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Stava tornando a casa a piedi proprio per aver la possibilità di pensare.
Doveva ancora rispondere a Kieran, ma aveva il vuoto, insomma cosa scrivi al tizio che conosci da due giorni, che è uno dei più popolari della scuola, che è un fottuto fuoriclasse, che ha scoperto che sei gay e, ciliegina sulla torta, se ne sei innamorato?
Ecco appunto: niente.
Così entrò in casa che non gli aveva ancora scritto.
Debby era seduta sul divano che guardava la tv e alzò gli occhi verso di lui, per poi riportarli alla tv:- Guardi qualcosa con me?
- Fammi infilare qualcosa di comodo e caldo e sono da te.
Lei volle vedere Orgoglio e pregiudizio.
Si erano seduti comodi sul divano, con dei popcorn e da bere.
Per Nik la storia non era poi tanto orrenda, solo che lo faceva pensare a Kieran e questo lo ha distratto per praticamente tutte e due le ore di film.
Dopo che i due poterono finalmente sposarsi, Debby chiese al fratello cosa ne pensava del film e lui, non avendo prestato particolare attenzione per via della sua distrazione personale, rispose vagamente.
Pensava solo a cosa scrivere al moro e soprattutto se scrivergli.
Dopo che tornò in camera sua, prese una coperta e andò nello studio del padre.
Si rannichiò su una poltrona, con le luci spente ad eccezione di quella di una lampada lì vicino, che pienava la stanza di una luce calda.
Prese il cellulare, deciso a rispondergli quando lo vide improvvisamente cambiare da "ultimo accesso il..." a "online".
Rimase un attimo bloccato, per poi uscire subito dall'applicazione, bloccando poi il cellulare.
Sospirò frustrato.
Si stava comportando da femminuccia innamorata e se ne rendeva conto, irritandolo parecchio.
Poi sentì il cellulare vibrare tra le sue mani e il nome di Kieran comparire sullo schermo.
Lo stava chiamando.
Rispondo? No. O sì?
Fissò lo schermo per un po', poi fece scorrere il dito lungo lo schermo e fece un respiro profondo.
- Nik?
Restò in silenzio, mentre la voce del corvino lo raggiungeva.
Decise che avrebbe tenuto su la sua maschera da impassibile e noncurante.
- Kieran. Hai bisogno di qualcosa?
Il giocatore rimase un attimo interdetto dalla domanda del biondo.
- Non hai risposto al mio messaggio, così pensavo di chiedertelo direttamente per telefono e se non avessi risposto ti avrei trovato a scuola.
- Insistente.
- Grazie, lo so. Allora?
- Allora cosa?
- Hai... hai sentito quello che Me-
Nik lo fermò con la sua risposta:- Sì, ho sentito, quindi?
- E quindi mi dispiace e scusami. Davvero.
Kieran non capiva il suo comportamento, mentre l'ansia lo divorava.
- Non c'è niente da scusare, il fatto che io sia gay non è certo un segreto.
Nicholas si sorprendeva di sé, insomma riusciva a sembrare impassibile quando in lui erano libere quelle emozioni che non gli permettevano di respirare.
- Sì ma non giustifica il comportamento delle due ragazze che erano a casa mia...
- Cos'altro aspettarsi da quelli come voi.
- Cosa intendi con "quelli come voi"? - chiese Kieran con voce che il biondo associò a irritazione.
Nicholas sorrise amaramente:- Niente Kieran, buonanotte.

Kieran si era ritrovato con la chiamata conclusa e quelle parole in testa, quasi soffiate attraverso una risata ironica.
Quel ragazzo cominciava seriamente a farlo arrabbiare: non solo faceva il misterioso fin troppo bene, ma non si decideva, doveva o uscire dalla sua vita o decidersi a entrarvi una volta per tutte.
Sospirò e si mise a letto.
Tra quattro giorni avrebbe avuto casa per sé ma questo non lo soddisfaceva affatto, non avendo persone da invitare per stare in compagnia, eccetto i ragazzi della squadra.
Si addormentò alquanto stizzito.

