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"Me lo auguro per te allora" esclamò Alec entrando nella stanza. Si muoveva piano, tenendo gli occhi fissi su di me e sembrava pronto a sbranarmi da un momento all'altro. Abbassai gli occhi realmente dispiaciuta per l'accaduto. Sarebbe stato meglio raccontare la mia visione in privato e non davanti a tutti.
"Cosa hai visto?" Chiese avvicinandosi.
"Gioiva della vostra sconfitta. Stava con i vampiri. Diceva che avrebbero comandato loro" risposi senza citare la morte di Alice. Non volevo farlo infuriare ulteriormente.
"E quindi hai pensato bene di insultarlo di fronte a tutti? Di accusarlo in pubblico invece che parlarne prima con me? Non ti avevo forse chiesto di non parlare a meno che tu non fossi stata interpellata?"
"Nemmeno io mi fido di lui. Nemmeno papà lo faceva e tu lo sai" gridò Alice mettendosi in mezzo per impedirgli di raggiungermi.
"Zitta anche tu. Lo so bene! Stiamo osservando ogni sua mossa da tempo. Ma non posso certo smuovere accuse senza prove! Ora agirà con molta più prudenza e sarà quasi impossibile beccarlo. Lo avevo invitato apposta per mettergli paura usando la veggente, ma invece avete mandato tutto in fumo!"
"Parlava di me. Parlava di punirmi per cose che non ho fatto. Voi non avete idea di quanto vi abbia protetti nonostante non vi conoscessi in questo anno. Potevo rivelare molte più cose, sono stata zitta perchè non lo ritenevo giusto!" Esclamai in lacrime.
In un momento Alec non era più di fronte a me ma un immenso lupo nero mi aveva sbattuta per terra e righiava ad un centimentro del mio volto.
Alice si trasformò a sua volta e si avvicinò cainando.
"Fratello ascoltami. So che non è facile fidarci dopo quello che è successo a mamma e a papà, ma forse dice il vero. Forse può aiutarci"
Gli comunicò telepaticamente.
"Lo so. Lo so Alice e odio doverla punire, ma il mio popolo mi riterrebbe un debole se non lo facessi. Ha insultato un mio ospite in casa mia! Si merita una settimana nelle carceri di Star! Non obbedisce a nessun ordine!"
Chiusi gli occhi quando ritornarono nella loro forma umana e si presentarono nudi come mamma li aveva fatti. Non mi sarei mai abituata a vedere tanta nudità.
"Nelle carceri di star? Dove stanno i peggiori delinquenti di tutti i regni? Merita davvero questo?" Chiese sconvolta la lupa scuotendo la testa.
Alec mi sollevò quasi di peso e mi trascinò fuori afferrando al volo uno straccio da legarsi in vita.
"Max, prepara una barca. Salpiamo fra 10 minuti"
Si girò verso di me e mi legò i polsi con un altra catena esitando per un attimo.
"Sopravvivi. Imparerai a non sfidarmi più" mi disse guardandomi serio.

Le persone si fermavano al mio passaggio. Osservavano la veggente incatenata che sfilava di fronte a loro. Prima di salire sulla barca Alice mi abbracciò.
"Resisti. Mi dispiace così tanto"
Trattenni il fiato terrorizzata da ciò che stava per capitarmi ma cercai di non darlo a vedere.
Faceva freddo e il mio respiro formava delle nuvolette.
Possibile che al mondo qualcuno potesse trattarmi peggio di Arus?
Dopo poco navigare attraccammo su un isola piuttosto piccola la quale ospitava come unica struttura quello che doveva essere il carcere di tutti i regni dove sarei stata rinchiusa.
"Alec, mio signore. Non aspettavamo visite" una guardia piuttosto paffuta si avvicinò a noi salutando l'alpha e guardandomi di nascosto.
"Non è una visita di cortesia. Ho una detenuta. Deve stare in cella di isolamento."
"Certamente. La scorteremo subito" rispose prendendomi le catene.
"No. La porto io. Sara tassativo che nessuno potrà avere contatti con lei in nessun modo se non in mia presenza. Lei è mia e non deve avvicinarsi nessuno". Disse perentorio camminando a grandi falcate nel corridoio delle carceri.
"Ehy micina. Vieni qui" disse un detenuto afferrando le sbarre della sua cella e beccandosi una manganellata.
"Siete sicuro sia luogo per lei?"
Alec si girò di scatto trovandosi faccia a faccia con la guardia.
"Dubiti del mio giudizio forse?"
"N-no signore. Certo che no" rispose riprendendo la marcia.
Avevo la mente sgombera mentre seguivo i lupi.
Arus mi aveva rinchiusa molte volte. Mi aveva lasciata sola, mi aveva maltrattata in ogni modo..
Ma questa volta era diverso. Avevo creduto di poter diventare una donna libera, invece mi ritrovavo di nuovo ad essere solo un oggetto.
"Entra qui dentro, forza" disse Alec spingendomi dentro un tombino stretto.
Avevo paura del buio. Mi terrorizzava da sempre, ma mi abbassai dove aveva indicato fingendo indifferenza.
Puzzava di muffa ed era freddo. Mi era quasi impossibile muovermi e dopo pochi minuti sentivo già male alla schiena.
"Tornerò domani. Tu pensa a ciò che hai fatto" mi disse chiudendo la botola e andandosene lasciandomi sola.
Scoppiai a piangere cercando di muovermi e trattenni il respiro tentando di calmarmi.
Nella mia testa le immagini si accavallavano e per colpa della solitudine, mi mostravano molte piu cose di quante volessi vederne.
Arus arrabbiato dissanguava una giovane donna, Alec si chinava a posare un fiore di fronte ad una tomba, l'albero della vita veniva ucciso e 12 bambini venivano rapiti dai villaggi. 2 per ognuno.
Cominciai ad urlare per attirare l'attenzione della guardia.
"Cosa hai da sbraitare tanto? Non uscirai fino a domani."
"Devo parlare con l'alpha. Subito. Chiamate l'alpha!"
"Zitta stupida. Vuoi prenderle per caso? Non puoi uscire di qui"
Iniziai ad agitarmi graffiandomi i polsi con le unghie. Lo sentii arrivare  come era spesso successo in passato. Sentii il fiato diventare corto e la paura impossessarsi del mio corpo.
L'attacco di panico giunse forte come non mai e mi mozzò il respiro squarciandomi il petto.

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