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Corsi fuori dalla camera e poi fuori dalla casa.
Ignorai tutti coloro che si avvicinarono per parlarmi preoccupato di poter spaccare la faccia a qualcuno e poi mi trasformai in lupo iniziando la grande corsa.
Il vento mi colpiva il muso facendomi lacrimare gli occhi e mi spronava a correre più forte.
Fino a che i polmoni non iniziarono a bruciare e le zampe doloranti a chiedere pietà.
Feci diverse volte il giro del villaggio cercando di scaricare tutta l'adrenalina che avevo in corpo.
Il suo volto vicino al mio, il ricordo del suo profumo, del suo bacio così dolce, della lingua calda che sfiorava la mia..mi mandava tutto fuori testa.
Non avevo mai provato emozioni così intense in vita mia.
Mai.
Con nessuna donna, in nessun momento.
Il mio essere lupo amplificava tutto quanto. L'odio, la passione, l'amore, la rabbia..
Ed era proprio per quest'ultima che ero corso via.
Ero arrabbiato.
Non con lei, ma con la vita.
Ero arrabbiato perchè mi aveva tolto i miei genitori, arrabbiato per le innumerevoli responsabilità che cadevano su di me, arrabbiato perchè dovevo avere la risposta ad ogni domanda, la soluzione al problema... dovevo essere forte e coraggioso anche quando volevo soltanto nascondere il muso in un grembo e farmi consolare.
Non potevo mostrare fragilità o debolezza.
Ero arrabbiato perchè avevo paura anche io.
Paura della veggente.
Feci un altro giro di corsa e mi accasciai al suolo stremato.
Mi aveva fermato. Non voleva che continuassi a toccarla e questo mi aveva mandato il cervello in pappa.
Forse non mi voleva? Forse avevo sbagliato qualcosa? Forse mi temeva?
Non avevo mai avuto in vita mia tanti dubbi e insicurezze.
Ero fuggito come un codardo e la sua espressione triste mentre si abbracciava le spalle mi sarebbe rimasta impressa per sempre.
Non ero bravo con le parole, mi spaventavano pure quelle.
Volevo soltanto stringerla un po'di più e fare l'amore con lei per lasciarle addosso il mio odore cosi che nessun altro lupo si sarebbe mai più avvicinato. Volevo diventasse mia per poter sopravvivere alla gelosia che provavo ogni volta che qualcuno posava gli occhi su di lei.
"Alec"
Un piccolo lupo bianco si arrivò accanto a me e si sdraio al mio fianco.
"Ho percepito la tua solitudine"
Non risposi ad Alice ma le diedi un buffetto col muso.
Mi saltò sopra cercando di farmi giocare con lei e per un momento fu come essere tornati bambini.

                              ****
Avevo provato a dormire senza riuscirci
Avevo fatto una doccia, mi ero infilata dei pantaloncini e poi avevo cercato un libro da leggere.
"Come fare per disossare al meglio la carne" citava la copertina.
Trattenevo le lacrime tra una riga e l'altra cercando di concentrarmi sulle parole e non sui ricordi.
Ero seduta sullo stesso letto dove ci eravamo baciati. Potevo ancora sentire la passione che impregnava la stanza e ogni suo oggetto.
Potevo ancora sentirlo qui.
Invece se ne era andato da parecchie ore lasciandomi sola, come sempre.
Se avessi potuto scegliere un desiderio, avrei chiesto di non restare sola mai più.
Ogni brutto pensiero diventa più pesante quando non hai nessuno con cui condividerlo, quando ti senti ripudiata da tutti e ti accorgi che nessuno tiene a te.
Lanciai il libro lontano maledicendo ogni cosa che era successa.
Il mio corpo non mi aveva mai tradita, ma lui con un solo tocco riusciva a farmi perdere il senno. Lo desideravo. Desideravo baciarlo ancora e lasciarmi andare come un persona normale. Volevo provare tutti quei sentimenti che sentivo nascere dentro al petto e che per paura stavo tentando di uccidere come se fossero un virus.
Appoggiai la testa contro il cuscino chiudendo gli occhi e cercando di scacciare i brutti pensieri quando sentii i passi sulle scale.
"Alec" dissi quando vidi il suo volto grave entrare nella camera.
Cercai le parole giuste da dire, cercai un modo di spiegare i miei sentimenti mentre fissavo quegli occhi serii e tristi.
Aprì la bocca senza riuscire a dire nulla nemmeno lui e mi fiondai fra le sue braccia.
Le aprì pronto ad accogliermi e mi strinse forte quando gli gettai le braccia al collo.
"Te ne sei andato. Mi hai lasciata sola" sussurrai in un momento di debolezza, come se avessi un qualche diritto su di lui, come se fosse in obbligo nei miei confronti.
"Io non me ne sono mai andato Nashi" rispose lui alzandomi e stringendomi ancora più forte contro di sè.
"Non ti ho mai lasciata sola"
Mi condusse nel letto e si sdraiò accanto a me facendomi sistemare su un fianco e passandomi un braccio intorno al corpo.
Mi accoccolai il più possibile vicino ad Alec e gli baciai la mano che si trovava accanto al mio viso.
"Mi dispiace.."
"No Nashi. Non dire nulla. Non servono le parole, io ho capito"
"Non hai sbagliato nulla Alec"
"Non sei l'unica ad avere paura"
Mi addormentai così, accanto a quel omone di cento chili che era il più delicato che avessi mai conosciuto.
Accanto all'alpha, al capo dei sei regni che aveva tante debolezze dentro al suo animo.
Accanto a colui che mi aveva fatta tremare di paura ma ora mi tranquillizzava con il suo lento respiro.
Forse era tutto sbagliato, ma nulla mi sembrava più giusto in quel momento.

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