I tre giorni seguenti passarono immutati, tra Kieran che cercava Nik per la scuola e Nik che non si faceva trovare da Kieran.
Era arrivato il giorno della partenza dei genitori di Kieran.
- Sei ancora in tempo per venire con noi, lo sai vero?
- Lo so ma', ma non vi rovinerei mai una vacanza di coppia - disse cercando di non ridere all'espressione della madre.
- Sei nostro figlio, non ci rovini niente.
Il padre, che stava caricando le valigie, guardò Kieran con un sopracciglio alzato e un'espressione per la quale il giovane dovette trattenersi dal ridere in faccia alla madre.
- Mamma, credo che papà abbia finito.
Il ragazzo diede un bacio in fronte alla madre, la quale lo abbraccio; poi andò dal padre al quale strinse prima la mano poi si abbracciarono.
- Fai divertire la mamma!
- Senza dubbio - disse l'uomo salendo sulla vettura.
- Ti chiameremo appena arriveremo là! Stai attento quando cucini e ricordati di buttare la spazzatura! Fai attenzione di notte e chiudi tutto che possono-
La voce della madre venne coperta dall'auto che partiva e Kieran salutò con la mano i genitori, man mano che si allontanavano.
Dopo nemmeno un minuto era lì fermo da solo, mentre si voltava verso la casa che era ora vuota.
Robert ed Elena era partiti qualche ora prima, lasciandogli molte indicazioni per non avere problemi e qualcosa da mangiare per quella sera.
Entrò in casa e accese lo stereo, mettendo della musica, che sarebbe stata per molto la sua nuova compagna di stanza.

Nicholas stava riuscendo nella sua impresa, infatti non aveva incontrato Kieran una sola volta. Lo aveva spesso visto in giro con i suoi compagni di squadra o delle cheerleader, ma lui non si era mai accorto di Nik che lo guardava.
Aveva ricevuto anche qualche suo messaggio, ma non gli aveva risposto.
Stava tornando dalla palestra che erano appena le sei di sera, quel giorno ci era andato presto, dando a sé la precedenza, avendo così ancora i libri che lo aspettavano a casa.
Dopo aver mangiato una mela, si mise a studiare.
Alle sette di sera ricevette un messaggio da Kieran. Era indeciso se visualizzarlo e non rispondere o non visualizzarlo nemmeno.
Infine, nonostante volesse concentrarsi sui libri, prese il cellulare e lesse il suo messaggio:"Ciao Nik, volevo chiederti una cosa... per caso sai come si accende un forno?"
Nicholas guardò a lungo un messaggio per poi scoppiare a ridere.
Di colpo si aprì la porta della sua stanza, rivelando Debby sconvolta:- Cosa è successo?
Nicholas cercò di darsi un contegno:- Niente, stavo solo...
- Cosa ti ha fatto ridere? - chiese la sorella con fare circospetto.
- Niente, solo che Kieran mi ha chiesto una tale assurdità, che guarda.
La ragazza cercò di non sorridere come una cretina davanti a suo fratello:- Quindi ci parli...
- No, ma ogni tanto mi scrive, senza ricevere risposta ovviamente.
- Quindi non gli risponderai?
- Vedrò, comunque... cosa sono questi modi? Entrare senza bussare e sbattere la porta in sta' maniera.
La sorella se ne accorse solo allora:- Ops, non me ne ero accorta è solo che stavi ridendo!
Nik sollevò un sopracciglio:- Quindi?
- Quindi, se non ti ho fatto ridere io, volevo sapere chi ci fosse riuscito.
Nicholas distolse lo sguardo e divenne totalmente serio:- Credo sia il momento che tu esca.
- Certo, ci vediamo poi.
Debby chiuse la porta per poi precipitarsi in camera sua e scrivere a Kieran.
"Qualunque cosa tu abbia detto a mio fratello, ti stimo. Sei il primo, escludendo me, che è riuscito a farlo ridere."
La risposta arrivò dopo poco:"Il fatto che non sappia usare un forno è così divertente? Non lo avrei mai detto. Piuttosto, seriamente nessuno riesce a farlo ridere?"
"Sì, tranne te, a quanto pare. E me, ovviamente. Certo delle volte fa dei sorrisi minacciosi e freddi, ma non credo servano per dimostrare la sua felicità."
"No, immagino di no. Sai se si prenderà la briga di rispondermi?"
"Non lo so, dipende da lui."
"Capisco, comunque grazie."
"E di che?"
Debby era indecisa se chiedergli la cosa che voleva chiedere, ma infine lo fece per scoprire di più tra il rapporto dei due.
"Kieran, posso sapere perché insisti con mio fratello? Perché so come può essere con le persone."
"Ho spesso pensato di farmi amici, oltre ai ragazzi della squadra e Nik mi ha incuriosito da subito, così ho pensato che non sarebbe stato male essergli amico."
Debby non sapeva cosa pensare di quella risposta, ma la situazione che Nik ha dovuto passare a causa del giocatore di basket lo aveva sicuramente fatto sentire male. Sapeva come certe persone, soprattutto se "popolari", reagivano al suo orientamento sessuale, per questo trovò opportuno e per niente sgarbato scrivere ciò che scrisse a Kieran.
"Se riuscirai ad essergli amico, sarà un miracolo, ma sappi una cosa: ferisci, in alcun modo, mio fratello e io non me ne resterò zitta."
Dopo averglielo mandato, spense tutto e scese in cucina, molto più sicura nel voler stare dalla parte del fratello e aiutarlo.

Allungando una mano nelle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora