24

16.6K 845 14
                                    

Mi sedetti sul letto ancora scossa dai tremiti.
Gli occhioni colmi di lacrime del bambino mi tormentavano. Li vedevo sia se tenevo gli occhi aperti, sia se li chiudevo. Non potevo sfuggirgli.
"Mio Dio chi farebbe questo a dei bambini?" Chiesi scoppiando a piangere di nuovo.
Il vampiro aveva affondato i canini nel suo piccolo collo portando via quella vita preziosa. Aveva spezzato un esistenza, ucciso un piccolo esserino indifeso, qualcuno che non aveva mai fatto alcun male, che aveva ancora il cuore puro.
Erano degli esseri spregevoli.
"Se solo lo avessi visto prima"
"Ehi, ora basta" alec si sedette accanto a me. Mi prese una mano e iniziò ad accarezzarne il palmo.
"Non potevi fare nulla di più"
"Se solo potessi comandare queste maledette premonizioni. Se solo avessi imparato a gestire queste mille emozioni e sentimenti. Mi blocco! Vedo qualcosa, ma non abbastanza per agire. Avrei potuto fare di più"
"No, non è colpa tua. Non sei tu che hai rapito quei bambini e non sei tu che hai fatto loro del male. Non puoi portarti questo fardello sulle spalle. Non lo fare."
Sospirai guardando in basso per non incrociare i suoi occhi. Mi sentivo semplicemente a pezzi.
"Non capisci. Io ero li. Potevo sentire l'odore del sangue, potevo avvertire la paura che scorreva nella stanza e non potevo fare assolutamente nulla"
"Nashi" Alec mi abbracciò forte spostando il mio peso sulle sue ginocchia e continuando ad accarezzarmi i capelli.
"Hai un dono. Il tuo è un dono ma non è per nulla facile conviverci. So che vedi cose che non vorresti vedere. So che ti senti a pezzi per questo. Ma ti prego, non sentirti in colpa. Questo no Aria. È grazie a te se domani sera riusciremo a salvare un bambino"
Chiusi gli occhi ascoltando solo le carezze delle sue mani sulla mia schiena nuda. Restammo così per un tempo indefinibile, senza dire una parola per non rovinare quel momento così intenso e la sintonia che si era creata tra i nostri corpi. Ero solo una veggente e lui era l'alpha, ma in quel momento eravamo una donna e un uomo che condividevano una guerra e una missione.
Alzai lo sguardo per osservarlo e vidi sul suo volto una tenerezza che non ero mai riuscita a scorgere prima.
Sotto quella barba scura e quelle sopraciglia serie, si nascondeva un volto sorridente e rassicurante.
Accarezzai la sua guancia per sentire ancora una volta la sua pelle a contatto con le mie mani.
Non mi sarei mai stancata di osservarlo.
"Nashi" sussurro sottovoce.
Le sue mani scesero sulle mie gambe e mi accarezzò un ginocchio per poi risalire piano.
Il contatto visivo era quasi doloroso ma non riuscivo a smettere di fissare quei pozzi neri.
Mise un dito sulle mie labbra.
"Sei così morbida" sussurrò e il mio cuore prese il galoppo.
"Così dolce" continuò scendendo verso il mento.
"Non so cosa tu mi abbia fatto, ma da quando sei arrivata non posso smettere di pensare a te"
Aprii la bocca per ribattere ma la chiusi all'istante quando la sua mano mi toccò il collo e poi l'orecchio.
Chiusi gli occhi sentendo dei brividi che mi impedivano di non tremare.
Lo stomaco era aggrovigliato e qualcosa, come una calamita, mi spingeva ad avvicinarmi a lui.
Gli sfiorai il mento e poi misi le mani sulla sua nuca fino a scendere verso la schiena.
Era così muscoloso.
Sentii un ruggito uscire dal suo petto, ma non era minaccioso.
Si avvicinò ancora di più, tanto che potevo sentire il suo fiato sulla fronte mentre guardavo in basso intimidita.
"Alza il volto" disse mettendomi delicatamente una mano sotto il mento.
"Sei bellissima"
Sorrisi per la dolcezza con cui mi parlava e mi toccava.
Colsi nel suo sguardo la stessa paura che provavo io.
Paura di buttarci, paura di amare, paura di provare..forse addirittura paura di vivere e questo mi diede coraggio.
Avvicinai la mia bocca alla sua e gli posai un bacio delicato.
I nostri nasi si sfiorarono mentre entrambi prendevamo un respiro profondo cercando di capire cosa fosse successo.
"Aria" disse Alec prima di farmi ricadere sul letto.
In un attimo si mise in ginocchio di fronte a me facendosi spazio tra le mie gambe per sistemarsi in mezzo. Con la lingua mi sollecitò ad aprire la bocca e prese a baciarmi con passione.
I nostri petti si toccavano e sentivo il peso sul mio corpo mentre mi schiacciava sul materasso.
Mi sentivo bene, mi sentivo viva mentre lo baciavo con tutto il fuoco che ardeva dentro al mio petto.
Era così intenso che mi veniva da piangere.
Quando con una mano mi accarezzò la coscia scoperta lasciai andare un gemito di piacere e lo afferrai per i capelli portandolo sempre più giù contro di me.
Lo sentii giocare con l'orlo delle mie mutande ed iniziai ad agitarmi un po'.
Era stato con tante donne, più belle di me e più esperte. Cosa potevo dargli io?
Mi irrigidii a quei pensieri e lo allontanai leggermente premendo le mani sul suo petto.
"Che succede?" Chiese baciandomi il profilo del mento.
Gli accarezzai le spalle ormai consapevole di ciò che stavamo per fare. Il giorno dopo ci saremmo svegliati e solo uno dei due avrebbe pianto per come sarebbe andata a finire questa storia.
Abbassai la testa intimidita per il rifiuto che gli avrei dato a breve e un po' preoccupata per la rabbia che lo avrebbe colto.
"Stai bene?" Chiese baciandomi la fronte e accarezzandomi un braccio.
"Nashi, vuoi parlarmi?"
"Alec, io non so se me la sento"
A quelle parole si ritrasse lasciandomi mettere seduta e si alzò in piedi muovendo alcuni passi nella camera.
"Non vuoi?" Domando dispiaciuto.
La sua voce ancora piena di desiderio era roca e si era incrinata sulle ultime lettere come se fosse insicuro.
E insicurezza lessi anche sul suo volto quando si girò a guardarmi.
"Io non sono il tuo padrone Aria. Non sei più una mia prigioniera e non ti avrei mai costretta in ogni caso a fare qualcosa con me. Non sono un fottuto mostro, lo sai questo vero?"
Balzai in piedi a quelle parole e mi avvicinai piano.
"Alec, io non l'ho mai pensato. Ho solo paura"
"Paura di me?" Continuò agitandosi ulteriormente.
"Paura per ciò che siamo. E paura di soffrire"
"Soffrire"ripetè assorto dai suoi pensieri.
"Non mi sono mai sentita vicina a nessuno. Ho sempre pensato che nessuno possa farti soffrire davvero se non ha il tuo cuore. Donarti il mio corpo significherebbe avvicinarmi a te più di quanto abbia mai fatto con nessun altro nella mia vita..non so se sono pronta per questo."
"Devo uscire" disse solamente iniziando a indietreggiare.
"Io devo andarmene da qui"
Mi osservò per un istante prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciarmi sola.

Grazie di cuore a tutti per i voti.
Siete fantastici!
Un abbraccio

MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora