. Non so il perché, so solo che successe. I padroni di quella casa si occuparono di me, ma  era ovvio che non mi volevano affatto nella loro casa. Mi odiavano, mi picchiavano ingiustamente: ancora oggi mi chiedo perché si presero cura di me, se per loro ero solo un impiccio, una bocca in più da sfamare. Ricordo ancora il giorno in cui mi accorsi per la prima volta quello che ero realmente e che sono tutt'ora: un mostro orrendo. Mio padre aveva bevuto troppo ed io ero solo con lui in casa. Era arrabbiato perché aveva finito la sua scorta di alcol così se la prese con me. Spaventato cercai di difendermi e per poco non lo uccisi. Fu un momento traumatico per me. Poi un giorno arrivarono gli Stinfalidi, mi presero e mi portarono qui, all'Accademia del  Bene  dove imparai  a usare molto bene la magia. La vita qui però non fu migliore che a casa mia, infatti gli studenti mi prendevano in giro. Nessuno mi capiva e io evitavo tutti per questo. Ci fu poi la Sfida delle Fiabe, una delle prove a cui ti preparano qui all'accademia. Stava andando tutto bene quando all'improvviso, quattro uomini incappucciati mi  attaccarono alle spalle cercando di tenermi fermo. Uno di loro aveva in mano un'ampolla dove dentro c'era una pozione o qualcosa del genere. Cercarono di farmela bere, ma io mi difesi e senza rendermene conto li uccisi. Capì ciò che avevo fatto solo quando ormai era troppo tardi. Traumatizzato dall'accaduto scappai via e da allora, mi nascosi qui, per evitare che altri come loro mi trovassero."

Heart Of Stone-La storia di Mr. Mai e Mrs. SempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora