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"Aria. Alzati è ora" disse Alice scuotendomi leggermente.
"Vado a prepararmi. Pulisciti e indossa abiti comodi. Ci sarà molta strada da fare."
Mi stropicciai gli occhi con le mani e mi misi a sedere.
"Io non ho vestiti"
La lupa sorrise a quella affermazione e andò ad aprire l'armadio. Rimasi a bocca aperta vedendo la grande quantita di vestiti che vi erano deposti.
"Mettiti dei pantaloni. Riempi la sacca con qualcosa per cambiarti. Non portare troppo, dobbiamo restare leggeri"
Mi misi a scrutare quel tesoro senza riuscire a chiudere la bocca.
Anche quando ero una donna libera, non avevo mai posseduto più di un vestito. Guardando tutti quei colori e quei tessuti, quei profumi e quei fermagli non potevo non sentirmi felice.
"Apprezzi ciò che vedi?"
Alec fece irruzione nella mia camera e sorrise al mio sguardo stupito.
"Molto" sussurrai.

                            ****
Era bellissima mentre osservava le cose che avevo fatto comperare apposta per lei.
Ero stato ben preciso con la servitù.
Comperatele abiti che risaltino le sue curve sottili e profumi che possano andare bene con la sua pelle candida, avevo ordinato loro.
Era bellissima. Al di fuori di qualsiasi altra cosa i miei occhi avessero mai visto.
Avevo avuto molte donne.
Bionde e pallide, rosse e lentigginose, scure di pelle, magre, prosperose..
Nessuna di loro era alla sua altezza.
Sembrava non sapere quanto fosse bella. Quanto stimolasse la fantasia di un uomo con il suo semplice essere.
Così docile ed ingenua, gentile e timorosa.
Si vedeva che era stata prigioniera per molto tempo e l'idea che il vampiro l'avesse toccata mi spezzava il cuore.
Tale bellezza non doveva venir profanata dalle sudice mani di un essere della morte!
Strinsi i pugni con forza alla sola idea.
Inoltre noi lupi consideravamo la donna una figura sacra, la forma terrena più vicina al nostro Dio. Era colei che donava la vita rischiando la propria. Nessun lupo si sarebbe permesso di maltrattare la propria compagna, nè tanto meno l'avrebbe mai costretta ad avere dei rapporti.
Mi avvicinai a lei di soppiatto voglioso di toccarla come era successo sulla barca.
Non potevo non punirla dopo essere stata tanto sfacciata, ma vederla così sconvolta mi aveva fatto provare un rimorso incredibile.
"Ti piace ciò che vedi?" Le chiesi ormai a pochi passi da lei.
"Molto" rispose in un sussurro che mi fece scorrere dei brividi sulle braccia.
Le toccai una spalla facendola girare.
I suoi occhi erano pozzi profondi e le sue labbra un cuore che batteva all'impazzata.
"Ci sarà molta strada da fare. Sarà pericoloso"
Sentii il viso andarmi a fuoco quando pensai ai dodici bambini ormai scomparsi e alle loro sorti.
Erano anni che le nostre comunità vivevano in pace.
L'ultimo attacco degno di nota da parte dei vampiri risaliva a quando mio padre era ancora al potere ed in ogni caso non erano mai riusciti a rapire nessuno.
"Hai detto loro qualcosa che potesse aiutarli a compiere questo gesto?"
La sua espressione prima sbalordita e poi triste mi fece capire che la rammaricava la mia mancanza di fiducia.
"No. Lo giuro. Arus conosceva i sei regni e li ho spesso visti nelle mie visioni, ma non avevo idea che volesse rapire dei bambini. Non l'ho mai aiutato in questo"
Scosse la testa e mi guardò spaventata. Dovevo sembrarle un mostro.
"Ti puniva spesso?" Le chiesi spinto dalla curiosità.
"Essere una prigioniera non è già di per sè una punizione?" Chiese di rimando lasciandomi spiazzato.
"Ti senti punita anche ora?"
Restò in silenzio alcuni secondi.
"Si quando mi hai legata i polsi e le caviglie. Si quando mi hai chiuso nella botola. Ma ora, di fronte a questo armadio di cose che posseggo..ora no." Si girò di nuovo a guardare i vestiti. "Io non ho mai avuto nulla"
Mi si strinse lo stomaco davanti a quel piccolo essere così sfortunato.
Con un potere tanto forte da garantirle l'infelicità.
"Quando vinceremo la guerra, ti lascerò libera"
Dopo un istante si giro guardandomi con le lacrime agli occhi.
"Anche da libera, non saprei dove recarmi. Non ho famiglia e l'unica persona che si avvicina ad un' amica è Alice."
"Allora resterai con noi, ma non come prigioniera. Sarai un eroe se ci darai una mano a salvarci e ti tratteremo con rispetto!" Le disse senza pensare.
Mi guardò colma di gratitudine e si girò ad afferrare un paio di pantaloni marrone scuro.
"Indosserò questi" disse timorosa guardandomi in cerca di approvazione.
Mi girai e uscii dalla camera, spaventato all'idea di poter promettere altro a quella donna.

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